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M5s, il “pasticciaccio” Sarti: le chat con il fidanzato che la incolpano, “A te serve qualcuno da denunciare, non i soldi”

Redazione

M5s, il “pasticciaccio” Sarti: le chat con il fidanzato che la incolpano, “A te serve qualcuno da denunciare, non i soldi”

Gio, 28/02/2019 - 11:02

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«Tesò, Ilaria e Rocco mi hanno chiesto se denuncio te per uscire da questa storia. Per salvarmi la faccia», scrive Sarti il 13 febbraio. Il giorno dopo: «Ti devo denunciare per truffa. Non ci sono altre soluzioni». E lui: «Mai preso un cent senza che tu lo sappia. Per questo mi hai lasciato il token»

Le carte della Procura di Rimini parlano chiaro: non vi sono elementi idonei a sostenere l’accusa di appropriazione indebita contro Andrea Tibusche Bogdan, ex fidanzato dell’onorevole M5S Giulia Sarti finita al centro dello scandalo Rimborsopoli. Dunque, non è possibile che Bogdan – consulente informatico ingaggiato proprio dall’esponente M5s affinché l’aiutasse a cancellare dal web alcune sue foto intime – abbia sottratto le somme di denaro senza che Sarti avesse autorizzato o approvato queste operazioni. E a sostegno della richiesta di archiviazione dei pm di Rimini sono allegate molte delle chat che fanno luce sulla reale posizione della parlamentare M5s: «Mi hai detto innumerevoli volte di prenderli (i soldi ndr) quando mi servivano. Non ti ho mai truffato, mi hai sempre detto: “mici, sai che non ci sono problemi”».

In particolare, nelle numerose chat di Telegram consegnate dall’indagato in sede di interrogatorio, Sarti riferisce a Tibusche che Ilaria e Rocco (Casalino) le consigliarono di denunciarlo per salvarsi la faccia. Cosa che Sarti effettivamente poi fece. Ma non in relazione ai mancati versamenti al ministero dell’Economia – e dunque i rimborsi al M5s -, quanto per presunte appropriazioni indebite dal suo conto. Cosa che in effetti non è possibile perché è stato dimostrato che Tibusche era stato autorizzato da Sarti a operare sul suo conto corrente anche con il token, il dispositivo per la sicurezza dl conto che permetteva di effettuare bonifici.

Dunque – stando alle carte – l’evidenza delle operazioni, le comunicazioni degli estratti e la facilità del controllo del conto corrente non permette di affermare che i prelievi siano stati consapevolmente eseguiti da Tibusche contro la volontà di Sarti. In sostanza, la parlamentare M5s ha sempre avuto la possibilità di controllare i movimenti del suo conto corrente.

Delle chat si evince come tra i due ci fosse un legame molto stretto, tanto che agli atti Tibusche è stato indicato come l’ex fidanzato di Sarti ed è stato dimostrato che aveva un importante ruolo nella vita politica e privata dell’esponente M5s. Sarti, infatti, aveva piena fiducia nell’uomo e oltre a commissionargli ogni incombenza riguardo la gestione del conto corrente, il pagamento delle bollette, l’affitto e altro, le chiedeva continui consigli e valutazioni sulle proprie questioni private e su quelle relative alla vita politica.

Il 13 febbraio, due giorni prima che Sarti depositasse la denuncia, lo scambio tra i due passa dall’essere conciliante e solidale all’essere severo e inflessibile. Ecco il momento in cui la strategia di della parlamentare M5s diviene chiara:

Sarti: Niente attacchi di panico mici mi raccomando, lucidità e onestà sempre.

Sarti: Tesò, le Iene hanno i nomi da mesi e mi hanno chiesto se denuncio te perché mi stanno chiedendo come uscire da questa storia. Io ho detto di no e mi piglio tutta la colpa io.

Tibusche: Denunciare me? Te lo hanno chiesto le Iene?Sarti: No no me lo ha chiesto Ilaria con Rocco. Per salvarmi la faccia. Sono fuori. Ma ho detto di no. Però tesoro è finita, ora devo restituire quei 23.500 €. Ho parlato con la comunicazione, domattina devo fare post su Facebook, avrà lo stesso trattamento di Cecconi e Martelli.

Sarti: Devo scrivere un post domattina e Ilaria lo controlla. Nei Tg e alle Iene è già uscito il mio nome stasera. Mi stanno tempestando.

Nella chat della sera del 14 febbraio 2018, Sarti comunica a Tibusche la sua intenzione di andare a denunciarlo per l’appropriazione indebita di oltre 12.000 euro che l’indagato si sarebbe versato. Ma lui replica negando di aver preso i soldi all’insaputa di lei che le aveva lasciato in gestione il token affinché potesse essere libero di fare tutti i movimenti che credeva necessari.

Sarti: Ti devo denunciare, ci sono più di 12.000 € da ottobre a oggi che ti sei versato. Non ci sono altre soluzioni.

Tibusche: Sì ma denunciare per cosa? Mai preso un cent senza che tu lo sappia e per questo mi hai lasciato il token.

Sarti: Truffa. Perché non sapevo che ti eri…

Tibusche: Se te ne vuoi uscire così va bene, ma sai che non è così. Capisco il tuo silenzio di oggi ora.

Sarti: Domattina vado a farla.

Tibusche: Mi hai detto innumerevoli volte di prenderle quando mi serviva.

Sarti: Sono sotto un treno.

Tibusche: A te non servono i soldi indietro. A te serve denunciare qualcuno. Ma quali soldi chi se ne frega dei soldi. Non li vorrei mai.

Tibusche: E poi pensaci se puoi dimostrare la truffa perché io non ti ho mai truffato, mi hai sempre detto “mici sai che non ci sono problemi”. Immagino tu non debba più parlare con me. Abbiamo sbagliato entrambi tesoro. Uno sbaglio imperdonabile ma nessuno ha truffato nessuno.

Tibusche: Ora tu hai preso una posizione di guerra e io mi devo difendere. E mandare rettifiche. Se mi parlavi prima. Ora chiamo i giornali pure io

Il giorno dopo, il 15 febbraio, Giulia Sarti presenta la denuncia nei confronti di Andrea Bogdan Tibusche. Depositata la querela, tra i due scoppia la guerra con lei che lo accusa di aver usato i soldi anche a fini personali. Ma le rivelazioni di Tibusche durante l’interrogatorio lasciano pensare a un modus operandi che potrebbe incastrare Sarti anche sul fronte politico delle mancate restituzioni al Movimento: «Facevamo il bonifico online, mandavamo la ricevuta al M5S e quindi revocavamo il bonifico. Anche se ero in Romania facevamo questa cosa entrambi in diretta». (di Chiara Piselli, fonte open.online)