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Il tour siciliano di Salvini: a Siracusa e Catania contestato il vicepremier. “In settimana vedrò gli alleati del centrodestra”

Redazione

Il tour siciliano di Salvini: a Siracusa e Catania contestato il vicepremier. “In settimana vedrò gli alleati del centrodestra”

Dom, 11/08/2019 - 23:49

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Matteo Salvini e Luigi Di Maio adesso si appellano a Sergio Mattarella. Lo evocano, lo invocano, sperano in lui. “Ho totale fiducia e rispetto del presidente Mattarella, che mi sembra abbia ben chiaro il bene dell’Italia. Ha in mano la situazione”, dice Matteo Salvini in costume dall’assolata Sicilia. “Ci affidiamo alle decisioni del Presidente della Repubblica”, scrive su Facebook Luigi Di Maio. Lui, l’evocato capo dello Stato, passeggia a La Maddalena per andare a messa. E riflette. Riflette anche sullo scontro senza limiti fra i due ex vicepremier.

Salvini vuole solo andare a votare

E per questo demonizza tutte le ipotesi di accordo fra i grillini e i dem di professione renziana. Allargato magari a quello che resta di Forza Italia. “Inciuci, giochetti di palazzo, governi tecnici o “di scopo” (?) non fermeranno la voglia degli Italiani di un governo finalmente forte, chiaro, libero, per tornare a correre, per l’Italia dei SÍ. Ci stai???”, scrive di buon mattino su Twitter.  Salvini condisce il suo no con una buona dose di promesse per il futuro. “Tasse ridotte al 15% per milioni di lavoratori italiani, pace fiscale con Equitalia per milioni di Italiani, nessun aumento dell’Iva ma riduzione delle tasse sulla casa. La nostra manovra economica è già pronta, a Renzi interessa solo perder tempo per salvare la poltrona”. annuncia.

Il ministro dell’Interno cerca anche di infilarsi nelle divisioni del Pd: “In questo momento mi sembra molto più coerente Zingaretti: tutto il Pd ha insultato per un anno Di Maio, Conte, Fico, è coerente dire che dopo questo governo c’è il voto. Se comanda sempre Renzi nel Pd? L’intervista oggi l’ha fatta lui, però c’è un segretario di partito che conto rispetti la democrazia”, dice.

Se la prende poi anche con Grillo e il suo appello a combattere “i barbari”. “L’Italia verrà salvata da 60 milioni di abitanti che voteranno, a meno che qualcuno non pensi che sia popolata da barbari. In democrazia la parola spetta al popolo”, commenta.

Caldeggia l’opzione del voto anche la senatrice leghista Stefania Pucciarelli: “Noi della Lega siamo convinti che l’unica strada che rispetti il popolo, sia quella che conduce ad una sua nuova consultazione. Lasciando Mattarella e il suo ruolo di garante fuori dalle polemiche, senza mezzucci o inciuci da politicanti di scarsissima capacità”.

Anche Di Maio si affida a Mattarella

Il percorso immaginato da Di Maio per uscire dalla crisi è diverso, molto diverso. Il primo passo, dovrebbe essere il via libera al taglio dei parlamentari che aspetta solo l’ultimo passaggio previsto dall’iter di riforma costituzionale. Poi, dice il leader 5S, “approvato il taglio dei parlamentari, ci rivediamo subito in aula per capire chi abbia davvero intenzione di sfiduciare Giuseppe Conte come presidente del Consiglio dei Ministri. Il Movimento 5 Stelle sarà al suo fianco fino alla fine”. Terzo e ultimo passo, conclude Di Maio “ci affidiamo alle decisioni del Presidente della Repubblica”.

Nel frattempo prosegue la campagna web grillina contro Salvini e la Lega. Tutta basata sulla rivendicazione dei risultati ottenuti in 15 mesi di governo e sulla domanda. perché Salvini vuole rinunciare a tutto questo? “Perché una crisi di governo ora è assurda, ma soprattutto è pericolosa. Porta con sé – scrive Di Maio – la preoccupazione che a dicembre possa aumentare l’IVA. Che possa saltare Quota 100 per chi voleva andare in pensione o che possa scomparire la tassazione al 15% per chi ha una partita Iva. Perché causare tutto questo? La risposta a voi. Credo che l’abbiate ben compresa”.

Su Facebook il parlamentare M5S, Gianluigi Paragone, dalla Puglia, oltre ad opporsi ad ogni accordo con i dem, ribadisce la gravità del tradimento della Lega: “Un tradimento che è soprattutto, lo ricordo, nei confronti del popolo italiano, non solo nei nostri”.

