Salute

PDAC, Caltanissetta in caduta libera: costruiamo l’alternativa. La continuità di Ruvolo con Campisi e la nullità delle opposizioni

Redazione

PDAC, Caltanissetta in caduta libera: costruiamo l’alternativa. La continuità di Ruvolo con Campisi e la nullità delle opposizioni

Gio, 18/12/2014 - 10:38

Condividi su:

CALTANISSETTA – Continua l’agonia di Caltanissetta, e a qualche mese dal rinnovo dell’amministrazione comunale ci sembra ora di fare un primo bilancio. Non era difficile a nostro avviso prevedere quello che sarebbe stato il percorso dell’amministrazione Ruvolo, di cui già in campagna elettorale avevamo denunciato la totale organicità al sistema, assolutamente evidente – per chi ha un minimo di esperienza e cultura politica – innanzitutto nel programma del cosiddetto “polo civico”, completamente estraneo ad una prospettiva antisistema. Del resto, il gemellaggio di Ruvolo – quello che fino a pochi anni fa sputava sui “partiti” – con il Pd e l’Udc è abbastanza eloquente: si tratta infatti di due dei principali partiti filopadronali che in questi anni hanno contribuito a devastare l’Italia votando – a livello nazionale come a livello locale – misure violentemente antipopolari sull’altare delle banche e dei poteri forti, e che tutt’oggi supportano il governo nazionale a vocazione bonapartista di Matteo Renzi, quello che smantella l’articolo 18, aumenta la precarizzazione del lavoro a beneficio dei padroni, regala i territori alle multinazionali, al punto da essere considerato dal presidente della Confindustria Squinzi il governo che ne realizza i sogni.

 I proclami elettorali alla prova dei fatti: un primo bilancio dell’amministrazione Ruvolo. Il programma elettorale di Ruvolo si apriva con un dotto riferimento al filosofo Aristotele (che, citato da certi personaggi, si starà certamente rivoltando nella tomba), secondo il quale obiettivo della politica è la “felicità” dei cittadini. Verissimo. Ebbene, noi del Pdac, che al contrario di altri non viviamo nei palazzi e non facciamo politica soltanto sotto elezioni, ma stiamo costantemente in mezzo alle persone in carne ed ossa, abbiamo avuto modo di raccogliere tantissimi pareri in merito al grado di “felicità” dei cittadini nisseni nel corso dei banchetti e dei volantinaggi che in questi mesi abbiamo svolto con continuità a Caltanissetta.
E il giudizio diffuso delle persone su questa “nuova” (almeno nelle facce) amministrazione comunale, così come il nostro, è abbastanza chiaro e netto. Come sempre accade nel teatrino della politica borghese, alle parole e ai grandi proclami fatti in campagna elettorale, nello specifico da Ruvolo e sodali, non seguono i fatti: si fanno grandi promesse in fase elettorale, al fine di poter accaparrarsi le poltrone, e poi una volta ottenuto l’obiettivo di parte ci si arrocca nel palazzo. Al punto che Ruvolo, avendo bene imparato dai peggiori maestri, nelle ultime settimane ha impedito a noi del Pdac di fare banchetti nei pressi del Municipio, respingendo – senza addurre motivazioni – le nostre richieste di autorizzazione. Evidentemente, come ci ha risposto ingenuamente un suo collaboratore al Comune, non vuole essere attaccato davanti “casa sua”. Quello che però evidentemente Ruvolo e i suoi amici non capiscono né riusciranno mai a capire, essendo totalmente immersi nel loro ego, è che il Municipio non è la casa del sindaco ma della collettività!
