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Le tessere e il mosaico: “La musica e il canto in chiesa”

Don Salvatore Callari

Le tessere e il mosaico: “La musica e il canto in chiesa”

Dom, 06/12/2020 - 08:25

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Don Salvatore Callari

Abbiamo parlato in una precedente “puntata” dei segni della Liturgia. Tratteremo oggi, in particolare di un segno, linguaggio efficacissimo della liturgia. Il canto e la musica sacra. La musica e soprattutto il canto “se usati” in Chiesa ”, devono essere degni di far parte integrante e rilevante della liturgia. Potremmo dire che, musica e canto, sono “asse portante di essa e devono avere uno stile particolare”. La Chiesa esige che i luoghi, gli oggetti, le vesti, e i gesti simbolici siano adeguati alla sacra finalità sacramentale, La musica merita una attenzione di rispetto perché è uno dei più alti segni espressivi della liturgia, e contribuisce a suscitare nell’animo dei fedeli una risonanza interiore, con momenti di profonda emozione, che solleva lo spirito e dispone, in modo più partecipativo alla preghiera, per dare gloria a Dio risvegliando il desiderio della santità. La musica e il canto sacro hanno avuto sempre un posto di rilievo nella tradizione della Chiesa, la stessa scrittura, i santi Padri, i Sommi Pontefici hanno curato ( e anche difeso) con particolare attenzione, questi elementi portanti delle funzioni, per evitare che fossero contaminati da caratteristiche piuttosto profane, che sebbene di pregio artistico , non sono opportuni per la liturgia. Queste considerazioni sono rilievi culturali, ma sono più sono interessanti , per noi, quelli che riguardano la concretezza della vita cristiana almeno settimanale o domenicale. Appare evidente che i fedeli non danno molta importanza al canto delle celebrazioni della liturgia. Lo considerano un optional superfluo. Basti osservare che alla fine di ogni liturgia, mentre si esegue l’ultimo canto, si scappa via, non considerando che essa, diremmo, viene mutilata. Non è ingiustificato rilevare, purtroppo, che i fedeli non sono sufficientemente istruiti e preparati per mancanza di una educazione musicale “ anche da parte della competenza” E sa di tristezza, tranne in poche circostanze, vedere che differenza c’è tra una celebrazione troppo asciutta e quella arricchita dal canto nelle occasioni solenni , specie se tutto si svolge con dignità nelle forme per edificare i fedeli e gustino il gaudio della preghiera nell’ebbrezza dello spirito. Quale gradevole stupore, nell’assistere, altrove, alla messa e tutto il popolo canta, e talora, a due cori popolari. Attenzione particolare meritano gli strumenti. La Chiesa ha saputo adattarsi, ai gusti moderni, ma certe volte si esagera come se si trattasse di momenti di evasione. Ma va tenuto conto delle diverse culture di altri popoli. Anche nella Bibbia i “fedeli” venivano esortati a cantare la lode del Signore : “ Lodate il Signore con squilli di tromba,/ lodatelo con arpa e cetra,/ lodatelo con timpani ,/ lodatelo anche coi flauti”(Salmo 150). Purtroppo, molte ragioni vengono avanzate per giustificare …. la negligenza, ma non è la Chiesa che lo impedisce !

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