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PSICOLOGIA. Cresce anoressia nervosa tra giovani, Sip avvia studio

Redazione

PSICOLOGIA. Cresce anoressia nervosa tra giovani, Sip avvia studio

Mar, 23/02/2021 - 09:52

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Scomparse, o quasi, le classiche bronchioliti dagli ospedali, ad affollare ultimamente i Dea (dipartimenti di emergenza e accettazione) italiani e i pronto soccorso sono sempre piu’ bambini e adolescenti con problemi psicologici o neuropsicologici esorditi in epoca Covid, a partire dal lockdown. Su tutti l’anoressia nervosa. “Stiamo vedendo in arrivo ai Pronto soccorso, spesso con necessita’ di ricovero nei reparti ospedalieri, ragazze anche giovanissime che esordiscono con un rifiuto dell’alimentazione, un peso corporeo in calo e con una percezione distorta del proprio corpo: si vedono sempre grasse nonostante siano magrissime”.

Lo fa sapere Elena Bozzola, Segretario Nazionale della Societa’ italiana di pediatria (Sip), che annuncia l’avvio di uno studio multicentrico della SIP sui disturbi neuropsicologici e psicologici nelle nuove generazioni, attraverso un’analisi dettagliata delle patologie che afferiscono ai pronto soccorso e ai Dea e che necessitano poi di un ricovero ospedaliero. La ricerca e’ estesa su tutto il territorio nazionale, “per esprimere con numeri veri e in termini scientifici la percezione di un incremento di questi disturbi psicologici e neuropsicologici tra i nostri ragazzi.

Allo studio partecipano tutte le sezioni regionali della Sip- sottolinea il segretario nazionale- ed e’ coordinato dal professore Pietro Ferrara, presidente della SIP Lazio”. In Italia circa 3 milioni di persone, di cui 2,3 milioni sono adolescenti, si trovano a fare i conti con i disturbi della condotta alimentare. “Queste patologie si manifestano prevalentemente tra i 12 e i 25 anni, ma negli ultimi tempi l’eta’ di insorgenza dell’anoressia nervosa si sta abbassando: circa il 20% delle neo-diagnosi ha infatti un’eta’ compresa tra gli 8 e i 14 anni- avvisa la pediatra- e gia’ a partire dagli 8 anni di eta’ si possono individuare i primi campanelli d’allarme”.

Tra i predittori del rischio Bozzola indica “l’esclusione di alcuni alimenti, il consumo del pasto molto lentamente, lo sminuzzare il cibo in pezzi piccoli, addirittura piccolissimi. Le persone che soffrono di disordini alimentari tendono poi a chiudersi in se stesse, ad isolarsi e ad escludere gli altri dalla loro vita. Il tutto, accompagnato da un incremento dell’attivita’ motoria o fisica”. In particolare, secondo il Segretario Nazionale Sip, sono tre le caratteristiche che differenziano l’anoressia nervosa dagli altri disturbi del comportamento alimentare: “Una restrizione volontaria dell’apporto calorico, che conduce ad una forte diminuzione di peso; chi e’ colpito ha una vera e propria ossessione per il proprio peso corporeo, con un’intensa paura di ingrassare. Infine, vi e’ una alterata percezione del proprio corpo: ci si vede sempre grassi, anche se si e’ magrissimi”.

Tra i fattori predisponenti, invece, si ritrovano “il sovrappeso o gli episodi di bullismo subito, come pure la depressione e l’ansia, la bassa autostima e problemi interpersonali o familiari”. Centrale diventa la diagnosi precoce “per prevenire le conseguenze associate all’anoressia nervosa, quali la malnutrizione, l’arresto della crescita, l’anemia e la disvitaminosi. Nonche’ nelle ragazze puberi, l’amenorrea (ossia l’assenza del ciclo mestruale) o dismenorrea (ovvero l’irregolarita’ del ciclo mestruale). Guarire e’ possibile- garantisce Bozzola- ma l’obiettivo puo’ essere raggiunto solo seguendo un percorso multidisciplinare e integrato per curare sia il corpo che la mente. Un intervento precoce e’ ancora piu’ importante qualora l’esordio dell’anoressia nervosa sia intorno agli 8-10 anni.

Infatti, in questi casi e’ maggiore il rischio di danni permanenti secondari alla malnutrizione, soprattutto a carico dei tessuti che non hanno ancora raggiunto una piena maturazione (le ossa e il sistema nervoso centrale)”. E se e’ vero che oltre il 95% di chi soffre di questi disturbi e’ di sesso femminile, “le mamme dei maschietti non possono pero’ dormire sonni tranquilli- conclude la pediatra- perche’, anche se con una prevalenza inferiore, il fenomeno dell’anoressia nervosa ultimamente sta coinvolgendo anche loro”.