E tutto questo per non voler sentirsi dire la verità, una verità che noi del Pdac in questi mesi abbiamo espresso a gran voce pubblicamente, trovando concordi tantissimi cittadini. La verità riposa nella perfetta continuità dell’amministrazione Ruvolo con quella del precedente sindaco, Campisi. In primo luogo, continuità nel tentativo di inibire il dissenso, come abbiamo detto in precedenza, tentativo che con noi del Pdac ovviamente è destinato a fallire. In secondo luogo, continuità relativa allo scarso interesse mostrato per la questione del lavoro, una questione tanto più urgente in una fase come quella attuale. Da mesi, solo per fare un esempio, noi del Pdac supportiamo la lotta dei lavoratori del Centro di Pian del Lago contro i soprusi dell’azienda Auxilium, ma il sindacoprogressista evidentemente non ha ritenuto interessante la vicenda, per cui non ha mosso un dito. Riscontriamo una forte continuità fra Ruvolo e Campisi rispetto al disinteresse per le fasce più deboli della popolazione e, in generale, per la città, ormai abbandonata al proprio destino. Caltanissetta continua ad essere invasa dalla spazzatura, mentre crescono i costi dei (dis)servizi. Gli abitanti di alcuni quartieri periferici, come ad esempio lo Stazzone, con cui abbiamo parlato spesso negli ultimi tempi, si sentono letteralmente abbandonati e lamentano fra le altre cose la totale esclusione dal servizio di trasporto pubblico. A ciò si aggiunga, a completamento dello stato di sfacelo dei servizi sociali a Caltanissetta, l’imminente interruzione dei servizi di assistenza domiciliare agli anziani e ai disabili, e degli asili nido, con le gravi ricadute che ciò inoltre comporterà sul piano dell’occupazione.
All’assenza di spazi sociali e di luoghi di svago per i giovani, alla disperazione dei cittadini che non trovano lavoro, Ruvolo risponde unicamente col proibizionismo, emanando ordinanze per il “decoro” pubblico che non modificano la sostanza delle cose e lasciano inalterato il sistema indecoroso in cui viviamo. Nel programma di propaganda elettorale di Ruvolo leggevamo a suo tempo: “la Gestione dell’Acqua dovrà tornare a gestione pubblica con tariffa controllata per assicurare ad ogni cittadino il soddisfacimento dei bisogni minimi. Il piano tariffario non dovrà prevedere remunerazioni aggiuntive tali da rendere gravoso il costo finale. Saranno adottate tariffe di scopo rivolte alle fasce sociali più deboli ad iniziativa diretta dall’amministrazione comunale”. Al contrario, ad oggi l’amministrazione Ruvolo non mette minimamente in discussione la gestione privata di Caltaqua, e negli ultimi tempi le tariffe hanno avuto un’impennata, creando ulteriore sofferenza alla popolazione, già vessata dal carovita, incluse le gravose aliquote tasi e tari decise dalla giunta comunale e approvate da TUTTO il consiglio comunale, grillini inclusi. Una stangata che l’assessore Pastorello ha voluto edulcorare ripetendo il solito mantra dei politicanti di sistema, e cioè che la pesante tassazione imposta dal Comune ai cittadini sarebbe un “sacrificio imposto dallo Stato a seguito delle grosse riduzioni nei trasferimenti a favore del Comune” (1). Insomma, il solito scaricabarile utilizzato da tutti i poltronisti per giustificare le proprie inadempienze rispetto alle promesse fatte in campagna elettorale.
E restando in tema di assessori, e cioè dei più stretti collaboratori di Ruvolo, non si può fare a meno di citare il responsabile all’urbanistica, vivibilità e viabilità, Amedeo Falci. Già quest’estate Falci aveva dato un saggio delle proprie capacità e dei propri metodi chiudendo per un mese al traffico auto (dalle 18 alle 20) la zona di Pian del Lago e suscitando così le veementi e comprensibili contestazioni dei residenti, di cui l’assessore non ha tenuto minimamente conto. In relazione alla motivazione addotta da Falci per giustificare quel provvedimento, diversi residenti fecero notare che quella zona non era affatto adeguata rispetto alla sicurezza di ciclisti e pedoni, e che vi sono spazi della città molto più idonei e sicuri in tal senso, ma non c’è stato verso di fare ragionare l’assessore.
