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San Cataldo. Oggi alle 18 in Chiesa Madre solenne Celebrazione Eucaristica per celebrare il “Dies natalis” di San Cataldo patrono della Città.

Redazione 1

San Cataldo. Oggi alle 18 in Chiesa Madre solenne Celebrazione Eucaristica per celebrare il “Dies natalis” di San Cataldo patrono della Città.

Ven, 08/03/2019 - 15:54

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SAN CATALDO. Oggi , venerdì 8 marzo, ricorre il “Dies natalis” (morte) del Patrono della Città. L’8 marzo del 685 il monaco irlandese e Vescovo di Taranto, tornava al cielo, precisamente 1334 anni fa. Quella che lega il Comune di San Cataldo al Vescovo Cataldo è una storia antica, ad oggi di 412 anni, infatti, nella “Licentia aedificandi baroniam fluminis Salsi in personam Nicolai Galletti”, data a Palermo il 18 luglio 1607, Filippo III, re di Sicilia, volle che l’allora “Casale Caliruni” si chiamasse San Cataldo in onore al Santo tarantino. Da allora il monaco irlandese è Patrono del nostro Comune. Morì santamente a Taranto l’8 marzo del 685 e fu seppellito nella chiesa di San Giovanni in Galilea, allora Duomo dei tarantini e lì il suo corpo fu dimenticato per parecchi anni. Fonti e bibliografie consolidate vogliono che il 10 maggio 1071, mentre si scavavano le fondamenta per la riedificazione della Basilica Cattedrale tarantina, distrutta dai Saraceni nel 927, sia stata ritrovata, sulla scia di un profumo inebriante, una tomba, contenente il corpo attribuito a San Cataldo con una crocetta aurea (elemento comune a molti corredi funebri altomedioevali), su cui fu incisa la parola “Cataldvs”. I suoi genitori si convertirono al cristianesimo e da loro ricevette l’educazione e l’amore per la preghiera, l’obbedienza, l’ordine, la mortificazione, e lo spirito di sacrificio e del lavoro. Morti i genitori, il figlio decise di donare tutta l’eredità di famiglia ai poveri. Seguì i consigli evangelici in un monastero irlandese dove nel 637 fu ordinato sacerdote e in seguito ne prese anche la direzione. Nel 670 fu consacrato Vescovo e tra il 679 e 680 si recò a visitare la Terra Santa come pellegrino. La tradizione lo vuole a Taranto, dove su ispirazione del Cristo, andò a evangelizzare quei luoghi dall’invasione pagana. Sbarcò a 11 km da Lecce con una nave greca e oggi quel luogo prende il suo nome “Marina di San Cataldo”. A Taranto Cataldo compì la sua grande opera evangelizzatrice, facendo abbattere i templi pagani e soccorrendo i bisognosi. Ovunque passò, i residenti di quei luoghi decisero di dedicarli a lui cambiando il nome delle loro città in “Cataldo”. Fu un grande pastore di anime ed evangelizzatore. La tradizione gli attribuisce numerosi miracoli. L’intercessione di Cataldo restituì la vista a un fanciullo, fece tornare in vita un muratore, guarì un cieco e una giovane pastorella muta, liberò le città dal colera, dalle pestilenze, dalle epidemie, dalle guerre e dai terremoti. Il culto di san Cataldo è legato anche alle opere di assistenza sanitaria e enti pubblici che portano il suo nome in segno di fede e di riconoscenza per la sua protezione. Come detto, in numerose città italiane e straniere, tra cui la nostra, San Cataldo è Patrono. In Chiesa Madre, oggi alle 18.00, l’Arciprete don Biagio Biancheri, presiederà una solenne Celebrazione Eucaristica alla quale prenderà parte anche l’omonima e storica Confraternita e sarà possibile venerare anche la reliquia del santo patrono.

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