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La TRASVERSALE SICULA a Valledolmo-Vallelunga-Resuttano

Carmelo Barba

La TRASVERSALE SICULA a Valledolmo-Vallelunga-Resuttano

Lun, 21/10/2019 - 08:45

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VALLELUNGA PRATAMENO – (DI Alessandro Barcellona)  – I numeri parlano da soli: 648 chilometri, 39 tappe, 40 comuni, 44 giorni. I più antichi camminamenti, direttrici viarie, collegamenti fra le parti della Sicilia interna che la storia e il territorio dell’Isola ancora conserva sono battuti ogni anno da un gruppo di motivati e resistenti camminatori. Rapiti dal fascino dell’evento l’anno scorso, noi di “Sport & Benessere Vallelunga” non potevamo non aderire all’invito di Peppino De Caro e Tano Melfa, le anime di questo gruppo e di questo appuntamento. Dall’anno scorso – addirittura – la “Trasversale Sicula” è stata inserita nei Cammini Internazionali (come Santiago di Compostela, per intenderci). Quest’anno il cammino è stato interamente “Mappato” e verrà suddiviso in cinque “sotto-cammini” (sale-miele-grano-vino-zolfo), il tutto per proiettare l’interno della Sicilia verso una conoscenza e una consapevolezza che supera le barriere regionali, nazionali e continentali. Infatti, stavolta, il nostro inglese e il nostro francese sono stati messi a dura prova: fra belgi e canadesi, americani e francesi, lombardi e veneti ben quaranta persone hanno aderito a tutte o ad alcune delle tappe anche nella provincia di Caltanissetta (“toccandola” solo con Vallelunga e Resuttano).    Il giorno prima il programma prevedeva Marcatobianco-Gurfa-Valledolmo-Vallelunga: vie dei formaggi e fascino dell’architettura rupestre, pranzo e visita al comune con una splendida accoglienza del sindaco Angelo Conti e dell’amministrazione comunale (che bontà il loro prodotti!) La sera arrivo a Vallelunga. Qui – in paese – docce al campo sportivo, cena al Polifunzionale (altrettante bontà del nostro territorio) e accoglienza del sindaco Gianfranco Pelagalli e dell’amministrazione (instancabile, l’assessore Samanda Ministeri!). Pernottamento al secondo piano del museo Perez (ma qualcuno ha piantato le tende pure in qualche giardino privato!).

Il giorno dopo la tappa successiva prevedeva Verbumcaudo-Case Vecchie Susafa- Masseria Tudia-Resuttano. Noi ci siamo sbizzarriti sciorinando quanto di bello e di tragico rappresenta la storia del nostro territorio: Verbumcaudo è il paradigma dell’intera storia siciliana (monaci cistercensi, cavalieri teutonici, storia del latifondo, riforma agraria, mafia e riscatto dello Stato). Ringraziamo – per l’accoglienza – Vittorio De Mauro della Cooperativa Sociale cui il feudo è stato affidato dalla regione, presenza “fisica” di questo lieto fine morale ed etico. Quindi è cominciata l’anabasi, ripida erta impervia salita verso le case vecchie di Susafa. Cinque chilometri infiniti, a salire e scollinare superando trecento metri di dislivello per raggiungere un posto spettacolare a più di ottocento metri: è la masseria fondata dall’Ordine dei Cavalieri di Malta nella seconda metà dell’anno mille quando Ruggero II e Matteo dell’Aquila consegnarono loro quelle 900 salme di fertile campagna facendo assurgere la Commenda di Polizzi Generosa del Sovrano Militare ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme di Rodi e di Malta come la più importante del sud Italia. Oggi quella parte del feudo appartiene alla famiglia Militello e non possiamo non ringraziare Franco, che ci ha permesso di vedere il portale con la croce ottagona dell’ordine, la chiesa dedicata a Santa Margherita e la campana del Settecento con la stessa incisione. Infine Feudo Tudia (passando per le affascinanti vecchie trazzere regie e il feudo Ciaramito): la generosità del marchese De Gregorio non si è smentita neppure quest’anno! Fa sempre piacere visitare il casamento costruito dal principe Alessandro di Cutò e dove egli ospitò Leopoldo Franchetti e Sidney Sonnino nel 1876 per scrivere l’Inchiesta sulla Sicilia, cioè la relazione sul Mezzogiorno d’Italia da consegnare al Parlamento del Regno. Si tratta del documento che – probabilmente più di ogni altro sul tema – ha segnato (profondamente) il nostro destino di sudditi, regnicoli e meridionali.

Lo spirito della Trasversale Sicula, è molto affine a come noi camminatori di Vallelunga abbiamo fatto sempre: solcando a piedi il nostro suolo, la nostra terra, i luoghi che ci hanno visti nascere e crescere come singoli e come popolo, fra tutti i trascorsi storici belli e brutti, acquisiamo maggiore conoscenza e consapevolezza dei posti che abitiamo; e – cosa non indifferente – è che lo facciamo in gruppo! In comunione, nella nostra diversità ma con l’obbiettivo di percorrere insieme un tratto di strada, ci sentiamo più vicini uno con l’altro, più informati e più consci di trasmetterlo a tutti gli altri!

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