E recentemente Falci è salito alla ribalta delle cronache locali per le gravi dichiarazioni da lui rese in merito al fenomeno del randagismo. Cosa propone per far fronte al problema? Non dare da mangiare ai cani per farli morire di fame! (2) Non è necessario essere animalisti per comprendere quanto sia sciocca una posizione del genere. Senza voler trascurare gli indiscutibili rischi legati al randagismo, non solo riteniamo sconcertanti sul piano morale queste proposte di “soluzione finale”, ma riteniamo la sparata dell’assessore anche poco intelligente sul piano politico: se non dai da mangiare agli animali randagi, puoi ottenere solo di renderli ancora più aggressivi e pericolosi, come è facile comprendere. Qualora dunque mettessimo in atto la linea Falci potremmo solo aggravare i rischi legati al fenomeno in oggetto.
Questo problema, come tutti gli altri, non si risolve certo dando fiato alla bocca ma va affrontato attuando politiche razionali. Promuovendo ad esempio campagne di sensibilizzazione, avviando strutture che si dedichino alla cura degli animali, coinvolgendo le associazioni animaliste, attivando politiche efficaci di monitoraggio del fenomeno. Chiaramente, su questa come su altre questioni i politicanti rispondono con la solita litania, e cioè che il Comune non ha soldi, che lo Stato taglia i fondi alla periferia ecc. Cose in parte vere, ma di cui tali personaggi guarda caso si ricordano sempre e solo dopo le campagne elettorali.
Costoro dimenticano inoltre che i tagli di cui fingono di lamentarsi, ovvero i tagli dello Stato agli enti locali, così come tutti i tagli selvaggi fatti in generale ai servizi pubblici, dalla scuola alla sanità, vengono fatti (dai partiti amici di Ruvolo e dai suoi sedicenti “oppositori” di destra) per foraggiare le banche e le grandi imprese. Al contrario di loro, dunque, abbiamo sempre detto che la politica locale non può essere staccata rispetto al contesto nazionale e internazionale, e che l’unica via di salvezza dal baratro in cui stiamo sprofondando è la lotta per la costruzione di una nuova società, che passa attraverso l’abbattimento del sistema economico disumano vigente. E’ questa l’unica via per liberare risorse enormi, togliendole dalle tasche degli speculatori e reinvestendole per la risoluzione delle tante problematiche quotidiane che affliggono le comunità. E’ chiaro che questa non è la strada scelta dai politicanti dei vari schieramenti, che si candidano solo a gestire (non certo a rovesciare) questo sistema, provando in tal modo a ritagliarsi degli spazi di visibilità e privilegio all’interno di esso.
E le “opposizioni” ? Se poi esaminiamo anche l’operato dei personaggi e delle forze che sostengono di fare “opposizione” alla giunta Ruvolo, il quadro della situazione di gravissimo degrado politico di Caltanissetta è completo. Citazione d’obbligo per il reazionario Michele Giarratana, competitor di Ruvolo al ballottaggio di maggio, che è arrivato a chiedere la precettazione per i lavoratori della Scat (3) che, non ricevendo gli stipendi da un anno, avevano avviato legittimamente una forte protesta col fermo dei mezzi di trasporto (protesta con cui noi del Pdac abbiamo solidarizzato pubblicamente e fermamente, 4). Questa è la considerazione che certi personaggi hanno dell’emergenza lavoro e dei gravissimi problemi che affliggono le famiglie!
