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Emanuele Filiberto di Savoia a Caltanissetta: accoglienza calorosa, rievocazioni storiche e qualche polemica sui social

Redazione

Emanuele Filiberto di Savoia a Caltanissetta: accoglienza calorosa, rievocazioni storiche e qualche polemica sui social

Ven, 20/06/2025 - 23:16

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Una giornata intensa e ricca di significato quella vissuta oggi a Caltanissetta con la visita di Emanuele Filiberto di Savoia. Il discendente della famiglia reale è stato ricevuto a Palazzo del Carmine dal sindaco Walter Tesauro, con cui ha avuto un incontro istituzionale improntato al dialogo e alla cordialità. La visita si è poi snodata per le vie del centro storico, dove il principe è stato riconosciuto, salutato e fotografato da tanti cittadini incuriositi dalla sua presenza.

Particolare entusiasmo ha suscitato la tappa al Museo delle Vare, dove ha potuto ammirare i simboli della Settimana Santa nissena, autentico cuore pulsante della tradizione cittadina. Poco dopo, il principe ha visitato anche il Teatro Regina Margherita, altro punto di riferimento culturale per la città. Nel pomeriggio, Emanuele Filiberto ha incontrato la dirigenza della Nissa F.C. in un noto albergo cittadino: il presidente Luca Giovannone gli ha consegnato il gagliardetto ufficiale della società, sottolineando il legame tra sport, territorio e memoria.

Ma la visita ha generato anche una vivace discussione sui social, dove non sono mancati commenti critici e riflessioni dal taglio storico-politico. Tra questi, ha fatto particolare rumore un post di un cittadino misseno che ha offerto uno spunto polemico ma articolato, riportando l’attenzione sul peso della memoria storica:

«Non leggo nulla di tutti quelli che da grandi intellettuali e rappresentanti della cosiddetta “società civile” abbiano offerto un pensierino sulla visita del signor Emanuele Filiberto in città, che è stato ricevuto e accompagnato in giro come un’istituzione. Nessuno di loro forse ha letto Terroni di Pino Aprile, oppure non ricorda le leggi fasciste promulgate dal nonno, compresa quella razziale del 1938? E il silenzio sulla fuga da Roma invece di difenderla, come ci si sarebbe aspettato da un re? Io capisco il sindaco, perché lo conosco, è un gentleman e ha agito con garbo istituzionale. Ma gli altri? Quelli che sanno, quelli che parlano sempre, oggi perché tacciono?»

Il post, che ha ottenuto numerose interazioni, solleva un interrogativo più ampio sul rapporto tra memoria storica e rappresentazioni pubbliche. La figura di Emanuele Filiberto, figlio di Vittorio Emanuele di Savoia e nipote dell’ultimo re d’Italia Umberto II, resta divisiva. Se per alcuni la sua presenza è solo simbolica, per altri rappresenta ancora una traccia viva di un passato che andrebbe affrontato con maggiore consapevolezza critica.

La giornata si è comunque svolta in un clima di serenità, con una partecipazione popolare significativa. Ma la visita ha avuto il merito – o l’effetto – di riaprire, almeno per un giorno, una riflessione sul ruolo della memoria e sulla rilettura della nostra storia nazionale, tra accoglienza e coscienza critica.