La Sicilia in queste ultime settimane è teatro di un acceso dibattito politico. Ad alimentarlo le piu o meno velate polemiche tra i partiti che quasi con cadenza quotidiana parlano tra loro a colpi di comunicati stampa e post sui social. Le elezioni per i presidenti ed i consigli dei liberi consorzi, le ex province, hanno dettato in parte l’agenda politica regionale. Ad elezioni avvenute, il tema resta acceso con le riflessioni e le analisi sui successi dei vincitori e gli insuccessi dei perdenti. Sembrerebbe che queste elezioni di secondo livello abbiano creato le condizioni per ridisegnare la mappa degli equilibri politici sull’Isola. La redazione del Fatto Nisseno ha contattato ed ha posto delle domande all’ex Presidente della regione Raffaele Lombardo, fondatore di “Grande Sicilia” assieme a Gianfranco Micciche ed il sindaco di Palermo Roberto Lagalla.
Presidente Lombardo, a poco più di un mese dalla presentazione ufficiale di “Grande Sicilia”, qual è lo “stato dell’arte” del nuovo movimento all’interno del panorama politico siciliano? Il movimento cresce e si va strutturando sui territori, la sua Visione e prospettiva?
Grande Sicilia si è rivelata vincente e decisiva nella 4 province conquistate dal Centro-destra nelle quali l’asse Cuffaro-Sammartino ha contrapposto formule e candidati perdenti . Aspiriamo ad impegnare civici e democratici, insieme a noi autonomisti, insofferenti ai partiti nazionali per imprimere un dí più autonomistico nell’azione dei governi.
Il popolo siciliano cerca di riacquistare fiducia nella politica per un percorso anche di riscatto civile, ma spesso la dialettica “poco serena” tra gli attori della politica inficia e rallenta un percorso virtuoso in tal senso. Una sua valutazione?
Occorre lavorare per il buon governo e far partecipi i cittadini perché comprendano le difficoltà e apprezzino l’impegno.
Le elezioni provinciali di secondo livello, pur non coinvolgendo direttamente i cittadini, hanno offerto spunti importanti di ragionamento politico a voi attori della politica siciliana. In provincia di Caltanissetta, siete stati determinanti per l’elezione a presidente del sindaco di Caltanissetta, così ha rivendicato l’ex sottosegretario Giancarlo Cancelleri in una recente intervista. Si aspetta un rimpasto di giunta a Palazzo del Carmine ma sembrerebbe che non ci sia consenso sul nome dell’avvocato Licata leader del movimento Orgoglio Nisseno che ha aderito a Grande Sicilia. Cosa succede a Caltanissetta?
Orgoglio Nisseno ha accolto l’invito rivolto ai civici da Grande Sicilia e può mettere al servizio dei cittadini il suo potenziale programmatico impegnandosi nel governo della città. Salvatore Licata è stato designato perché ritenuto più rappresentativo e vi assicuro che è stato pregato di accettare! Licata sarà sempre coerente col progetto del suo movimento. In quanto a Giancarlo Cancelleri, col suo bagaglio di esperienza politica e amministrativa – non dimentichiamo che tra l’altro ha governato a fianco di Mario Draghi – è una risorsa che va valorizzata.
E a proposito di “rimpasto”, Lei lo suggerisce per il governo regionale. Ritiene che un cambio di uomini possa essere utile per accelerare l’azione della giunta? O è solo un problema legato a nuovi equilibri in itinere?
Ho fatto rilevare che vi è una palese sproporzione tra il nostro consenso e le responsabilità attribuite . È un’anomalia che va corretta.
L’ex presidente Lombardo di certo non nasconde la sua soddisfazione per la crescita del neonato movimento, ma anche per il successo ottenuto con l’elezione di Walter Tesauro a presidente del libero consorzio di Caltanissetta. Una soddisfazione che dovrà tradursi, gioco forza, con la nomina di un assessore dal profilo “vicino” a Grande Sicilia. Pacta sunt servanda.