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Vincenzo D’Oca, lettera a Leyla Montagnino: “Salotto buono è uno slogan vuoto. Organizzazioni come i Green Block, sviano attenzione dai problemi reali”

Redazione

Vincenzo D’Oca, lettera a Leyla Montagnino: “Salotto buono è uno slogan vuoto. Organizzazioni come i Green Block, sviano attenzione dai problemi reali”

Mer, 15/06/2016 - 10:08

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image1CALTANISSETTA – Riceviamo e pubblichiamo.

Al Presidente del Consiglio Montagnino dott.ssa Leyla
Gentile Presidente, desideriamo ringraziarLa per aver ritagliato del tempo ai suoi compiti istituzionali, dedicandoci così attimi preziosi.
Il nostro è un consorzio nato circa 10 anni fa con l’obiettivo di favorire il gioco di squadra di tutti gli imprenditori commerciali, e dei liberi professionisti del centro storico, stare al passo coi tempi e soprattutto indirizzare la politica cittadina verso quelle che rappresentano le esigenze del cuore pulsante della città, senza fare distinzione tra operatori e cittadini: abbiamo anche involontariamente il fine unico di rendere la nostra una città serena e vitale.
Tanti sono i temi che vorremmo trattare oggi con Lei e che comunque nel tempo tratteremo direttamente o indirettamente con il Suo Ufficio, Presidenza del Consiglio, o con quello di Governo del Sindaco.
Innanzitutto Le rinnoviamo la richiesta di convocazione, con i mezzi a Sua disposizione, delle Commissioni Censuarie, affinché, con una rivisitazione delle “classi di appartenenza”, l’IMU possa essere quasi dimezzata con ricadute positive su affittuari e proprietari: un esigenza in questi momenti ma soprattutto un normale uniformarsi all’economia reale, come si sono già ridotti e di parecchio gli affitti in centro, di molto possono ancora scendere con la semplice volontà politica di attivare le commissioni censuarie uniformando le categorie.
Immagini cosa possa voler dire per noi poter disporre di diverse centinaia di euro all’anno, sicuramente una bella sorpresa oltre che un adeguamento alla economia reale; un esempio: su 34 mq di IMU paghiamo euro 1.000,00 all’anno, con la volontà politica si potrebbe pagare euro 500,00 all’anno: noi non chiediamo un favore ma un adeguamento alla situazione reale del centro storico, che avrebbe a cascata effetti positivi sugli affitti, sui prezzi dei prodotti da noi venduti, quindi avremmo clienti più soddisfatti, e per completare una maggiore marginalità.
Le chiediamo informazioni precise sul compimento di quello che era immaginato come il “salotto buono” della città, ossia la data di posa in opera dell’arredo: sappiamo benissimo che il Suo Ufficio e il Suo compito è altro, ma proprio perché viviamo un momento straordinariamente denso di confusione guardiamo tutti indistintamente alla Sua Presidenza, come luogo ideale di partenza, di equilibrio, di democrazia di trasparenza, di Diritto.
Per arredo intendiamo anche e soprattutto, illuminazione, telecamere, segnaletica stradale e cestini, non avendo chiaro che cosa intenda per “salotto buono” il nostro Sindaco.
Non esiste una segnaletica adeguata in città per indicare l’unico parcheggio di dimensioni interessanti, e ci meraviglia come mai dopo averla richiesta noi più volte, la stessa richiesta non venga dall’azienda che gestisce Medaglie D’Oro: abbiamo potenzialità ferme al palo.
Desideriamo conoscere le date di posa in opera.
Non possiamo andare avanti per promesse e per slogan: noi, Gentile Presidente, Le chiediamo ciò che le nostre ditte fornitrici, l’Agenzia delle Entrate e le banche pretendono da noi, ossia puntualità e chiarezza per poter collaborare in maniera costruttiva.
Reputiamo “serio” un secco “no” a una nostra proposta così come è stata per la programmazione estiva, a parole che non hanno alcun riscontro, o peggio, vedere confezionato con belle parole, “eventi” idonei ai quartieri periferici piuttosto che al cuore di un capoluogo di provincia.