Quanto ai grillini nisseni, non c’è traccia della loro presunta opposizione e, al contrario, il loro operato conferma pienamente l’analisi che noi del Pdac abbiamo fatto del M5s come movimento populista di destra, pienamente organico al sistema. Altamente esemplificativa in tal senso una dichiarazione fatta a fine agosto dai due consiglieri comunali pentastellati di Caltanissetta (5), e riportata dagli organi di stampa locali, che a una semplice analisi lessicale fa emergere il classico repertorio terminologico e concettuale grillino (“polizia municipale”, “polizia di Stato”, “legalità”, “abusivo”, “sgomberare”, “diffida”, “guardia di finanza” sono le parole chiave), il tipico repertorio di chi idolatra acriticamente le istituzioni, la legalità e le forze dell’ordine, non capendo che trattasi di strumenti funzionali alla conservazione del sistema economico vigente (negli stessi giorni in cui la polizia manganellava i lavoratori Fiom in sciopero, il parlamentare grillino Di Maio diceva: “gli uomini in divisa hanno avuto e avranno sempre il nostro sostegno”). A ciò si aggiunge la consueta insopportabile ipocrisia laddove, dopo essersi congratulati col sindaco e la polizia municipale che hanno sgomberato gli “abusivi”, i consiglieri grillini esprimono rammarico per la “situazione disperata” degli sgomberati. Invece di fare emergere le motivazioni reali dell’assenza di abitazioni (cioè la diseguaglianza sociale creata dal sistema) e di fare proposte concrete per eliminare alla radice questo gravissimo problema, i grillini si limitano a reclamare opere di “contrasto alle situazioni di illegalità” e “controlli a tappeto”, e ad auspicare collaborazioni fra comune e guardia di finanza, cioè si limitano ad invocare la repressione, come da tradizione destrorsa.
Del resto, la crisi del M5s non riguarda solo Caltanissetta e dintorni (a San Cataldo il meetup locale è letteralmente imploso nel giro di pochi mesi) ma ha una dimensione nazionale, come dimostrato dalla vertiginosa crisi di consensi attestata in ultimo dalle recenti elezioni regionali in Calabria ed Emilia. E alla crisi interna, Grillo e i suoi ras locali, in affanno, credono di poter rispondere accentuando l’autoritarismo e restringendo ulteriormente i già angusti spazi di democrazia interna a furia di anatemi ed espulsioni plebiscitarie. Prassi di cui si hanno riscontri anche nel nisseno, così come dimostra ad esempio la recente espulsione dell’attivista Zaffuto, cacciato dal m5s per avere osato avanzare delle critiche ai caporioni. Un’espulsione, sconcertante nel merito e nel metodo, che Zaffuto ha denunciato agli organi di stampa e della quale ha chiesto (ad oggi invano) le motivazioni alla dinastia pentastellata nostrana dei Cancelleri e seguaci.
Come se gli umori reazionari e xenofobi non fossero sufficientemente rappresentati alle nostre latitudini, assistiamo anche a tentativi di importare nel nisseno la Lega Nord. La vicenda è tragicomica, trattandosi di un partito famoso per avere sempre vomitato luoghi comuni razzisti verso i “terroni”, oltre che contro i migranti, un partito che in questi anni, al governo con Berlusconi, ha contribuito a massacrare le masse popolari. I leghisti terroni hanno iniziato la loro crociata razzista opponendosi all’arrivo di alcuni immigrati nella struttura Sprar del quartiere Cristo re di San Cataldo, adducendo motivi di “sicurezza” (6). La solita operazione vigliacca che falsifica la realtà dei fatti cercando di distogliere la rabbia popolare da quello che è il vero nemico pubblico, il sistema capitalista, e indirizzandola verso un capro espiatorio, cioè colui che sta peggio di noi. Il lavoro esattamente opposto a quello che i comunisti, a cui dovrebbero unirsi tutti coloro che abbiano reale interesse a cambiare il sistema, promuovono sul territorio: unire le lotte di nativi e migranti contro i reali responsabili del disastro.
