Salute

Covid, Antonelli: “Nessun margine per ammorbidire le misure Servono regole piu’ stringenti nelle zone con impennata contagi”

Redazione

Covid, Antonelli: “Nessun margine per ammorbidire le misure Servono regole piu’ stringenti nelle zone con impennata contagi”

Sab, 27/02/2021 - 09:22

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Non e’ tempo “di ritorno alla normalita'”- A sostenerlo in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ e’ Massimo Antonelli, componente del Comitato tecnico-scientifico e rianimatore del Policlinico Gemelli. L’ultimo monitoraggio della cabina di regia “contiene una serie di indicatori che devono far riflettere. Nell’ultima settimana l’incidenza e’ aumentata da 135 a 145 nuovi casi su 100 mila abitanti nei 7 giorni. Dunque e’ lontanissima da quel 50 su 100 mila che potrebbe permettere di fare tracciamento e ‘anticipare’ il cammino del virus”.

Nelle terapie intensive di alcune regioni “il tasso di occupazione dei letti ha superato il 30%, considerata la soglia limite, quello nazionale si mantiene sul 24%”. In alcune aree meno attrezzate “sono cominciati i trasferimenti di malati da ospedali che hanno esaurito la capienza e li smistano in altre regioni”. La situazione “non presenta margini sui quali ipotizzare l’ammorbidimento delle misure: anzi e’ raccomandata l’introduzione di regole piu’ stringenti in modo chirurgico, vale a dire nelle zone soggette all’impennata di contagi”.

Anche gli spostamenti motivati da comprovate esigenze di qualsiasi genere “dovrebbero essere ridotti al minimo all’interno dell’Italia, per non parlare dei viaggi all’estero, da evitare”. L’effetto vaccinazioni “lo vediamo tra gli operatori sanitari. Il 28 dicembre, quando sono cominciate le vaccinazioni, i contagi tra personale sanitario erano circa 3.500. Il 15 febbraio erano approssimativamente 700. Un netto calo”.

Il vaccino funziona, anche se “non c’e’ la certezza che chi e’ immune non sia contagioso”. Il Sars-CoV-2 “colpisce tutta la popolazione. Bisogna capire quanti casi sono dovuti alle tre varianti inglese, brasiliana e sudafricana” che “sono destinate a diventare predominanti come e’ accaduto in Gran Bretagna”. Per la riapertura di teatri, cinema e altre attivita’ “stiamo valutando protocolli di sicurezza articolati e scrupolosi. Nei territori dove la circolazione del virus e’ sostenuta, la prospettiva di riaperture e’ impensabile”