Desideriamo sapere perché abbiamo perso un finanziamento fondamentale per noi come quello di dare al centro una attuale oltre che decorosa illuminazione: non vogliamo più che si perdano occasioni dietro una generica giustificazione “colpa della burocrazia”. Burocrazia vuol dire semplicemente organizzazione di persone e risorse destinate alla realizzazione di un fine collettivo secondo criteri di razionalità, imparzialità e impersonalità.
In tempi di crisi, la certezza del Diritto rappresenta il primo gradino per instaurare la fiducia tra cittadini e avviare e sviluppare uno proficuo scambio economico.
Gentile Presidente noi viviamo in uno Stato di Diritto non del tutto compiuto se ci avvaliamo della frase “colpa della burocrazia”: dietro questa frase detta in maniera leggera c’è la resa incondizionata della politica ad adempiere al suo ruolo cardine di guida e di controllo supremo del nostro vivere civile.
E ancora…. perché dopo due anni dal loro posizionamento le telecamere non sono ancora in funzione e così anche i pistoni collocati all’inizio della zona pedonale circa un anno fa?
Desideriamo un’amministrazione che oltre a spendere i soldi per acquistare beni sicuramente necessari, metta in moto un circolo virtuoso teso a migliorare la qualità della nostra vita e il decoro della città, caso contrario riduciamo la nostra liquidità per oggetti che comunque si usurano nel tempo e rischiamo di privarci di denaro utile a mille altri fini, come il sociale.
Perché dopo due anni ancora il regolamento sui dehors non hanno visto la luce? Eppure infinite volte l’amministrazione si vantava sbandierando il completamento del loro iter: queste “dichiarazioni” frenano il nostro rilancio e bruciano sul nascere la semplice voglia di confrontarsi: ascoltare l’Amministrazione che dichiara una verità e poi scontrarsi con la realtà crea sconcerto nei cittadini e nei contribuenti.
A nostro avviso, queste dichiarazioni hanno illuso quanti hanno investito in centro per poi trovare il nulla.
Perché viene usato dalla maggioranza la definizione “salotto buono” se non è sufficientemente pulito, almeno a nostro giudizio oltre quello dei cittadini.
Perché capita di frequente sentir dire che “noi operatori commerciali dobbiamo rimboccarci le maniche anziché piangerci addosso” eppure è un dato oggettivo che il mondo dell’impresa è costellato da eroi, per l’impegno profuso, tassazione applicata e rischi d’impresa.
Un severo ammonimento andrebbe fatto dalla Presidenza nei confronti di tali consiglieri per onorare la fatica dei colleghi commercianti e liberi professionisti.
Da due anni gridiamo non ascoltati che l’isola pedonale ci piace, ma non così realizzata: con le modalità seguite fino ad oggi, con il metodo utilizzato abbiamo visto il centro solo impoverirsi rapidamente.
Abbiamo “gridato” la nostra insoddisfazione e il declino intrapreso in tutte le riunioni politiche con i capigruppo, i consiglieri di maggioranza, di minoranza, il Sindaco, sia nei luoghi istituzionali sia in quella marea di locali improvvisati, dalle sale messe a disposizione dagli alberghi a quelle messe a disposizione dalle chiese agli stessi negozi fino ad arrivare ai cinema.
Tutti i commercianti si sono espressi in un’ottica di dialogo con l’amministrazione, ma ci siamo trovati di fronte un muro, che ha solo imposto la chiusura del centro storico.
Dal dialogo siamo arrivati purtroppo ad abbandonare una riunione indetta dal Sig. Sindaco per dimostrare la nostra indisponibilità ad essere governati senza il supporto dell’esperienza e senza un minimo di confronto: era il 17 marzo 2015: da allora molti colleghi hanno chiuso per riaprire in periferia, oppure sono emigrati, spezzando famiglie quasi fosse l’inizio secolo passato.
Abbiamo sempre detto che chiudere senza alcun evento risulta disastroso. Purtroppo si sono interposte nell’opinione pubblica “organizzazioni temporanee” come quella dei Green Block, che pur avendo spiegato loro la nostra posizione ed esperienza hanno distolto e sviato l’attezione dai temi fondamentali per il centro ossia vivibilità, sicurezza, pulizia, mobilità, illuminazione ecc. ecc., e avendo avuto modo di parlare con molti dei loro promotori, molti o tutti si sono ricreduti non avendo visto nulla oltre la chiusura del centro.
