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Caltanissetta e la sua capacità di resilienza alla crisi nel report Unioncamere

Redazione 2

Caltanissetta e la sua capacità di resilienza alla crisi nel report Unioncamere

Ven, 08/10/2021 - 11:43

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A Roma e Milano si produce il 19,7% dell’intera ricchezza del Paese (+2 punti percentuali rispetto al 2000), con le prime 20 province che concentrano il 55,4% di tutta la ricchezza prodotta. E’ quanto emerge dall’analisi realizzata dal Centro Studi Tagliacarne e Unioncamere sul valore aggiunto provinciale del 2020 e i confronti con il 2019, che e’ una delle storiche attivita’ di misurazione dell’economia dei territori realizzata dal sistema camerale.

Le economie territoriali a piu’ alta presenza di imprese con meno di 50 addetti, che sono la dorsale del nostro sistema Paese, hanno registrato le perdite piu’ consistenti di reddito prodotto, -7,5% fra il 2019 e il 2020. In particolare in quest’ambito fanno registrare perdite piu’ significative di valore aggiunto: Pistoia (-9,0%), Prato (-9,5%), Fermo (-7,3%), Barletta-Andria-Trani (-10,6%) e Sud Sardegna (-9,5%). Secondo lo studio, dal punto di vista settoriale, ad essere penalizzate maggiormente sono state le aree manifatturiere (-7,9%).

Sono soprattutto quelle a piu’ intensa vocazione nel tessile e abbigliamento (-8,1%) e nella cultura (-7,9% al netto di Roma e Milano) ad essere state colpite. Le 16 province nelle quali l’incidenza del tessile abbigliamento e’ superiore alla media nazionale hanno chiuso tutte quante con un bilancio peggiore della media nazionale (-9,4% contro il -7,1% medio nazionale) con quattro di queste che hanno registrato perdite in doppia cifra: Rovigo (-11,7%), Macerata (-12,5%), Ascoli Piceno (-11,9%) e Barletta-Andria-Trani (-10,6%).

Principali poli della cultura italiana, le altre 9 province/citta’ metropolitane che hanno un’incidenza del sistema culturale e creativo superiore alla media nazionale hanno perso il -7,9% (contro un calo del -6,1% delle due principali citta’ metropolitane). Si tratta di Torino (-7,4%), Padova (-8,1%), Trieste (-8,3%), Bologna (-6,5%), Ancona (-6,6%), Firenze (-9,8%), Pisa (-9,0%), Arezzo (-8,9%), Siena (-9,3%).

Sul fronte opposto maggiore capacita’ di resilienza si riscontra nelle aree che presentano un contributo al valore aggiunto piu’ elevato proveniente dal settore pubblico, che nel 2020 hanno contenuto le perdite al -6,6% contro un calo nazionale del -7,1%.

Nell’ambito delle 21 province nelle quali il pubblico contribuisce per oltre il 20% alla formazione del valore aggiunto locale, ben 14 hanno fatto segnare un andamento del valore aggiunto migliore della media nazionale. E tra queste si segnalano diverse province appartenenti al novero di coloro che hanno saputo meglio contenere le perdite. Alcuni esempi: Rieti (-4,0%), Benevento (-3,3%), Taranto (-3,8%), Trapani (-3,4%), Caltanissetta (-2,0%), Enna (-1,7%), Isernia (-3,3%). L’economia blu e verde – fa notare il rapporto – si sono rilevate armi importanti in diversi territori per limitare i danni della pandemia sulla ricchezza prodotta.

Sei province su dieci con la quota maggiore di imprese che hanno fatto investimenti green nel periodo 2016-2020 hanno retto meglio della media nazionale: Novara (-7,1%), Imperia (-6,9%), Varese (-6,0%), Ravenna (-7,0%), Salerno (-3,5%), Campobasso (-7,2%), Isernia (-3,3%) contro il – 7,1% del valore aggiunto nazionale.

Mentre le 48 province in cui il peso dell’economia del mare e’ piu’ elevato fanno registrare cali del -6,6% contro la media nazionale del 7,1% con Livorno (-4,1%), Savona (-5,7%) e Imperia (-6,9%) che sono le province che maggiormente hanno saputo capitalizzare l’elevato peso che il mare ha nel caratterizzare le loro economie.

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