Terminato un Consiglio comunale mai cominciato, con due sedute rinviate per l’assenza dapprima dei consiglieri della maggioranza e poi dell’opposizione, in fretta, questi ultimi, hanno approntato una conferenza stampa in cui tutti, nessuno escluso, hanno rivolto un invito diretto a Salvatore Calà. “Sindaco, non hai più i numeri, sei rimasto solo, dimettiti”. Un coro unanime quello composto da Toti Nigrelli del Gam, Enzo Nigrelli, Totuccio Navarra, Salvuccio Alessi dell’Udc, Antonello Morreale di Noi Mussomeli e Pasquale Mistretta del Pid, a cui si è aggiunta una voce autorevole, quella del presidente del Consiglio Mario D’Amico. “Non ci sono spazi di manovra, oramai il sindaco deve prendere la decisione più opportuna, fare un passo indietro e dimettersi”. D’Amico chiude ogni possibile spazio di confronto e di trattativa. Serra le fila, ottura ogni squarcio di luce possibile. Nulla a che vedere con gli spiragli lasciati aperti nelle settimane scorse, alle concessioni accordate in cambio di possibili rimpasti. “Il tempo è scaduto- sentenzia D’Amico- superando il terzo anno entriamo nella parte finale di una sindacatura, nel periodo in cui si comincia a parlare di elezioni. Oramai è’ troppo tardi”. La minoranza non pensa alla spallata, alla cacciata del sindaco attraverso una mozione, ma spinge ad un accordo con il Pd, a cui il presidente del Consiglio propone una “exit strategy”, una strategia d’uscita. “Quando il sindaco andrà via e tornerà a Palermo lascerà nel Pd delle macerie. A questo punto il Partito democratico deve considerare l’ipotesi di mandarlo via. E’ l’unica soluzione, non se ne intravedono altre”.