Salute

Sparatoria a Gela, il poliziotto ferito e’ il nisseno Fabio Vaccaro

Redazione

Sparatoria a Gela, il poliziotto ferito e’ il nisseno Fabio Vaccaro

Sab, 22/12/2012 - 14:23

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CALTANISSETTA – Giuseppe Licata, prima di essere ucciso questa notte dalla polizia a Gela, dal suo balcone del primo piano di una palazzina di via Arica 19, nel quartiere “Scavone” a Macchitella, contro gli agenti aveva esploso almeno una trentina di colpi di fucile. Lo ha detto il questore di Caltanissetta, Filippo Nicastro, al termine di una conferenza stampa convocata nel commissariato del grosso centro nisseno. Il disoccupato di 42 anni disponeva almeno di 1.500 cartucce. Ha iniziato intorno alle 22 a sparare dentro casa. I poliziotti, ha spiegato il questore, intorno alle 3 della notte hanno tentato di fare irruzione nell’abitazione per rassicurarsi sulle condizioni del padre del disoccupato, Antonio, un uomo di 74 anni con problemi di salute, con cui viveva insieme alla madre 70enne, Antonina. “A quel punto Licata, ha perso la testa e ha iniziato a sparare all’impazzata, ferendo gravemente a un occhio il  poliziotto nisseno Fabio Vaccaro. La polizia ha risposto al fuoco colpendo mortalmente il disoccupato”, ha proseguito Nicastro. Intervento chirurgico, quindi, per l’agente ferito, Fabio Vaccaro, 47 anni, ricoverato in prognosi riservata alla Neurochirurgia del “Garibaldi” di Catania. Fabio Matteo Vaccaro, 47 anni, agente di polizia, è stato ricoverato all’ospedale Garibaldi dopo essere stato ferito gravemente durante un conflitto a fuoco con un disoccupato di Gela.
Sarà sottoposto stamane ad un delicato intervento chirurgico che servirà a rimuovere il proiettile – che è entrato dallo zigomo destro ed è incastrato nella zona tetto orbitaria del cranio – in modo da evitare una infezione alla parte più esterna e più spessa delle meningi. All’intervento assisterà un chirurgo oculista che dovrà decidere se riparare il globo oculare danneggiato o asportarlo.

“E’ stata una notte terribile”, ha detto il padre Antonio. “Mio figlio pero’ mi diceva “non ti tocco, non ti tocco” e poi e’ successo quello che e’ successo”. Licata, descritto come taciturno e irascibile, in precedenza era stato ricoverato al reparto di psichiatria dell’ospedale di Gela. La sua paura – sostengono alcuni vicini di casa – era che la polizia gli potesse sequestrare l’auto perche’ priva di assicurazione. E’ stato il fratello Gianfranco, a chiedere ieri sera l’intervento della polizia.

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