Questa amministrazione ha creato un contenitore vuoto, svuotandolo anche di quei contenuti commerciali che hanno fatto della nostra città, un’isola felice rispetto ad altri capoluoghi di provincia come Enna.
Comunque queste organizzazioni temporanee sono scomparse insieme alle promesse di questa maggioranza, ai clienti e ai cittadini che ormai in maniera sempre più frequente traslocano dal centro per la periferia.
Questa non è il frutto della crisi, non ci vuole un genio del marketing per capire che un luogo chiuso e difficile da raggiungere (per via dei parcheggi e della segnaletica) deve essere costruito intorno a qualcosa di attraente.
Tutti questi danni sono il frutto della non conoscenza delle peculiarità del nostro centro storico e delle attività economiche che lo hanno costellato per 70 anni.
Da questo momento innanzi chiediamo al Nostro Presidente del Consiglio, una Politica fatta di concretezza, un agire trasparente: ecco la nostra unica ricetta per aggredire la crisi.
Ogni singolo intervento deve essere monitorato, basta con i lavori fatti per essere continuamente ripresi, Piazza Garibaldi, Corso Umberto e Corso Vittorio Emanuele, insegnano: da oggi ogni lavoro di manutenzione non deve bloccare tutta la città a sorpresa.
Interventi notturni e loro severo controllo: tradire questo metodo equivale a continuare a uccidere le poche imprese oltre che il nostro vivere civile.
Ogni lavoro ha un senso se compiuto in tempi ragionevoli.
Vedere emigrare giovani lo consideriamo normale ma sono tornati ad emigrare anche gli over 50, grazie anche e soprattutto a queste tempistiche che in Sicilia rappresentavano la consuetudine: Noi diciamo basta a tutto questo, non con una comunicazione di intenti ma con i fatti.
E ancora: riceviamo continuamente gli sfoghi dei trasportatori che non trovano aree idonee, opportunamente indicate e orari adeguati per la consegna delle merci, trovandosi a correre sulle strade del centro, per effettuare il proprio lavoro e non incorrere in una multa.
Per concludere, Gentile Presidente, le chiediamo di contribuire con noi alla creazione di una città a misura d’uomo, dove si lavora per vivere e non il contrario, dove il centro storico torni in mano ai cittadini, non un avamposto durante il giorno e un ghetto già un’ora prima della chiusura dei negozi la sera.
Caltanissetta dimostra quotidianamente di essere città dell’accoglienza trovando il proprio centro traboccante di stranieri, ma noi abbiamo il sentore che la politica nazionale con la complicità del silenzio di quella cittadina stia mettendo in cantiere un futuro non lontano pieno di seri problemi: ma da una popolazione che vive in una situazione di degrado, che cresce in maniera esponenziale, e che aspetta per giorni, a volte per mesi, il permesso di soggiorno, che cosa ci aspettiamo? Il lavoro che sta creando in città questa emergenza tornerà come un boomerang, creando una classe di futuri precari, e così andiamo di anno in anno, di emergenza in emergenza perdendo energie e potenzialità, svilendo la nostra voglia di emanciparci.
Tutto quanto fin qui detto è stato letto e sottoscritto dai nostri colleghi, i quali ci hanno chiesto un incontro mensile con Lei e con la persona del Sindaco al fine di verificare gli obiettivi raggiunti.
Gentile Presidente, il nostro non intende essere assolutamente un attacco alle persone che compongono la Giunta, e ancor meno un sterile polemica, tant’è che prossimamente le comunicheremo quanto da noi prodotto in termini di progettualità.
Abbiamo trovato nella Soprintendenza un vero e proprio riferimento del fare bene, un potente motore economico e crediamo che la collaborazione della Presidenza del Consiglio ci permetterà di trovare nel momento del massimo disastro il momento di massima capacità di reazione: basteranno pochissime attenzioni e le possiamo garantire che noi commercianti e liberi professionisti abbiamo capacità e conoscenze tali da andare avanti con sicurezza e fiducia e far rifiorire il nostro amato centro storico.
Con osservanza
Alessandro Savoja
Giuseppe Adamo
Vincenzo D’Oca

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