Salute

Mussomeli, Castello rischio crolli e progetto 2 milioni di euro

Carmelo Barba

Mussomeli, Castello rischio crolli e progetto 2 milioni di euro

Sab, 17/03/2018 - 07:20

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MUSSOMELI – Ammonta a quasi due milioni di euro il progetto rielaborato dall’ufficio tecnico e già presentato alla Regione per mettere in sicurezza, in particolare, il lato sud est del trecentesco castello dove l’ultimo masso s’è distaccato circa un mese addietro.
Ma anche a guardarlo ad occhio nudo, quello sperone di roccia continua ad essere a gravissimo rischio crolli a causa delle persistenti azioni degli agenti atmosferici, in primis l’infiltrazione di acqua piovana.
Come si ricorderà i primi, rovinosi crolli, si registrarono all’inizio 2014. Da allora sono passati quattro anni nel più assordante silenzio di mamma regione, e ovviamente la situazione continua ad aggravarsi, nonostante nel Patto per la Sicilia erano stati previsti 2 milioni di euro per la salvaguardia del più bel castello di Sicilia.
All’inizio del 2014 dicevamo, un boato annunciò il devastante crollo dal costone roccioso dove sorge la scuderia. Proprio sotto il castello per altro, si trova una casa privata che fu direttamente minacciata dai grossi massi staccatisi. Enormi blocchi di roccia che, per fortuna, si fermarono a pochissimi metri, ma il sindaco Calà all’epoca, emise un’ordinanza di sgombero.
L’allora assessore alla Protezione civile Enzo Nucera fece intervenire i tecnici dell’ARTA, della Protezione civile regionale e provinciale e dell’UTC, vennero effettuati diversi sopralluoghi nel territorio, e fu anche redatto un articolato verbale.
E già allora al castello, vale a dire ben quattro anni fa, si osservava un ampliamento del fronte di crollo con conseguente estensione dell’area di pericolosità. Un rischio molto elevato (R 4) per il quale occorrevano interventi immediati e mirati al fine di salvaguardare il gioiello architettonico simbolo di Mussomeli.
Di recente sono stati segnalati altri devastanti crolli, ma nel merito sia l’ufficio tecnico che il sindaco, dicono che c’è stato il distacco di un masso di dimensioni ridotte, oltre un mese addietro, dallo stesso sperone la cui pericolosità appunto, è ben nota da quattro anni.
Ora, che la burocrazia abbia i suoi tempi, ormai lo sanno perfino le pietre così come è risaputo che le elezioni siano foriere di finanziamenti. Il castello manfredonico-chiaramontano però, non può aspettare oltre, perché è evidente che prima o dopo, se non si interviene con sollecitudine, potrebbe crollare del tutto quella parete ampiamente fessurata, col rischio di portarsi dietro anche i locali scuderia. Con buona pace dei restauri che ne hanno restituito la fruizione pubblica e culturale.(R.M.)

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