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Mussomeli, famiglia numerosa di una volta: Famiglia Catalano

Carmelo Barba

Mussomeli, famiglia numerosa di una volta: Famiglia Catalano

Mar, 29/10/2019 - 07:15

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MUSSOMELI – Assai compiaciuto,  l’arzillo settantasettenne Francesco  ( da sempre chiamato Peppe), ultimogenito  della numerosa famiglia Catalano, attento e sottile osservatore dei fatti della quotidianità, mi ha invitato a prendere un caffè casereccio preparato con la caffettiera Moka, mostrandomi subito una foto, a lui tanto cara e di cui  va orgoglioso. Incuriosito e sbirciando frettolosamente  di qua e di là,  mi sono soffermato a dare uno sguardo alla foto, di formato piuttosto grande,  e scorgo subito un “plotone” di persone, a me note,  “allineate e coperte”, in evidente posa fotografica, come per dire “da qui non ci spostiamo”, scegliendo, come sfondo per la foto,  la grande e larga scalinata che dalla Via della Regione congiunge la Via Nazario Sauro.   Si tratta della numerosa famiglia Catalano, i cui genitori  (Catalano Salvatore e Castiglione Marianna)  ebbero 9 figli,  tutti nati  e cresciuti nel vicolo Mistretta, una traversa di Via Caracciolo dove c’era  un’ antica casa di abitazione. Qui vi abitava tale famiglia numerosa che ha dovuto affrontare e superare gli inevitabili e seri problemi logistici che hanno accompagnato la vita dei suoi componenti. Ci si adattava a tutto e si trovavano le soluzioni per ogni cosa. A tavola, a pranzo o a cena,  mentre i comignoli davano segni di vita,  il capofamiglia si faceva trovare a suo posto perché voleva la famiglia attorno a sé,  e mamma “Maranna”, era intenta e premurosa a servire ciò che aveva cucinato e preparato; e così  il gradevole profumo della grande tavolata, invitava i componenti la famiglia ad occupare il posto già assegnato. I suoi occhi materni erano rivolti  alla numerosa prole con diversi palati, comunque, sempre pronta a trovare la quadra  per non scontentare  nessuno. Tuttavia, da sottolineare   che la “pignata” della pasta, abbastanza capiente, era una e sola e bolliva per tutti, certamente col gravoso compito per la mamma, di sapere scegliere il tipo di pasta da cucinare, lunga o corta per assecondare il palato di tutti, compreso il condimento degli ingredienti, il cui odore fuoriusciva e si spargeva in tutto il vicinato; ma il pranzo continuava alla grande, allorquando c’era da dividere la vistosa frittata che stuzzicava l’appetito, accompagnato, per chi lo gradiva, da un bicchiere di vino. Si iniziava a mangiare, tassativamente, dopo il segno della croce. Evidentemente, come già detto, problemi logistici non ne mancavano. Infatti, la sera, per dormire, essendoci fratelli e sorelle, nelle grandi stanze, si utilizzavano i separé, creando così dei temporanei “muri divisori” per la propria privacy. “Papà e mamma erano assai amorevoli ma anche rigorosi ed assai attenti alla crescita dei figli, ha raccontato Peppe Catalano. Infatti, mia mamma, tutte le sere, prima di andare a letto,  girava per tutti i posti  letto per accertarsi che tutti i figli fossero già a dormire, aspettando pazientemente, comunque, il rientro di qualcuno che si attardava fuori casa. Mio papà, invece, una sera, con suo dispiacere, collocò la stanghetta all’interno della porta per impedirne l’accesso ad uno dei figli che aveva superato abbondantemente l’orario del rientro serale consentito, lasciandolo dormire, tutta la notte, fuori casa, sotto il carretto, dove abitualmente lo teneva”. Altri tempi, certamente, altri orientamenti, oggi impensabili, il cui ricordo, non solo fa sorridere ma anche riflettere. Da sottolineare che la crescita di questi figli, dopo la scuola dell’obbligo, fu segnata successivamente  dalle diverse strade individualmente intraprese (chi a Palermo, Roma, Caltanissetta) in cui hanno sperimentato i tanti sacrifici, impegno, soddisfazione ed anche  le improvvise difficoltà che la vita talvolta ha riservato,  raccogliendo, comunque, i frutti delle l’attività svolte nel campo commerciale, artigianale e impiegatizio che hanno permesso loro di formarsi una propria famiglia,  Sono proprio loro quelli riportati nella foto:   Vincenza, Antonino, Giuseppina, Calogero, Saverio, Salvatore, Vincenzo, Maria e Francesco (chiamato Peppe), ( 3 femmine e 6 maschi)  di cui 5 tuttora viventi.    In sintesi, complessivamente 9 figli Catalano, fra fratelli e sorelle, che, a loro volta, hanno avuto 20 figli, con 36 nipoti e 5 pronipoti.    Trattasi, dunque, di una delle tante famiglie numerose mussomelesi che,  dopo la morte dei genitori, in un lontano passato, ha avuto il desiderio di autoconvocarsi e riunirsi a Mussomeli, poiché non tutti erano residenti nel paese natio, per stare un po’ insieme ed immortalare la loro rimpatriata  a futura memoria, festeggiando così tale circostanza con  dolcini locali, prontamente ordinati. Una storia  di antica  famiglia numerosa, vissuta e raccontata, proprio  in un momento in cui la problematica FAMIGLIA andrebbe seriamente approfondita ed attenzionata.

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