Salute

Palermo, arrestato Matteo Tutino primario chirurgia plastica: indagini anche a Caltanissetta

Redazione

Palermo, arrestato Matteo Tutino primario chirurgia plastica: indagini anche a Caltanissetta

Lun, 29/06/2015 - 09:26

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Matteo-TutinoPALERMO – Matteo Tutino, primario del reparto di Chirurgia plastica dell’ospedale Villa Sofia di Palermo, è stato arrestato dai carabinieri del Nas con l’accusa di truffa al sistema sanitario, peculato, falso e abuso d’ufficio.

Nei confronti del medico, il Gip Giovanni Francolini ha disposto gli arresti domiciliari su richiesta del procuratore aggiunto Leonardo Agueci e del sostituto Luca Battinieri, a conclusione di un’indagine avviata nel 2013. L’indagato, direttore dell’unita’ operativa complessa di Chirurgia plastica e maxillo facciale di un ospedale palermitano, secondo l’accusa eseguiva nella struttura pubblica interventi estetici non inclusi nei livelli essenziali di assistenza (lea) del servizio sanitario nazionale e ritenuti pero’ riferibili ad attivita’ libero professionale non consentita negli ospedali. Per queste prestazioni, secondo l’accusa, il medico si faceva pagare un compenso non dovuto dai pazienti, celandolo quale corrispettivo per prestazioni post operatorie, ovvero medicazioni, oltre a richiederne il rimborso al servizio sanitario regionale sulla base di documentazioni sanitarie e cartelle cliniche falsificate. I carabinieri del Nas hanno eseguito diverse perquisizioni in collaborazione con il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Palermo. Le indagini, che proseguono per accertare ulteriori condotte illecite del primario e di suoi collaboratori.

Tra gli interventi all’attenzione degli investigatori alcuni effettuati presso il Sant’Elia di Caltanissetta, dove il medico ha lavorato, nonostante risultasse in servizio al Policlinico. Inoltre in una decina di casi gli interventi di rinoplastica (chirurgia estetica) sarebbero stati “spacciati” per settoplastica (chirurgia funzionale), da qui l’ipotesi di truffa avendo consentito per tal via che lo Stato rimborsasse tali prestazioni come se fossero rientrate nei livelli essenziali di assistenza da garantire a tutti.

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