Salute

Papa Francesco: no a fuga di cervelli. Giovani intellettuali siano solidali. Contro globalizzazione indifferenza,non siano assetati di potere

Redazione

Papa Francesco: no a fuga di cervelli. Giovani intellettuali siano solidali. Contro globalizzazione indifferenza,non siano assetati di potere

Gio, 01/12/2016 - 11:56

Condividi su:

Studiare e lavorare in un paese diverso dal proprio è una opportunità di arricchimento, contro paure, “chiusure”, “muri” e contro la “globalizzazione della indifferenza”. La “fuga di cervelli”, invece è “dolorosa”. Lo denuncia il Papa nella udienza ai partecipanti al Congresso di pastorale per gli studenti internazionali, ricevuti nella Sala dei Papi in Vaticano e provenienti da 36 paesi dei cinque continenti. Il congresso ha per tema “La Evangelii gaudium di papa Francesco e le sfide morali nel mondo intellettuale degli studenti internazionali verso una società più sana”. E il Papa ha segnalato l’atteggiamento che i giovani intellettuali devono avere per costruire una società più sana: “contrapporre un modello più solidale che si adoperi per il bene comune e per la pace”, alla “concezione moderna dell’intellettuale, impegnato nella realizzazione di se stesso e in cerca di riconoscimenti personali, spesso senza tener conto del prossimo”. Bisogna formare “giovani assetati di verità non di potere”.

“L’arricchimento personale e culturale – ha detto il Papa agli studenti internazionali, dopo il saluto del cardinale Antonio Maria Vegliò – permette ai giovani di inserirsi più facilmente nel mondo del lavoro, assicurandosi un posto nella comunità e diventandone parte integrante. Da parte sua, – ha rimarcato il Pontefice – la società è chiamata ad offrire alle nuove generazioni valide opportunità occupazionali, evitando la cosiddetta ‘fuga di cervelli’: che qualcuno scelga liberamente di andare a specializzarsi e a lavorare all’estero, è cosa buona e feconda; invece è doloroso che giovani preparati siano indotti ad abbandonare il proprio Paese perché mancano adeguate possibilità di inserimento”. Papa Francesco ha anche suggerito che “alla concezione moderna dell’intellettuale, impegnato nella realizzazione di se stesso e in cerca di riconoscimenti personali, spesso senza tener conto del prossimo”, sia “necessario contrapporre un modello più solidale, che si adoperi per il bene comune e per la pace. Solo così – ha spiegato – il mondo intellettuale diventa capace di costruire una società più sana. Chi ha il dono di poter studiare ha anche una responsabilità di servizio per il bene dell’umanità”: il sapere è una “via privilegiata per lo sviluppo integrale della società”; e l’essere studenti in un Paese diverso dal proprio, “in un altro orizzonte culturale, permette di apprendere nuove lingue, nuovi usi e costumi. Consente di guardare il mondo da un’altra prospettiva e di aprirsi senza paura all’altro e al diverso”. Questo porta gli studenti, e chi li accoglie, “a diventare più tolleranti e ospitali” e “aumentando le capacità relazionali, cresce la fiducia in se stessi e negli altri, gli orizzonti si espandono, la visione del futuro si amplia e nasce il desiderio di costruire insieme il bene comune”

Pubblicità Elettorale