CALTANISSETTA – I poliziotti non sono una categoria di lavoratori come altre perché, in buona sostanza, appartengono ad una cultura che li pone ancora lontani da molti aspetti della società civile solidale e tollerante. Persiste ancora un sistema corporativo che esprime oggi, per alcuni poliziotti, un’idea molto chiara di “caserma”. Non diritti per tutti ma privilegi per pochi. E’ un sistema vecchio che il modernismo non ha saputo sconfiggere e che si autocelebra di giorno in giorno, delegittimando sindacati che, come il Silp, hanno enunciato l’esatto contrario quale principio ispiratore.
In questi anni, il Silp ha affrontato con serenità ed equilibrio i fenomeni ed i problemi legati alla sicurezza di questo territorio: peccato che troppo spesso si sia trovato isolato, con l’amministrazione contro, gli altri sindacati di polizia contro, componenti politiche distratte ed alcuni poliziotti-iscritti contro, insomma una situazione grottesca, più tragica che comica.
Il Silp ha tentato e tenta ancora di proseguire nel suo progetto sindacale di democratizzazione nonostante la polizia del G8 di Genova andava esattamente dalla parte opposta.
Insomma, l’amministrazione di P.S., nel corso degli anni, ha saputo lavorare molto bene. Oggi controlla e gestisce un pianeta sindacale non più rissoso e scomposto, ma “allineato e coperto” dentro i gangli di un sistema di rappresentanza voluto da tutti e che, da grande strumento di confronto e denuncia sulle grandi questioni (libertà, legalità, sicurezza, democrazia, criminalità organizzata e non) è diventato man mano lo strumento con il quale l’amministrazione, a tutti i livelli, ottiene la “certificazione di salubrità”.
Quante verifiche, quanti esami congiunti si chiudono con la frase “ nulla da osservare” dietro la quale si celano sub-intese di ogni specie che portano al silenziamento o annichilimento del sindacato di polizia.
Inoltre pensiamo che sia anacronistico per un lavoratore di polizia avere la tessera di un qualsiasi partito politico in tasca e non quella di un sindacato confederale. Questa è una situazione paradossale che dopo 30 anni dalla riforma dell’apparato sicurezza non trova soluzione politica.
Una delle chiavi di lettura induce ad ipotizzare che si vuole evitare che le strutture sindacali di polizia possano essere dirette da altri lavoratori (non dipendenti della P.S.) e pertanto non soggette a condizionamenti dell’Amministrazione.
Nemmeno un sindacato che si ispira alla Cgil è riuscito, dopo 13 anni, a rimuovere la cultura militare del “grado”. Chi ha deciso che devono essere sempre dirigenti-generali di polizia a gestire i sindacati di polizia? Possibile che nessuno si chieda quanto sia francamente libero di esercitare moralmente, eticamente, politicamente il suo mandato, un dirigente di polizia ostaggio dell’amministrazione per via delle pur legittime aspettative in carriera?
Le libertà sindacali aiuterebbero a risolvere questa contraddizione classista, ponendo al vertice un rappresentante di altra categoria, (consigliamo uno psicologo) e favorirebbero altresì l’inserimento di poliziotti capaci in altre categorie, in una sorta di sdoganamento culturale e politico.
Inoltre, una simile ipotesi aiuterebbe coloro che, per vari motivi, dovessero fare scelte diverse, evitando di dover tornare negli uffici di provenienza ed essere vessati una seconda volta solamente per aver fatto bene in precedenza il mestiere di sindacalista.
Allora che fare? da parte nostra sarebbe auspicabile intraprendere un nuovo progetto politico, per dare a tutti i poliziotti piene libertà sindacali e chiedere ai vari responsabili dei partiti politici di prendersi, in questa campagna elettorale, l’impegno di abrogare nella prossima legislatura, tutti i limiti contenuti nella legge 121/81 che di fatto impediscono la piena cittadinanza ad ogni poliziotto, di combattere efficacemente la corruzione nella P.A., di eliminare tutti i privilegi della casta, gli sprechi di denaro pubblico e di finanziare le forze di polizia per consentire loro di difendere i cittadini onesti e contrastare ogni forma di crimine.-
Caltanissetta 29.01.2013
Davide Chiarenza Consigliere Nazionale Silp CGIL