Da tempo noi del Pdac promuoviamo una battaglia a supporto dei diritti dei migranti, e per unire nella lotta nativi e immigrati, e anche su questo punto l’amministrazione di Ruvolo (quello che in campagna elettorale si diceva pronto a “incatenarsi” per i diritti dei migranti) è stata sorda quanto quella che l’ha preceduta. Gli immigrati continuano ad essere abbandonati al loro destino, in particolare quelli in attesa di entrare al CDA per l’identificazione, che negli ultimi tempi si sono riorganizzati presso il Pala Cannizzaro, nonostante l’ex sindaco-sceriffo Campisi abbia provato a rendere inagibile quella struttura attraverso la costruzione di inferriate. A riprova del fatto che la repressione e gli slogan non producono risultati, e che alle esigenze primarie delle persone bisogna dare risposte reali e concrete. Gran parte del territorio di Pian del lago, zona in cui si muovono prevalentemente i migranti, di sera è totalmente al buio (i nostri appelli sono andati inascoltati), con i prevedibili rischi che ciò comporta per l’incolumità delle persone. Ed è notizia di ieri l’investimento di un cittadino straniero, falciato in pieno da un’automobile, il quale è stato ricoverato in ospedale avendo riportato un grave trauma cranico.
E’ necessario costruire un progetto politico alternativo. La putrescenza del sistema, il lavoro sporco dei suoi cani da guardia (in primo luogo politicanti e mezzi di disinformazione di massa), l’ampliarsi della crisi, producono un profondo arretramento della coscienza politica. Le forze reazionarie provano a capitalizzare il malcontento popolare facendo leva sui più bassi istinti delle persone, sul loro scoramento e sulla diffusa ignoranza. In questo quadro si colloca anche il fenomeno delle “sentinelle in piedi”, gruppo bigotto che ha fatto la sua comparsata a novembre anche a Caltanissetta, e che sostiene di voler difendere l’uomo e la civiltà dal rischio… dell’omosessualità! Con una profondità di argomentazione che farebbe impallidire l’Aristotele citato (ma non studiato) da Ruvolo, costoro ci spiegano che se si ha ha il diritto di sposarsi con una persona dello stesso sesso, allora diventa lecito anche sposarsi col proprio cane!
E visto che a Caltanissetta non vogliono farsi mancare nulla, ecco che viene aperta la sede nissena della “Democrazia cristiana”: come se i democristiani non avessero già fatto sufficienti danni al Paese e non avessero già fin troppi eredi all’interno dei palazzi a qualsiasi livello! Ovviamente non la pensa così il sindaco Ruvolo che ha ritenuto doverosa la sua partecipazione al grande evento dell’inaugurazione della sede democristiana (7).
Di fronte a questo scenario disastroso, non ci si può limitare alle sterili lamentele, magari su facebook, luogo virtuale in cui sono ormai sempre più spesso trincerati gli irriducibili della sinistra parolaia. E’ quanto mai necessario lavorare alla costruzione di un progetto politico realmente alternativo al sistema, che lavori all’unificazione delle lotte su scala locale, nazionale e internazionale, nella prospettiva dell’abbattimento del sistema e dell’edificazione di una società libera da ogni forma di sfruttamento. E’ il progetto che come Lega Internazionale dei Lavoratori-Quarta Internazionale (Lit-Qi) e come Pdac, che della Lit-Qi è sezione italiana, stiamo portando avanti con grande impegno e che sta conoscendo negli ultimi tempi degli importanti sviluppi anche in Sicilia.
In questo quadro si colloca la tre giorni di incontri-dibattito pubblici organizzata nei giorni scorsi dal Pdac, che oltre Agrigento e Siracusa ha toccato anche Caltanissetta, nel corso dei quali abbiamo presentato la nostra ricetta per uscire dal(la crisi del) sistema. E nel frattempo, continuiamo a portare nelle piazze l’unica voce di reale opposizione all’amministrazione Ruvolo e ai suoi presunti oppositori destrorsi, e a supportare i lavoratori, i giovani, i senza tetto, i disoccupati in lotta contro i soprusi padronali. Perché solo la lotta produce risultati.
Partito di Alternativa Comunista (PdAC) – Sezione di Caltanissetta

Pubblicità Elettorale