Salute

Rassegna stampa. Caltanissetta, Petitto: l’Asp nega l’accesso agli atti

Lino Lacagnina - La Sicilia

Rassegna stampa. Caltanissetta, Petitto: l’Asp nega l’accesso agli atti

Dom, 29/11/2020 - 09:37

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«I cavilli giuridici dietro cui si nasconde l’Asp per negare la visione dei 300 contratti stipulati in conseguenza dell’emergenza Covid e delle successive disposizioni di servizio emanate, alimentano solo dubbi sull’operato di coloro che sono ai vertici di un’azienda pubblica, e che sono, tra l’altro, profumatamente pagati». Non ha remore l’avv. Annalisa Petitto nel censurare e contestare la risposta negativa dell’Azienda alla sua istanza del 27 ottobre scorso. «L’assunzione di medici, infermieri, operatori socio-sanitari – ricorda Annalisa Petitto (che ha scritto nella qualità di consigliere comunale e di “cittadina”) – era funzionale a fronteggiare le esigenze straordinarie ed urgenti derivanti dalla diffusione della pandemia, nonché a garantire i livelli essenziali di assistenza. Chiedevo inoltre di prendere visione dei conseguenti provvedimenti di assegnazione del predetto personale assunto nelle direzioni/reparti/unità».

Annalisa Petitto aveva deciso di richiedere gli atti stante «la perdurante carenza del personale lamentata proprio nei reparti e nelle unità preordinate a fronteggiare l’emergenza Covid e che, tra l’altro, ha recato molteplici ed inaccettabili disservizi sanitari ai cittadini». L’Asp ha risposto che i dati richiesti sono già stati pubblicati sul sito istituzionale dell’azienda «a cui è possibile accedere senza alcuna difficoltà», ed ha anche ricordato che «non tutti i dati richiesti possono essere resi noti, stante il “mancato interesse (della richiedente; n. d. r.) diretto, concreto ed attuale corrispondente ad una situazione giuridicamente tutelata e collegata al documento al quale è stato chiesto l’accesso”».

Ma l’avv. Petitto non ci sta e rilancia: «La perdurante carenza di personale mal si concilia con un numero di assunzioni di tale portata e fa pensare che non tutto il personale assunto è stato impiegato nei reparti in prima linea. La città aveva ed ha il sacrosanto diritto di sapere e di conoscere come e dove i vertici dell’Asp abbiano impiegato questo personale. Lascia basiti ed attoniti leggere il ridicolo cavillo giuridico, peraltro non pertinente, dietro cui i vertici dell’Asp si trincerano pur di non esibire gli atti richiesti. Sconoscono o fanno finta di dimenticare l’art. 5 c. 2 del d.lgs 303/2013 che sancisce a chiunque ne faccia richiesta il “diritto di accesso civico” ovvero il diritto di chiedere ed ottenere l’esibizione di atti della Pubblica Amministrazione. Perché non vogliono esibire gli atti richiesti? Cosa c’è da nascondere? Hanno perso l’occasione per dimostrare alla città che la sanità è pubblica, pagata con i soldi dei cittadini, e che quanto si mette in atto lo si fa (o si dovrebbe fare) nell’interesse solo e supremo della salute pubblica. Valuterò di proporre ricorso innanzi al Tar».

In conclusione, Annalisa Petitto sottolinea che «non è la prima volta che l’Asp tiene per sé atti e documenti legittimamente richiesti: è del 25 novembre scorso la notizia che il Tar ha condannato l’Azienda sanitaria (con pagamento delle spese processuali che pagheranno i cittadini) proprio per aver negato l’accesso agli atti ad uno studio radiologico di Niscemi».

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