CALTANISSETTA – Un silenzio doloroso che dura da 15 anni, dal 7 maggio del 1999. Tre lustri sono trascorsi da quando la fredda lama di un coltello, impugnato da Antonio William Pilato, recise la vita del Sindaco Michele Abbate.
Nel pomeriggio, alla presenza del sindaco Michele Campisi, del prefetto Carmine Valente e delle massima autorità cittadine, si è svolta la cerimonia di commemorazione con la deposizione di una corona di alloro in via Consultore Benintendi, dove avvenne l’omicidio. Momenti di forte commozione: la moglie Carmela, i figli Dario ed Alfonso, gli amici storici di Abbate, con occhi velati e viso chino hanno vissuto intensamente il minuto di silenzio.
Un dolore mai rientrato, una città sgomenta allora, triste oggi, che si ritrova per ricordare chi poteva essere l’alfiere della rinascita di Caltanissetta. Era il primo cittadino del sorriso, della rivoluzione, del cambiamento, della “novità”. La fascia tricolore l’aveva indossata nel dicembre del 1997: con la sua elezione, per la prima volta dopo 50 anni di amministratori democristiani e di destra, Caltanissetta aveva alla guida del Comune un esponente della sinistra.
Unica nota stonata. Negli scorsi anni, alla commemorazione hanno sempre assistito le autorità, i familiari, gli amici; quest’anno in concomitanza e nell’approssimarsi delle elezioni, presente una folta pattuglia di aspiranti al consiglio comunale. Ogni commento è superfluo e per evitare che si possa in qualche modo fraintendere lo spunto di riflessione offerto ai nostri lettori, abbiamo deciso di escludere ogni “commento” da questo articolo.
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