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Maltempo. L’acqua alta ha inondato la basilica di San Marco, è la sesta volta in 1200 anni

Redazione

Maltempo. L’acqua alta ha inondato la basilica di San Marco, è la sesta volta in 1200 anni

Mar, 12/11/2019 - 20:41

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La marea ha intaccato i marmi recentemente sostituiti dopo l’alluvione del 2018. Il progetto del Mose divide esperti e intellettuali

Venezia di nuovo sott’acqua, ma stavolta con un livello di allarme più alto. La basilica di San Marco, infatti, è stata allagata con una marea alta 127 centimetri che ha invaso la parte iniziale della Basilica con 70 centimetri di acqua, andando ad intaccare le colonne dell’edificio e i marmi recentemente sostituiti e danneggiati dalla marea record del 2018.

Una massa che è entrata fino a dentro il Nartece, l’atrio che si trova tra la facciata esterna e le navate: un evento raro questo, a dispetto invece della frequenza, peraltro in aumento, del fenomeno dell’acqua alta.

Sei inondazioni in 1200 anni

Secondo la Procuratoria di San Marco, l’allagamento di oggi della Basilica ha solo 5 precedenti in tutta la sua storia, iniziata nel IX secolo con il doge Giustiniano Partecipazio che la eresse per custodire le spoglie di San Marco evangelista.

Sono 6 volte dunque in 1.200 anni. Ma il dato allarmante è che 3 di queste si sono verificate negli ultimi 20 anni, l’ultima il 30 ottobre 2018, quando l’acqua invase alcune decine di metri quadri del millenario pavimento a mosaico marmoreo, di fronte all’altare della Madonna Nicopeia, e soprattutto inondò completamente il battistero e la cappella Zen arrivando ben 90 centimetri sopra il pavimento mosaicato del Nartece e bagnando i monumentali portoni in bronzo bizantini, le colonne, i marmi.

Sgarbi: “La situazione è grave”

Il progetto del Mose, però, ancora una volta, divide esperti e intellettuali. Secondo il critico d’arte Vittorio Sgarbi, nel 2010 già sovrintendente per il patrimonio storico e artistico proprio a Venezia, “la situazione è grave. La basilica di San Marco è molto ferita” ha detto all’AGI, e “di anno in anno c’è un logoramento sempre più sensibile. E nonostante io tenda in genere a non fare allarmismo, stavolta dico che un rischio reale c’è. L’allarme stavolta è giusto”.

E la soluzione, secondo Sgarbi, è rappresentata proprio dal Mose: “Io ho sempre pensato che il Mose fosse la soluzione, ed è scandaloso che ancora non sia stato completato. Il 2021 ci sarà la fine dei lavori? E’ una data di garanzia, anche se si doveva accelerare sul Mose, trovo incredibile che non si sia accelerato. E’ un ritardo molto grave”.

Calimani: “Sbagliato tutto l’approccio”

Di parere nettamente opposto Riccardo Calimani, scrittore e storico veneziano autore, tra le numerose opere, di un’ampia ‘Storia della Repubblica di Venezia’: “Il vero problema – spiega all’AGI- è se il Mose funzionerà, ma la mia impressione e’ che si sia sbagliato del tutto approccio”. I progettisti della faraonica opera che dovrebbe limitare l’impatto delle maree su Venezia, secondo lo storico, non hanno appreso la lezione del passato. Durante la Serenissima – racconta – si facevano interventi graduali e reversibili, si faceva e si disfaceva, per essere pronti a fronteggiare le emergenze senza alterare l’equilibrio della laguna. Il Mose è tutto il contrario, è stata una mangiatoia, sono stati fatti errori enormi” accusa.

Cacciari: “La responsabilità è di tutti i governi”

Critico anche l’ex sindaco di Venezia, Massimo Cacciari. L’allagamento della Basilica? “Nulla di nuovo – dice all’AGI – tutto questo si conosceva quando si e’ deciso di buttare via i soldi con il Mose. Esisteva un progetto importante di rialzo di piazza San Marco e di contenimento delle acque per preservare la Basilica da questo fenomeno. Era possibile farlo ma poi tutti i soldi per la manutenzione della citta’ sono stati spesi per il Mose e ora chi è causa del suo mal pianga se stesso”.

E ancora, rincara la dose: “La questione era stata affrontata, c’era già un progetto di massima con cui ci si trovava anche d’accordo” ha precisato. In merito poi alle responsabilità di chi ha bloccato questi progetti per puntare alla realizzazione del Mose che, va ricordato, anche una volta completato e reso operativo comunque non salverebbe piazza San Marco dal fenomeno dell’acqua alta, ha aggiunto il filosofo: “La responsabilità è di tutti i governi che si sono succeduti: della Lega, di Forza Italia e di tutti quelli che hanno sostenuto questa strada. Forse gli unici innocenti sono il sottoscritto e i suoi collaboratori che fino all’ultimo si sono opposti al Mose”​.

di Simona Zappulla – AGI

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