Salute

Sutera, cartolina spedita da prigioniero di guerra ritrovata 70 anni dopo su eBay

Carmelo Barba

Sutera, cartolina spedita da prigioniero di guerra ritrovata 70 anni dopo su eBay

Mar, 28/03/2017 - 13:58

Condividi su:

SUTERA – (Fonte Roberto Mistretta)  Capita anche questo nell’era del villaggio globale, che una cartolina spedita oltre 70 anni fa da un prigioniero di guerra di Sutera per informare la moglie che stava bene, venga ritrovata e acquistata su eBay da un provetto collezionista di immagini e notizie di Sutera e quindi “identificata”, con ovvia commozione, dai familiari dell’ex combattente. A trovare il cimelio su Ebay scritto dal soldato Angelo Nicastro è stato Salvatore Di Francesco, mentre l’ex sindaco Gero Difrancesco, nipote del prigioniero di guerra, ne ha autenticato, diciamo così la paternità, provando un autentico moto dell’anima quando s’è ritrovato tra le mani quello scritto storico di un suo prozio. “Ecco cosa ci riserva la nostra vita quando meno ce l’aspettiamo- dice infatti Gero Difrancesco- come a ricordarci che ogni nostro atto, ogni nostro momento intimo non è perduto se viene documentato da una testimonianza scritta, anche la meno probabile a trasmettere memoria. Lo dimostra questo biglietto postale scritto dal fratello di mio nonno, Angelo Nicastro durante la sua prigionia e ritrovato solo adesso su eBay dal mio carissimo amico Salvatore Di Francesco. Si tratta di un accenno di notizia data alla moglie Angelina Mantione che originaria di Milocca (così si chiamava prima Milena) abitava in uno dei dammusi che il nonnavolo, Michelangelo Nicastro, aveva ceduto ai figli sposati, nella sua povera abitazione di Sutera. Mio zio Angelo era stato fatto prigioniero in Africa ed era stato trasferito in un campo di prigionia in Inghilterra dove aveva ritrovato i suoi fratelli Lillo e Carmelo colpiti dalla medesima sorte. In quel campo avevano cominciato a spedire notizie alla loro famiglia dopo che la Sicilia era stata liberata. Poche parole per rassicurare le loro case.  In tutto erano sei figli maschi e tutti erano andati in guerra, tranne mio nonno –aggiunge Difrancesco, per altro storico appassionato che ha all’attivo diversi libri in materia dedicati a Milocca e Sutera- che era riuscito a sottrarsi per svolgere la sua attività presso la Croce Rossa. La loro Era un famiglia mista, milocchese e suterese in quanto il mio bisnonno paterno aveva sposato una donna suterese e anche mio zio Angelo aveva sposato una donna di Milocca. Di conseguenza i rapporti tra milocchesi e suteresi nella mia famiglia erano molto stretti. Circa il biglietto in questione, lo ha acquistato il mio amico Salvatore Di Francesco e lo ha fatto vedere a me in quanto suo consulente storico ed ho subito scoperto la provenienza e la destinazione. In passato era già accaduto per un’altra lettera proveniente dall’Est Europa a firma di Fedele Lombardo, morto nella disastrosa campagna russa. Il messaggio dello zio –conclude Difrancesco-  dice che cominciavano a ricevere notizie, che stavano bene e che mandavano baci a tutti. D’altronde c’era la censura militare e non si poteva dire molto di più. E i suteresi per fare sapere che avevano fame utilizzavano metafore siciliane come ad esempio “Spircià santu Roccu”. In conclusione Gero Difrancesco dedica tale scoperta agli altri congiunti diretti del prozio: “Queste stesse parole, oggi rinvenute con la casualità descritta, voglio trasmetterle ai miei cugini Concetta Nicastro, Anna Nicastro, Lillo Nicastro, Lilli Calogera Ingrasci, Giovanni Gianni Ingrascì, Zeno Nicastro, per riconnettersi anche per un minuto al loro genitore/nonno, tramite una fugace riflessione per ripensare a quella casa di via Carmine a Sutera, dove hanno trascorso una parte della loro vita.”

Pubblicità Elettorale