L’ex procuratore di Caltanissetta Giovanni Tinebra, responsabile delle indagini immediatamente successive alla strage di via d’Amelio, avrebbe fatto parte di una loggia massonica. E’ l’ipotesi avanzata dalla procura di Caltanissetta che, nell’ambito dell’inchiesta sui depistaggi sulla strage del 1992, ha disposto tre perquisizioni, eseguite dai carabinieri del Ros, in alcuni abitazioni, fra Caltanissetta e Catania, riconducibili all’ex procuratore. “Dall’analisi delle dichiarazioni rese nel corso degli anni da alcuni collaboratori di giustizia, unita alla contestuale rilettura degli esiti di procedimenti penali anche di altri distretti – scrive il procuratore di Caltanissetta Salvatore De Luca – sono stati acquisiti una pluralità di elementi che hanno fatto emergere concreti indizi circa la presenza di una loggia massonica coperta nella città di Nicosia (Enna), di cui avrebbe fatto parte anche lo stesso Tinebra, in servizio presso la procura della Repubblica di Nicosia ininterrottamente dal 1969 al 1992”.
Nell’ambito dell’indagine della procura di Caltanissetta hanno assunto importanza alcune dichiarazioni rilasciate dal collaboratore di giustizia Gioacchino Pennino, rilasciate nel 1998, sulla nascita del ‘Terzo Oriente’, “sorta sulle ceneri della P2 e come, al pari della P2, si proponesse di affiliare tutti coloro di cui non si poteva rendere manifesta l’appartenenza massonica, al fine di creare un organismo capace di gestire il potere al di sopra dei partiti e del governo”. A parlare a Pennino del Terzo Oriente, sarebbero stati Giuseppe Lisotta, medico e cugino dell’ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino, e Antonio Schifaudo. Rilevanti anche le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Angelo Siino, raccolte dalla procura di Napoli durante un’indagine alla fine degli anni Novanta, in cui ricostruiva i suoi rapporti con Salvatore Spinello, “massone già in rapporti con il palermitano Giuseppe Mandalari condannato per associazione mafiosa. “Siino – scrive il procuratore di Caltanissetta Salvatore De Luca – ricordava che Spinello si era presentato quale massone intenzionato a creare ‘una super loggia massonica segreta nella quale potessero confluire esponenti politici di rilievo dell’imprenditoria e della criminalità organizzata in modo da creare rapporti di reciproca convenienza’ e con grande capacità di infiltrazione negli apparati pubblici”. Nel corso dell’indagine della procura di Napoli, vennero intercettati diversi dialoghi che delineavano il progetto di Spinello. In uno di questi Spinello “facendo riferimento agli aderenti alla sua obbedienza affermava: ‘Tinebra è dei nostri anche lui, era della loggia di Nicosia…io naturalmente quando vado la, non vado pubblicamente ad abbracciarlo, perché non voglio comprometterlo’. Inoltre – scrive De Luca – è stato accertato che Tinebra aveva sicuramente rivestito un ruolo di vertice nel club Kiwanis di Nicosia, organizzazione indicata come vicina alla Massoneria”. De Luca sottolinea quindi che “benché l’appartenenza a questi clubs, di per sé, non comporta una automatica appartenenza alla massoneria, spesso i massoni possiedono una doppia iscrizione alle logge e a tali associazioni. Grazie alla frequentazione di questi clubs sono in grado di stabilire i rapporti con i fratelli che non appartengono alla massoneria regolare in ambito formalmente legittimo”.