MILENA. S’è tenuta nella sala conferenze della Biblioteca comunale “Falcone e Borsellino” la presentazione del libro “Toponimi Agrigentino- Nisseni” di Angelo Campanella di Racalmuto (nella foto). Sono intervenuti il sindaco Peppuccio Vitellaro, il prof. Tommaso Palumbo, il prof. dell’Università di Palermo Giovanni Ruffino, l’autore del libro Prof. Angelo Campanella e la Prof. Simona Cannella. Dopo i saluti del sindaco, è stata la volta del prof. Tommaso Palumbo. <Il toponimo – ha spiegato – è il nome di un luogo, un nome che questo luogo ha avuto in un determinato momento della sua storia; il toponimo pertanto si carica di un significato storico, che diventa di grande importanza, perché è capace di dare delle informazioni preziose di grande utilità per chi voglia ricostruire la storia di quel luogo>. La prof. Simona Cannella ha insistito sul rapporto che lega la toponomastica alla cultura di un popolo. La ricerca toponomastica, ben condotta è in grado di riportare alla luce informazioni utili sui popoli, sulle etnie e sulle culture che si sono avvicendate fornendo, in tal modo, un supporto validissimo per l’antropologia>. Il prof. Ruffino ha messo in luce l’importanza della toponomastica parlata che conserva la genuinità del dialetto e dunque l’originalità della cultura che ha creato un nome di luogo. E’ stato anche rilevato che Milena, come molti altri piccoli centri rurali della Sicilia, possiede una micro toponomastica ricchissima, soprattutto dialettale, che, purtroppo, come ha evidenziato il prof Ruffino, non essendo documentata nelle cartografie, è rimasta solo patrimonio popolare della gente del luogo, con il rischio di andare persa definitivamente. Infine, l’autore del libro, il prof. Campanella, ha ribadito che il suo libro è stato il frutto di uno studio decennale che cataloga tutti i toponimi urbani ed extraurbani cartografati e non, dei Comuni di Racalmuto, Grotte, Castrofilippo, Canicattì, Montedoro, Bompensiere e Milena. Nel rilevare come la storia di Milena differisca da quella dei paesi limitrofi per la caratteristica organizzazione urbana in robbe, il prof. Campanella ha ricordato che le attribuzioni toponomastiche delle robbe seguono criteri vari poiché molte derivano da soprannomi, altre da cognomi, altre ancora tengono in considerazione la conformazione del luogo. Dunque, cultura e toponomastica diventano elementi inscindibili per una conoscenza completa del territorio.
di Redazione 3
Mar, 15/07/2025 - 18:25