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“Le De.C.O. non sono un marchio”, lettore scrive in merito all’interrogazione del consigliere Failla (FI)

Redazione

“Le De.C.O. non sono un marchio”, lettore scrive in merito all’interrogazione del consigliere Failla (FI)

Sab, 29/11/2014 - 09:57

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CALTANISSETTA – Gentilissimo Direttore, relativamente all’articolo sul suo giornale a  proposito dell’interrogazione del consigliere Angelo  Failla sull’applicazione del disciplinare  sulla De.Co. mi permetta di contribuire al dibattito cordialmente. NinoSutera

La legittimità del «marchio» De.C.O. è stata, sin dalle prime iniziative intraprese per la sua istituzione, assai contestata, dibattuta ed ostacolata. In particolare, il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali (Direzione Generale per la qualità dei prodotti agroalimentari e la tutela del consumatore), in una nota del 5 febbraio 2004 – indirizzata, tra gli altri, all’ANCI, alle Regioni ed alle Province autonome – ha ribadito la propria posizione di netto dissenso dal «Progetto De.CO» promosso dall’ANCI, ritenendolo in contrasto con quanto stabilito dalla Commissione europea in merito ai riconoscimenti DOP e IGP.  Detta nota ministeriale testualmente recita: «La scrivente Amministrazione ha più volte censurato l’ANCI dal continuare ad istituire marchi di qualità comunali, sottolineando la illegittimità di tali procedure. Si ribadisce con forza che non è ammissibile ottenere il riconoscimento di un prodotto agroalimentare con strumenti diversi dalla rigorosa osservanza del reg. CEE n. 2081/92. La Commissione europea, come già sottolineato in precedenti note inviate all’ANCI, ha sempre assunto un atteggiamento di condanna nei confronti di detti marchi, attivando procedure di infrazione ogni volta che un Ente pubblico territoriale ha promosso tali marchi di qualità. Lo stesso Governo italiano è stato oggetto di un ricorso per inadempimento voluto dalla Commissione europea per non aver rispettato gli obblighi in virtù dell’art. 28 del Trattato istitutivo della Comunità europea».

La Denominazione Comunale mentre è più correttamente un processo culturale, non è un marchio di garanzia di qualità, ma la carta d’identità di un prodotto, un’attestazione che lega in maniera anagrafica un prodotto/produzione/evento al luogo storico di origine. In questo processo culturale, i disciplinari, le commissioni, e i regolamenti, mutuati dai marchi di tutela di tipo europeo (dop, igp, doc, ect) sono perfettamente inutili, oltre che dannosi (vedasi bene la posizione del Mipaf e non solo).

Le De.Co (Denominazione Comunale) nascono da una idea semplice, del grande Luigi Veronelli che così le spiegava: «attraverso la De.Co il prodotto del Territorio acquista una sua identità». Le De.Co rappresentano uno strumento di marketing e di sviluppo del territorio e devono spingere ad invogliare i consumatori ad apprezzare i prodotti del territorio, nel territorio stesso d’origine. Veronelli ha aperto una strada, inventato un genere, vissuto e tracciato la via per l’affermazione della qualità. Ha lottato contro i poteri forti a difesa dei piccoli produttori.

A terroir, termine francese, preferiamo il latino genius loci, un equilibrio di forze ed energie caratteristico di un luogo definito e pertanto irripetibile. Il percorso di programmazione partecipata GeniusLoci De.Co. ideato dalla Libera Università Rurale Saper&Sapor Onlus è stato inserito tra gli esempi virtuosi del forum italiano dei movimenti per la terra e il paesaggio «Salviamo il paesaggio, difendiamo i territorio» e presentato a Roma in occasione del forum pa 2013


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