“In Italia convivono due varianti, Delta e Omicron. Una terza, individuata nel Sud della Francia (lhu), potrebbe arrivare a complicare ulteriormente il quadro. In questo momento non sappiamo quanti dei contagi, dei ricoveri e dei decessi per Covid vadano ascritti a Delta oa Omicron. L’incertezza non consenti di fare previsioni sul raggiungimento del picco e la successiva discesa dei casi”.
Lo afferma Silvio Garattini, presidente e fondatore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, in un’intervista a ‘Il Correre della Sera’. Quanto incidono i vaccini? “Più che altro dobbiamo riflettere sull’impatto dei non vaccinati: tra loro ci sono 4 milioni di ultra 5oenni e tutti i bambini sotto i 5 anni – ricorda Garattini – A costoro vanno aggiunti i soggetti che per vari motivi malattia, nonostante l’immunizzazione, non propria risposta immunitaria sufficiente per la protezione dalla malattia (circa il 10%).
Facendo un calcolo un po’ a spanne, parliamo di io milioni di persone suscettibili al virus in Italia. Non sappiamo quanti di loro hanno avuto un’infezione asintomatica e quindi, pur senza lo status di guariti, godano di una certa protezione”. Quali sono le cose più urgenti oggi? “Primo, spingere le vaccinazioni. Credo che sarebbe giusto l’obbligo dai 5 anni in su – suggerisce il farmacologo – Secondo, sequenziare molto di più il virus per avere un quadro preciso della diffusione di Omicron e cogliere immediatamente l’eventuale arrivo di nuove varianti. Terzo, mantenere le protezioni personali ed evitare possibili occasioni di contagio. C’è poi un impegno fondamentale che spetta agli Stati e alle istituzioni: proteggere le aree a basso reddito. In Africa solo il 9,5% della popolazione è vaccinato con ciclo completo. Se continuiamo a circolare il virus si formeranno altre varianti che, con lo spostamento di persone, arriveranno anche nei Paesi con coperture vaccinali elevate. Lo stiamo già vedendo