CALTANISSETTA – Disteso, rilassato, ma una sottile amarezza traspare dalle sue parole, evidenziata dall’attenzione che usa nello scegliere i vocaboli, sorretto però da una certezza, che potrebbe apparire un luogo comune e invece è una legge dell’ottimismo: “Il bene trionfa sempre”. La frase dell’onorevole Alessandro Pagano, parlamentare del NCD, assolto, per non aver commesso il fatto nel processo in cui era accusato di abuso d’ufficio, descrive nitidamente lo stato d’animo di chi fino a oggi pomeriggio era seduto sul banco degli imputati. Telefonicamente, abbiamo tentato di carpire lo stato d’animo del politico sancataldese che cordialmente ha ripercorso la sua “Odissea giudiziaria”. Il verdetto di assoluzione è stato emesso dalla Corte d’Appello di Caltanissetta presieduta da Aldo De Negri (a latere i consiglieri Giovanbattista Tona e Alberto Davico); si è conclusa così, dopo oltre cinque anni, una vicenda giudiziaria che aveva accesso i riflettori su Pagano, ritenuto dalla Pubblica Accusa sponsor della nomina del medico Silvio Morini a primario del reparto di Chirurgia dell’ospedale “Sant’Elia” di Caltanissetta.
“Un amico, fra le tante telefonate ricevute nelle ultime ore, mi ha chiesto, se dopo tanti anni fossi stato assolto per un reato come il furto o la concussione, oggi sicuramente gioiresti ma cosa provi, per essere stato assolto dopo 5 anni per aver contribuito a realizzare una buona sanità? Oltre al danno la beffa, hai fatto del bene e poi sei stato anche accusato. Io ho risposto a quest’amico, non nisseno, personalmente sono soddisfatto. Io ho sempre rispettato la magistratura, ho sempre avuto fiducia cieca nel lavoro dei magistrati. Ricordo che sono stato assolto in primo grado, in Cassazione e oggi; l’unica condanna giunse dopo una camera di consiglio del collegio giudicante, protrattosi per oltre 5 ore, segno della complessità del giudizio stesso”. L’onorevole ripercorre la sua vicenda giudiziaria: assolto in primo grado dal Gup di Caltanissetta, in Appello la condanna a 5 mesi e la Cassazione che rinvia gli atti per un nuovo esame alla Corte d’Appello.
Pagano, ricorda le molte costruzioni giornalistiche e talune strumentalizzazioni che miravano a screditare la sua figura. “Da questa vicenda esco rafforzato, la potrei definire una certificazione sulla legittimità e sulla legalità che ha contraddistinto il mio comportamento in politica e nella mia vita. Continuo a svolgere la mia attività come ho sempre fatto”.
Frasi brevi, incisive, la sensazione che abbia voglia di dire tanto, di come i pensieri e le parole si accavallino nella sua mente, ma con grande correttezza non dimentica chi l’ha difeso. “Mi sembra doveroso in questo momento, ringraziare chi mi è stato vicino con la sua opera professionale, proficua nei risultati. L’avvocato Grazia Volo del foro di Roma ma di origine nissena, l’avvocato Leo Mercurio anch’egli della capitale, Nino Caleca del foro di Palermo e anche se non ha partecipato a questo grado di giudizio, ma è stato presente negli altri, il prof. Giovanni Pitruzzella, presidente dell’Antitrust”. Si profila la possibilità di far scorrere i titoli di coda su una vicenda giudiziaria che ha riempito le pagine dei giornali, talvolta con la sensazione che la cronaca sia stata “oscurata” dalla lettura politica della vicenda.
La giustizia nei confronti dell’individuo, fosse anche il più umile, è tutto. Il resto viene dopo. (Mohandas Gandhi, Young India, 1919/1932)

