Salute

Covid-19, indagine medici internisti: Risposta immunitaria a vaccino in 100% casi

Redazione

Covid-19, indagine medici internisti: Risposta immunitaria a vaccino in 100% casi

Mer, 24/02/2021 - 09:57

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“Medici e infermieri dei reparti di medicina interna dicono si’ in massa al vaccino anti-Covid, che nella versione Pfizer-Biontech alza una barriera anticorpale nel 100% degli immunizzati, con effetti collaterali nel 37% dei casi, ma limitati quasi sempre a sintomi come dolore nel sito dell’iniezione, malessere generale, astenia, mialgie e artralgie, quasi sempre in forme lievi. E se lo scudo funziona contro il virus un passo indietro lo fa anche lo stress da pandemia, che in questi mesi ha messo a dura prova i nervi dei nostri operatori sanitari, generando, difficolta’ di concentrazione ansia e preoccupazione e in percentuali non irrilevanti”.

Sono i principali risultati di un’indagine sulla vaccinazione dei sanitari condotta dalla Fadoi (Federazione dei medici internisti ospedalieri), che hanno assistito nell’anno pandemico oltre il 70% dei pazienti Covid. A fornire le risposte e’ stato un campione rappresentativo di 1.022 operatori sanitari, dei quali il 60,2% dirigenti medici, il 24,6 infermieri, il 6,3% specializzandi. Tra i dirigenti medici il 58% afferisce all’area di medicina interna.

IL VISSUTO DELLA PANDEMIA – “Il 20% degli intervistati ha gia’ contratto il Covid, a riprova dell’ampia esposizione al rischio della categoria- emerge dall’indagine- Il 73% ha avuto sintomi che non hanno pero’ richiesto il ricorso al ricovero, necessario invece per il 7% dei casi. Ma le conseguenze dell’epidemia non si misurano solo in termini clinici, bensi’ anche psicologici. Il 58% e’ preoccupato per se e i propri cari anche solo se si tratta di uscire di casa. La preoccupazione per presente e futuro e’ del 55,9% degli intervistati, che nel 45,5% dei casi accusa un senso di isolamento. L’effetto a cascata dell’ansia da pandemia riguarda pero’ anche comportamenti e difficolta’ che vanno a inficiare il livello di sicurezza delle prestazioni sanitarie offerte. È il caso dello stato di irritabilita’ ed ansia che colpisce il 49,3% dei sanitari, la difficolta’ di concentrazione comune al 19% di loro. Ma anche la difficolta’ di memorizzazione accusata dal 12,5% dei professionisti sanitari”.

IL SUCCESSO DELLA VACCINAZIONE – “Massiccia” l’adesione di medici e infermieri alla campagna vaccinale, alla quale “il 99% dichiara di aderire, mentre il 95% del campione ha affermato di aver gia’ assunto la prima dose. Una percentuale piu’ alta di quell’abbondante 80% rilevato dalla struttura commissariale- spiegano da Fadoi- spiegabile con il fatto che a rispondere alla survey sono stati soprattutto coloro che il vaccino lo avevano gia’ fatto. Prima di accettare il vaccino (nel 99% dei casi quello Pfizer), quasi tutti si sono documentati, nel 78,8% dei casi attraverso articoli scientifici, nel 22,7% attraverso webinar dedicati. Il 51,4% si e’ affidato alle opinioni di colleghi esperti, il 20,3 a media e social.

Fra i pochi che ancora non si sono vaccinati, il 23% non l’ha fatto per difficolta’ organizzative aziendali, solo il 9% per scelta personale. Nel 32% di ‘altre risposte’, quelle piu’ frequenti si riferiscono al fatto di aver gia’ contratto il Covid, di essere in attesa della convocazione e di essere in stati di gravidanza o in fase di allattamento”. Chi si e’ vaccinato nel 72,7% dei casi, intanto, lo ha fatto “per proteggere la propria salute o quella dei propri cari (77,2%). Ma sono numerose anche le motivazioni ‘altruistiche’, come quella di voler proteggere i pazienti (65% dei casi) o per favorire il ritorno alla normalita’ (57,6%). Gli effetti collaterali si sono avuti nel 37% dei casi”. Ma l’intensita’ delle reazioni e’ stata alta in appena “il 15% dei casi quando si e’ trattato del semplice dolore nel sito dell’iniezione, in meno del 10% dei casi riferibili a malessere generale, astenia (esaurimento fisico), mialgie (dolori muscolari) e artralgie (dolori alle articolazioni).

Irrilevante l’intensita’ delle altre reazioni come febbre, tachicardia o, peggio, sincope”. Ancora pochi, solo il 12%, coloro che hanno effettuato un test sierologico per rilevare la presenza di anticorpi dopo la vaccinazione. “Di questi, due su tre, l’hanno fatto dopo la prima dose, una su tre dopo la seconda e tutti hanno sviluppato anticorpi”. “L’ampia adesione alla campagna vaccinale del personale sanitario e dei medici internisti in particolare non mi sorprende- commenta Dario Manfellotto, presidente di Fadoi- perche’ conferma il senso di responsabilita’ con il quale in questo anno di pandemia abbiamo garantito l’assistenza al 70% dei ricoverati Covid, cercando al contempo di non far mai mancare il supporto agli altri malati.

Non mi stupisce nemmeno l’ottima risposta immunitaria generata dai vaccini che restano l’unica vera arma per uscire dal tunnel della pandemia. Ma adesso appare importante e necessario che parta un programma di sorveglianza fra i sanitari vaccinati, per dosare e monitorare nel tempo la risposta immunitaria degli operatori, e il rischio di infezioni o reinfezioni, al di la’ dei progetti di ricerca gia’ previsti”.

Preoccupano, invece, i segnali di stress “ai quali sono stati sottoposti in questi mesi di lotta al virus il personale sanitario, spesso costretto a lavorare in situazioni difficili per carenze d’organico e turni di lavoro massacranti. Per questo- conclude Manfellotto- riteniamo quanto mai urgente che si avvii un piano di assunzioni nel comparto sanitario utilizzando le risorse del Recovery Plan, che prevede espressamente il rafforzamento dei reparti di medicina interna”. 

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