Salute

Mussomeli, Centro Igiene mentale in piena Via Palermo abbandonato a se stesso

Carmelo Barba

Mussomeli, Centro Igiene mentale in piena Via Palermo abbandonato a se stesso

Lun, 29/01/2018 - 07:45

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MUSSOMELI – “Sarà un Centro Tutela Salute con grandi novità e potenzialità quello che presto sarà attivato dove prima era ospitato il Centro di Igiene mentale”.
Così era stato annunciato cinque anni fa, prefigurando un futuro ben diverso per la storica struttura sanitaria da tutti abbandonata e dimenticata, nonostante sorga nel salotto buono di Mussomeli, vale a dire la centralissima Via Palermo, l’arteria principale della cittadina montana. Un progetto che all’epoca, s’era ribadito, aveva trovato il definitivo nulla osta da parte dell’allora commissario dell’Asp, prof Virgilio. Si era detto che la struttura sarebbe stata presto ristrutturata ed avrebbe ospitato tre nuove figure a servizio della vasta utenza di queste terre di frontiera, ovvero un neuropsichiatra infantile, una psicologa, un medico per la valutazione del morbo di Alzheimer.
Parole su parole, ma come sempre i fatti raccontano una realtà ben diversa. E infatti, dal 2013, ovvero da quando il servizio di Igiene mentale (e in precedenza anche il Sert) lì allocato, venne trasferito in ospedale a seguito delle denunce congiunte di tutti i sindacati circa lo stato assoluto di degrado di quei locali, nessun lavoro di ristrutturazione per recuperare la centralissima struttura è stato mai avviato. Né si ha notizia di progetti in itinere.
Era l’autunno del 2012 quando la Camera del Lavoro e la Cgil chiesero per iscritto ai dirigenti dell’Asp interventi urgenti presso i locali dell’Igiene mentale, dopo averne personalmente constatato lo stato di incuria e di degrado.
Con l’arrivo del 2013 la situazione peggiorò. Per altro, il degrado assoluto del Centro di Igiene Mentale lo si evidenziava già dal suo ingresso. E ieri come oggi, nulla è cambiato. Ruggine che si distacca a pezzi dai pilastri in ferro, dove ancora troneggia la scritta USL 15, ovvero Unità Sanitaria Locale 15, una dicitura ormai obsoleta, paradigma del disinteresse istituzionale che perdura da anni verso questa struttura stante che nel tempo, le varie riforme hanno trasformato le Usl dapprima in Aziende Sanitarie Locali (Asl) e poi in Aziende Sanitarie Provinciali (Asp).
All’interno muri sporchi, mattonelle traballanti, fili scoperti. Al piano di sotto, la massiccia umidità aveva provocato perfino il distacco i termosifoni dai muri. Muri con l’intonaco che già allora, lo ricordiamo, cadeva a pezzi come farina. Uno sfacelo totale. E oggi dopo cinque anni di assoluta incuria, il disastro sarà peggiorato.
La dott.ssa Giovanna Bona, all’epoca, direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’Asp di Caltanissetta, di concerto con l’amministrazione comunale e i sindacati, dopo avere effettuato un sopralluogo ed avere preso visione dello stato di assoluto degrado del Centro di salute mentale di Mussomeli, saggiamente propose di chiuderlo temporaneamente e trasferirlo in altri locali per consentire gli indispensabili lavori di pulizia e ristrutturazione. Una determinazione che faceva ben sperare per migliorare l’assistenza nel Vallone verso chi soffre di patologie psichiche.
Da lì a pochi mesi i locali vennero chiusi, e sempre chiusi da allora sono rimasti, della serie, come ci ammonisce Ennio Flaiano, che in Italia nulla è più definitivo del provvisorio.
E in tal senso anche il reparto di Pediatria in ospedale, temporaneamente chiuso due anni fa, docet. (ROBERTO MISTRETTA)

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