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Fatti e territorio: si chiude il primo Capitolo del Parco dell’Antenna Rai

Michele Spena

Fatti e territorio: si chiude il primo Capitolo del Parco dell’Antenna Rai

Dom, 25/02/2018 - 17:30

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Un libro aperto da anni, iniziato a scrivere dall’amministrazione del sindaco Michele Campisi, che aspetta di essere concluso. Uno dei tanti capitoli letti riletti dalla attuale giunta, da parte di consiglieri comunali, associazioni e cittadini, di cui si conosce la trama e non il finale. Il testo è quello che riguarda la proposta di delibera riguardante la “variante urbanistica al vigente Piano regolatore Generale del comune approvato con decreto dirigenziale dell’assessorato regionale al Territorio ed dell’ Ambiente n. 570 del 19 luglio 2005 per la titolazione a zona E F6 del parco territoriale agricolo, etno, antropologico della collina S. Anna dell’area circostante il complesso dell’antenna Rai Way”. Un progetto dell’Arch. Andrea Milazzo, espresso da Assessore alla pianificazione territoriale e strategica , finalmente adottato dal Consiglio Comunale dell’11.4.2017, che dovrebbe chiudere definitivamente il cerchio in merito al’acquisizione da parte del comune di quel vasto territorio che circonda l’antenna Rai sulla collina di Sant’Anna.

E qui la politica si divide: c’è chi ha fortemente voluto che questo sito fosse tutelato e salvaguardato dalle speculazioni edilizie di piccoli e grandi appaltatori, diventando patrimonio esclusivo dei nisseni e chi invece ha volto lo sguardo altrove e in direzioni di altri interessi. L’idea non è piaciuta a tutti; nel presupposto che ci sarebbero altre cose da valorizzare e salvaguardare. La politica non è inclusiva: piaceva e piace all’ex sindaco Michele Campisi ed al suo assessore Andrea Milazzo che l’hanno proposta, riscontrando nel solco della politica di centro sinistra un certo scetticismo e anche di contrarietà.

Ci sarebbero, hanno detto, altre cose da salvaguardare e poi anche il simbolo non è solo rappresentato dall’antenna Rai.

Altro elemento di scontro è  rappresentato dalle modalità di acquisto dell’Antenna Rai e della relativa area di pertinenza (13 ettari ed immobili che fanno parte del patrimonio di Rai Way). I tecnici della società hanno stimato, che il prezzo di cessione è di 537 mila euro. La Giunta nel febbraio 2014 ha organizzato un sopralluogo sul monte Sant’Anna, con la disponibilità del responsabile per la Sicilia di Rai Way che ha aperto i cancelli della sede Rai, inattiva dal 2012. A quell’incontro parteciparono i consiglieri comunali, il sovrintendente ai Beni Culturali, una delegazione del Movimento 5 Stelle, il presidente di Legambiente Caltanissetta, il presidente della Pro Loco nissena Giuseppe D’Antona (portavoce ufficiale della salvaguardia dell’antenna Rai) che ha pure lanciato la proposta di un concorso di idee per decidere cosa deve diventare questo immenso spazio oggi lasciato in abbandono.

Il progetto Campisi- Milazzo è chiaro e pubblico: all’interno dei locali ci sono ancora macchinari originali per la trasmissione delle onde radio, riconducibili a Guglielmo Marconi, che potrebbero entrare a far parte del museo delle telecomunicazioni da ubicarsi in oltre 2000 mq di fabbricati esistenti da restaurare. Attorno, invece, potrebbe nascere una grande “oasi”  di sedici ettari. Un parco, lontano dal caos cittadino e dallo smog che riporterebbe la città ai primi posti nella dotazione di verde pubblico. Il Consiglio comunale dell’ 11.4.2014 ha sposato il progetto. La variante al Piano regolatore generale adottata ha riconvertito l’area, da zona edificabile a  vincolo per parco naturalistico ed ento antropologico, sottraendola così alle attività di ruspe e cemento e quindi ad impedire interessi di  lottizzazioni edilizie che negli ultimi cinquant’anni hanno fatto già scempio a monte ed a valle di questa città.

Tutti gli ostacoli di natura burocratica sono stati in parte superati, anche se l’amministrazione Ruvolo ha fatto trascorrere ben tre anni, benché sia stato, da più parti, anche dal giovane consigliere del PD Giuseppe Gruttadauria, detto e ribadito, che per la variante urbanistica al piano regolatore generale per la titolazione a zona EF6 “Zona a di parco territoriale agricolo etno, antropologico della collina S. Anna”, non occorreva la Valutazione Ambientale Strategica così come confermato da un decreto del  dicembre scorso da parte dell’assessore regionale territorio e ambiente, che ha di converso sollecitato il Comune di Caltanissetta all’acquisizione del bene, richiamando tutti gli atti predisposti dalla precedente amministrazione. Nella sostanza il rappresentante del governo regionale ha condiviso il parere che era stato precedentemente espresso dalla Commissione Tecnica Specialistica per le autorizzazioni ambientali di competenza regionale ritenendo che nel caso specifico non c’è impatto ambientale. L’unico impatto ambientale sarebbe costituito “dai segni determinati dallo stato di abbandono in cui essa versa”.

E’ il solito dualismo che divide la città, su questo, come su tanti altri argomenti e questioni di interesse comune: centro storico e piazza grande;  Ztl e traffico; mercatino del sabato; immigrazione.

L’idea progettuale dell’area della collina Sant’Anna prevede la realizzazione di un parco per la fruizione del verde; il recupero degli immobili esistenti perché in tale area saranno vietate nuove edificazioni ad esclusione di modesti manufatti per la fruizione del parco stesso; la realizzazione di un museo etno, antropologico costituito dagli impianti di radiocomunicazione che oltre ad avere avuto un’importante funzionalità storica costituisce un elemento storico culturale a valore di archeologia industriale.

Adottata la variante, tocca ora all’Amministrazione Ruvolo disporre i conseguenti atti di programmazione per la valorizzazione che la città, attraverso il proprio Consiglio Comunale, da espresso. Il cambio di titolazione del Piano Regolatore, infatti, non solo serve, fin da subito a salvaguardare lo status quo di quel lembo di  terra, ma solo perseguendo l’idea progettuale con la relativa acquisizione al patrimonio del comune quello che è oggi di proprietà della Rai e l’utilizzo dei fondi di Agenda Urbana, che ci offrono un irripetibile opportunità di sviluppo del territorio.25

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