CALTANISSETTA – Il Tribunale del Riesame di Caltanissetta ha concesso gli arresti domiciliari all’imprenditore nisseno Pietro Di Vincenzo (58 anni), che era detenuto dal 4 giugno 2010 dopo essere stato arrestato con l’accusa di avere estorto denaro ai suoi dipendenti e di ricettazione di un fonogramma riservato della Guardia di Finanza, in cui erano indicati i beni che dovevano essergli sequestrati.

Al termine del processo Di Vincenzo – che era detenuto al carcere “Pagliarelli” di Palermo – è stato condannato a 10 anni per alcuni episodi estorsivi a danno dei lavoratori, ma è stato assolto per la ricettazione del fonogramma della Guardia di Finanza, che gli venne inviato pochi giorni prima che scattasse il sequestro dei suoi beni, risalente al novembre del 2006, e poi rafforzato dalla confisca decisa nel 2008 dal Tribunale.

I difensori di Di Vincenzo, gli avvocati Gioacchino Genchi, Rosario Di Proietto e Mirko La Martina, hanno insistito parecchio sul fatto che Di Vincenzo era stato assolto per la vicenda del fonogramma. Inoltre l’imprenditore – sempre a dire della difesa – non aveva potuto fare granché grazie al fonogramma, visto che il sequestro venne eseguito pochi giorni dopo che Di Vincenzo era entrato in possesso del documento. Dato che tale accusa era caduta al termine del processo non vi sarebbero più pericoli di inquinamento delle prove e quindi non sarebbe più giustificata la detenzione in carcere.

Vincenzo Pane