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Mafia: incidenti truffa fratture vere, a capo falso pentito strage Borsellino

Redazione

Mafia: incidenti truffa fratture vere, a capo falso pentito strage Borsellino

Mar, 22/03/2016 - 12:28

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dia-3PALERMO – Finti incidenti, fratture vere provocate all’occorrenza. E’ Salvatore Candura l’ex collaboratore di giustizia arrestato oggi dalla Direzione investigativa antimafia di Palermo che ha fatto luce su un vasto giro di truffe alle assicurazioni. Dieci gli arresti tra il capoluogo siciliano e Napoli, compreso il falso pentito della strage Borsellino, per associazione a delinquere finalizzata ai raggiri in grande stile e per lesioni personali aggravate. Dall’alba sono in corso numerose perquisizioni. L’inchiesta e’ coordinata dalla Procura della Repubblica diretta da Francesco Lo Voi. Candura, estromesso dallo status di collaboratore di giustizia, una volta a Palermo aveva messo in piedi il sistema delle truffe alle assicurazioni insieme ad alcuni napoletani, assoldando persone disposte a farsi ferire con lesioni e fratture per rendere credibili le ricostruzioni circa i falsi incidenti stradali; questi poi si facevano refertare nei pronto soccorso. Un ‘servizio’ per il quale si facevano ovviamente pagare, ma che consentiva all’organizzazione di lucrare decine di migliaia di euro. Per otto dei dieci arrestati e’ stata disposta la custodia cautelare in carcere, per due i domiciliari. “Cio’ che colpisce e amareggia – ha detto il capo della Procura Lo Voi – e’ che questa organizzazione attingeva a persone provenienti da ambienti degradati che si prestavano a simulare incidenti e per incrementare il risarcimento si facevano pagare poche migliaia di euro per procurare fratture, lesioni, sfregi”. Uno sfregio se lo era ad esempio fatto fare una donna incinta, mentre una coppia, per ottenere piu’ soldi ha persino pensato di fat sfregiare la figlia dodicenne. E non c’era spazio per i ripensamenti: c’era chi voleva tirarsi indietro all’ultimo momento, ma non gli e’ stato consentito. La crudele macchina non ammetteva stop. Ogni sinistro fruttava all’organizzazione,infatti, in media dai 20 ai 30 mila euro. Le indagini – avviate a inizio del 2014 e protrattesi fino a meta’ del 2015 – sono state portate avanti dalla Dia di Palermo e coordinate dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca e dai sostituti Annamaria Picozzi, Gaspare Spedale e Claudia Ferrari. I palermitani sono Maurizio Furitano, Pietro Carollo, Francesco La Mattina, Michele Todaro, Davide Scafidi; mentre i campani sono Luigi D’Onofrio, Anna Campagna e Luciano Rinaldi. Ideatore della truffa proprio Candura, anche alui arrestato, che avrebbe messo su un vero e proprio “sistema”. Ricercata la decima persona. L’indagine trae spunto da una denuncia dell’ex pentito che aveva detto di avere ricevuto minacce a seguito della sua collaborazione con l’autorita’ giudiziaria. Da accurati accertamenti e’ invece emerso come fosse il regista delle truffe che consentivano ai membri dell’organizzazione di ottenere ingenti risarcimenti per i gravissimi danni fisici provocati alle vittime (sfregi al viso, rottura di articolazioni…). Ogni sinistro fruttava all’organizzazione, in media, dai 20 ai 30 mila euro (la stima complessiva e’ di svariate centinaia di migliaia di euro), non considerando i costi sostenuti dal Servizio sanitario nazionale per le cure. L’organizzazione, spiega la Dia, “proprio in ragione dell’efferatezza e della crudelta’ dimostrata, avrebbe sicuramente potuto, nel tempo, compiere gesti sempre piu’ estremi, mettendo addirittura a repentaglio la vita delle vittime”.

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