“No, oggi non ci vado alle celebrazioni” per i trent’anni dalla fondazione di Forza Italia. Così Marcello Dell’Utri in un’intervista al quotidiano ‘Il Foglio’. Cosa resta di Silvio Berlusconi? “Le ceneri”. Poi aggiunge: “Resta un partito che vive nel suo nome e resta un’azienda che, questa sì, è saldamente in mano ai suoi figli. E funziona”.
Alla domanda se sia stato invitato alle celebrazioni, Dell’Utri risponde: “Mi hanno invitato, sì. Mi ha telefonato Maurizio Gasparri. Ma che cosa vuole che si dica in una giornata come questa? Quali parole sarebbero adatte? Solo il silenzio. Io avrei organizzato una giornata di silenzio. E poi non sono stati invitati tutti i veri fondatori di Forza Italia, gli uomini di Publitalia: Miccichè, Ghigo, Galan per citare i primi che mi vengono in mente. Non vado anche per rispetto nei confronti di queste persone. Quelli che c’erano sul serio”.
“Con parte del legato che mi ha lasciato Silvio” da 30 milioni “ho comprato il manoscritto originale del ‘Mastro Don Gesualdo’ di Verga. Sarà esposto nella biblioteca siciliana che sto costruendo ad Agrigento“, confida. Cos’è Forza Italia oggi? “Un bel marchio – sottolinea – che ricorda Silvio Berlusconi”.