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Caltanissetta, ultima in Italia. L’appello del vescovo Russotto: “Impegno e orgoglio per risalire”

Redazione

Caltanissetta, ultima in Italia. L’appello del vescovo Russotto: “Impegno e orgoglio per risalire”

Gio, 19/12/2019 - 17:31

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CALTANISSETTA  – “Ce la possiamo e ce la dobbiamo fare…”: è questo il messaggio di speranza che il vescovo mons. Mario Russotto invia al “suo popolo”dopo aver rilevato che la provincia di Caltanissetta è all’ultimo posto della graduatoria nazionale stilata de “Il Sole 24Ore” per la qualità della vita. Un messaggio di incoraggiamento che arriva dopo aver sottolineato «con le lacrime agli occhi» la realtà di un territorio che non riesce a crescere, e che –anzi –sembra essersi posizionato in una condizione permanente di depressione economica, sociale, imprenditoriale e non riesce a venirne fuori e a migliorare. «E’ la quarta volta che dagli anni ’90 ad oggi la provincia di Caltanissetta si ritrova in una situazione del genere –dice mons. Russotto – ciò vuol dire che c’è qualcosa che affonda le sue radici in una situazione che affonda anche nel passato, ed è per questo che vanno cercate le cause». E chiama in causa i politici, gli amministratori locali e coloro i quali rappresentano la provincia nelle istituzioni regionali e nazionali, e a loro rivolge un accorato appello: «E’ giunta l’ora di raccordarsi tra di loro, di uscire fuori dal guscio imposto dagli steccati dei propri partiti –auspica –e di mettersi attorno ad un tavolo comune per capirecome portare sviluppo e risorse nel nostro territorio. Queste classifiche devono riuscire a far tirare fuori la rabbia ed il coraggio, far vergognare tutti quelli che l’hanno amministrato sino ad ora. Più che perderci d’animo e piangerci addosso dobbiamo ora capire che è il momento di riscoprire l’orgoglio e tirar fuori coraggio e cultura per vincere la rassegnazione e l’abitudine dell’accontentarsi di quel poco che si ha…». «Ci sono delle incongruenze incomprensibili –aggiunge mons. Russotto –e tra queste quella del presidente della Regione Nello Musumeci che afferma che i soldi per finanziare dei progetti ci sono, però quando noi presentiamo delle proposte per ottenere dei finanziamenti ci rispondono che non ce ne sono, ed infine si viene a sapere che questi soldi vengono restituiti all’Europa. In tutto questo, evidentemente, c’è qualcosa che non funziona: se c’è un budget da distribuire fatelo sapere, chiedete aiuto agli amministratori locali o ai vescovi che conoscono i bisogni e le necessità dalla popolazione e noi ci attrezziamo. Per me quello che accade in Sicilia è gravissimo, ed è gravissimo che a dirlo è il presidente della Regione. E’ gravissimo che i nostri giovani, anche per questi motivi, siano costretti ad andar via e che, dopo aver frequentato le Università del nord o dell’estero, poi non ritornano più. Occorre investire nella cultura del lavoro, ed è a questo fine che noi in 16 anni abbiamo creato 96 cooperative giovanili che operano nel sociale, nella cultura e nelle attività agricole e occupano circa 250 giovani». «Che tipo di futuro si pensa di voler assicurare a questi giovani se non si creano le condizioni ambientali e strutturali per avviare delle attività produttive? E’assurdo –dice mons. Russotto – che non solo la scorrimento veloce Agrigento-Caltanissetta si è impantanata e rischia di rimanere un cantiere aperto, ma che anche le stradeinterne delterritorioprovinciale siano nella maggior parte dei casi impercorribili e che ci siano dei paesi come Vallelunga,Marianopoli eVillalba, totalmente isolati ed impossibile da raggiungere con i Tir. In conseguenza di ciò, i giovani comepossono pensare di metter su delle aziende in condizioni simili. Anche le ex Province regionali sono ormai allo sfascio totale e lasciate in una sorta di limbo: occorre pensare come rimediare a tutto ciò. Occorre svegliarsi anche perché i nisseni le tasse le pagano come avviene a Milano, solo che altrove una buca viene riparata nottetempo mentre qui per fare la Caltanissetta-Mussomeli stiamo ad aspettare da decenni». «La Chiesa locale –conclude – è sempre stata e rimane in prima linea e vuole continuare ad essere da stimolo. L’appello che faccio alla mia gente è quello di credere in noi stessi e nelle nostre capacità smettendo di elemosinare la pietà dei politici e cerando di recuperare la forza della coscienza critica e la buona volontà per cooperare insieme. Questa è l’ora della prossimità del dialogo e ella solidarietà, perché è lo stare insieme, superando steccati ed individualismi, che ci darà la vittoria». (di Giuseppe Scibetta, fonte La Sicilia)