Lavoratori impiegati per un numero di ore nettamente superiore rispetto a quelle previste dal loro contratto, con retribuzioni che nei casi più gravi arrivavano a 1,6 euro l’ora. Stipendi mensili di circa 700-800 euro per giovani che lavoravano oltre 70 ore alla settimana. È quanto scoperto dalla guardia di finanza in un noto supermercato di Biancavilla, in provincia di Catania. Le fiamme gialle di Paternò e la procura di Catania hanno quantificato in 1,6 milioni di euro l’ammontare di soldi non versati ai lavoratori, mentre i contributi previdenziali evasi ammonterebbero a 1,1 milioni di euro. L’indagine, allargata anche ai comuni di Adrano e Misterbianco, ha portato a due arresti domiciliari nei confronti del rappresentante legale e del direttore commerciale del supermercato, affiliato alla grande distribuzione. I reati ipotizzati dal gip sono: intermediazione illecita, sfruttamento del lavoro e autoriciclaggio. La società è stata sequestrata ed è stato nominato un amministratore giudiziario per la sua gestione. “I lavoratori sfruttati, in ragione dello stato di bisogno in cui versavano, in virtù della situazione di grave difficoltà economica tale da limitarne la libertà di autodeterminazione, non avendo nessun’altra valida alternativa, accettavano di essere impiegati per molte più ore rispetto a quelle contrattualizzate, non godendo delle ferie maturate e fruendo di soli due riposi settimanali al mese”, raccontano le fiamme gialle che hanno portato a termine l’operazione.
Caporalato. Dipendenti di un supermarket sfruttati nel Catanese, due arresti
Gio, 15/05/2025 - 11:53
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