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Caltanissetta, Anno Giudiziario. Di Matteo: “Combattere logiche di potere Csm, troppi magistrati pervasi dal male oscuro del carrierismo”

Redazione

Caltanissetta, Anno Giudiziario. Di Matteo: “Combattere logiche di potere Csm, troppi magistrati pervasi dal male oscuro del carrierismo”

Sab, 30/01/2021 - 13:13

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“Il vostro sarà un lavoro duro e difficile, che vi esporrà ad attacchi, delegittimazione e a rischi di ogni tipo. Ecco perché avete una ragione in più, avete tutto il diritto, di percepire l’organo di autogoverno della magistratura come vostro baluardo. Dovete pretendere che il Csm funga da scudo contro attacchi a indipendenza magistratura e di ciascun magistrato che vengono quotidianamente mossi dall’esterno e dall’interno dell’organo giudiziario”. Lo ha detto, rivolgendosi ai “giovani magistrati”, il rappresentante del Csm Antonino Di Matteo, intervenendo al Tribunale di Caltanissetta per l’inaugurazione dell’anno giudiziario. “Il Csm si sta impegnando per dimostrare coi fatti di voler cambiare pagina – ha detto -. Dobbiamo combattere per debellare per sempre quelle logiche che lo avevano trasformato in un centro di potere lontano, quando addirittura non ostile, a magistrati liberi indipendenti e coraggiosi”. 

“Quello appena trascorso non è stato un anno facile. Il Csm sta ancora affrontando l’onda lunga dei fatti emersi dall’inchiesta della Procura della Repubblica di Perugia. Fatti e situazioni che ci devono indignare ma non sorprendere. Non dobbiamo essere ipocriti. Essi rappresentano una fotografia nitida di una patologia che rischia di minare l’intero sistema della Magistratura. Una malattia che silentemente si era diffusa come un cancro con la prevalenza di logiche clientelistiche, correntizie e di cordata. Di collateralismo con la politica”.

“Un sistema malato – ha aggiunto -, financo estrinsecato di scelte giudiziarie dettate più dalla opportunità che dalla doverosità dell’agire. Un sistema che non esitava ad adoperarsi per isolare e neutralizzare i magistrati che non lo assecondavano. Logiche perverse che hanno allontanato il Consiglio dalla funzione immaginata dal legislatore costituente, e alimentate fuori dal Csm da comportamenti di troppi magistrati sempre più pervasi dal male oscuro del carrierismo e della folle corsa a incarichi direttivi”

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