Salvini contestato anche a Catania

Ancora proteste contro il tour di Salvini nel Sud Italia. In piazza Duomo a Catania davanti alla sede del municipio, prima dell’arrivo del ministro dell’Interno, vi sono stati momenti di tensione tra un gruppo di sostenitori del leader leghista e altri che contestavano duramente il vicepremier. Le due opposte fazioni, che sono arrivate a contatto, sono state separate da un cordone di polizia.

Un secondo momento di tensione è avvenuto al momento dell’uscita di Salvini dal municipio della città etnea: un centinaio di persone hanno iniziato a gridare slogan contro il ministro dell’interno e poi hanno cantato “Bella ciao”. Alcuni contestatori hanno lanciato bottiglie di plastica vuote contro la sua auto. Immediato l’intervento della polizia in tenuta antisommossa.

I contestatori hanno urlato “venduto”, “traditore”, “buffone”, e slogan come “Catania non si Lega” e “fuori i fascisti da Catania”. Inoltre alcuni cartelli di protesta riportavano frasi come: “Ti ricordi forza Etna? Io si”, “Vai a lavura, pulentun”. Tra la folla diverse bandiere con la Trinacria, il simbolo della Sicilia. I simpatizzanti della Lega esponevano uno striscione con la scritta “Catania identitaria”. Alcuni hanno letto per protesta dei passaggi della Costituzione della Repubblica Italiana.

Catania, Salvini contestato: la Costituzione come protesta, il manifestante legge i principi fondamentali

Salvini ha così commentato le proteste: “Fuori c’è il popolo del no, un mix di centri sociali, estrema sinistra e pezzi di Cinque stelle. Io chiamo a raccolta il popolo del sì”. Il popolo del no è “Ben rappresentato da Renzi. Il no alle elezioni è il primo grande no. Spero non ci sia nessuno che voglia giochi di palazzo”. Ed ha aggiunto: “Mentre io sono qui a Catania, Renzi a Roma sta facendo telefonate. Mi risultano telefonate in corso a 360 gradi per salvare la poltrona. Uno squallore imbarazzante l’appello pubblico al M5S ed ad altri Scilipoti di turno. Ho la certezza che qualcuno a Roma sta lavorando per fare un ammucchiata. Ma l’Italia non si merita un governo Scilipoti”.

Riguardo la crisi di governo, il leader leghista a Catania ha ribadito: “Se si vota a metà ottobre, a fine ottobre l’Italia potrebbe avere un governo in carica nel pieno delle sue funzioni. Si avrà così il tempo di fare una manovra finanziaria coraggiosa”. Se dalle elezioni viene fuori una maggioranza stabile e una prospettiva di 5 anni lo spread lo dimezzi”. Sul tema della possibile apertura al centrodestra ha spiegato che già la prossima settimana, in vista delle elezioni regionali, “mi incontrerò con gli alleati del centrodestra e sicuramente parleremo anche d’altro”.

Le proteste continuano in serata a Siracusa

Le contestazioni stanno prendendo di mira Salvini anche nell’ultima tappa del tour in Sicilia, con fischi, slogan e urla “fuori da Siracusa”. Prima del comizio la polizia è intervenuta per allontanare dal palco i manifestanti, in gran parte giovanissimi. Davanti al palco, sono stati esposti dei cartelli: “Salvini fascista, historia docet” e “olocausto mediterraneo”.

Durante il comizio, iniziato con circa un’ora di ritardo, in un’atmosfera di caos tra urla in favore e urla contro il ministro, Salvini ha ironizzato, definendo i contestatori “nostalgici della falce e martello”: “Siete liberi di ospitare cento migranti a testa a casa vostra”. “Se dipendesse da me reintrodurrei un bel po’ di servizio militare, rispetto e disciplina. Altrimenti qua l’ultimo arrivato vuole solo diritti”. Alle urla “scemo scemo”, Salvini ha risposto dal palco: “Scemo scemo lo dicevo alle elementari”. Alcuni sostenitori della Lega lo hanno invece incitato gridando “Matteo, Matteo”. Il leghista ha dovuto alzare la voce in più occasioni per sovrastare le grida dei contestatori. In tema migranti ha sottolineato: “Sono contento che grazie alla politica dei porti chiusi abbiamo più che dimezzato i morti in mare”. Salvini ha poi concluso il comizio mostrando un rosario ai sostenitori in piazza e baciando un santino.

Alle telecamere Salvini prima del comizio aveva detto: “Si parla di dittatura ma io chiedo le elezioni. Non rispondo agli insulti, stiamo già lavorando alla prossima manovra economica”. Poi ha continuato il suo attacco a Di Maio e Grillo: “Capisco Renzi che vuole salvare la poltrona, è umano ma capisco meno Di Maio e Grillo che fino a ieri parlavano di rivoluzione mentre adesso è diverso. A me interessa che si faccia in fretta, poi se qualcuno va in Parlamento e trova il Pd, il M5S, profughi e transfughi che fanno un governo lo spiegheranno agli italiani”.

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