CALTANISSETTA – Un uomo per 5 ore, dalle 22 alle 3 della notte, ha tenuto in scacco a Gela il quartiere Scavone sparando dal balcone contro i passanti e contro i poliziotti, con i quali ha ingaggiato un conflitto a fuoco nel quale ha perduto la vita. Si tratta di un disoccupato di 42 anni, Giuseppe Licata.
Anche un poliziotto è rimasto ferito. A tenere sotto scacco la città è stato Giuseppe Licata di 42 anni. Dopo essersi barricato in casa, al primo piano di una palazzina di via Arica 19, nel quartiere “Scavone” a Macchitella, ha imbracciato un fucile da caccia e ha iniziato a sparare per strada. Sul posto è intervenuta immediatamente la polizia, la quale ha tentato per diverse ore di farlo desistere. Intorno alle 3 di notte, il tragico epilogo.
Licata ha iniziato a sparare all’impazzata, fino a quando è stato ferito mortalmente. Subito dopo gli agenti hanno fatto irruzione nella sua abitazione e hanno tentato di soccorrerlo, ma per l’uomo non c’era più nulla da fare. Nella sparatoria, un poliziotto è rimasto gravemente ferito a un occhio. L’agente è stato trasferito al “Garibaldi” di Catania. La Procura di Gela ha aperto un’inchiesta. Licata aveva una strana ossessione: era infatti convinto che gli avrebbero sequestrato la macchina. Lo raccontano alcuni vicini di casa, i quali dicono che ieri pomeriggio l’uomo era stato in ospedale, accompagnato dalla madre, perché si sentiva male. Ma una volta al pronto soccorso, avrebbe rifiutato le cure. Tornato a casa, l’uomo, che lavorava saltuariamente come bracciante o come manovale nell’edilizia, ha imbracciato il fucile da caccia tenendo in ostaggio il suo quartiere per 5 ore.
Licata abitava con i genitori (la madre Antonina, 70 anni, e il padre Antonio di 74, invalido) al primo piano di un palazzetto. I vicini lo descrivono come un tipo taciturno, un po’ irascibile ma non violento. Durante la sparatoria la madre è scappata da casa, mentre il padre, invalido, è rimasto nell’appartamento.


