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Controlli GdF-Inps: percepivano la pensione illecitamente, 37 nisseni denunciati

Redazione

Controlli GdF-Inps: percepivano la pensione illecitamente, 37 nisseni denunciati

Mer, 04/07/2012 - 10:34

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CALTANISSETTA – Molto conveniente tornare in Italia al “paesello” d’origine una volta l’anno – per le ferie estive o per la festa patronale – e trovare un bel gruzzolo per pagarsi la trasferta a spese dello stato. ma l’assegno sociale incassato non spettava!

E’ quanto accertato dalla sezione tutela economia del nucleo di polizia tributaria di Caltanissetta, in sinergia con la direzione provinciale nissena dell’I.n.p.s., che nel corso del corrente anno ha svolto una attenta ricognizione delle posizioni dei soggetti che risultavano percettori di prestazioni sociali agevolate. In particolare, l’attenzione degli investigatori si è concentrata  su quei cittadini che, versando in condizioni economiche disagiate, risultavano percettori di assegno sociale al compimento del 65° anno di età.

La legge prevede che oltre a risiedere anagraficamente sul territorio nazionale, i percettori hanno l’obbligo di dimorarvi stabilmente, pena la decadenza e la revoca dell’erogazione stessa. In tale contesto i finanzieri nisseni, con il costante ausilio dei funzionari inps che hanno messo a disposizione le banche dati e le informazioni in loro possesso, hanno appurato che in alcuni comuni del nisseno, come Delia, Mazzarino, San Cataldo, Acquaviva Platani, Villalba, Vallelunga Pratameno, Butera e Sommatino, le persone percettrici dell’assegno sociale di cui trattasi hanno illegalmente richiesto prima e conseguito poi rendite mensili non spettanti perché abitualmente dimoranti all’estero, ovvero rientranti sul territorio nazionale solo per trascorrervi il periodo estivo o la festività patronale.

I “furbetti” non avevano neanche la “preoccupazione” di incassare le indebite spettanze mensili agli sportelli postali, perché, avevano ben pensato di farsi accreditare direttamente le somme su conti correnti aperti “ad hoc” sui quali poi comodamente operare al loro sporadico rientro in Italia o mediante deleghe verso congiunti residenti in loco. Tale condotta, in alcune realtà locali apparsa sistematica, ha evidenziato che gli indebiti percettori da anni hanno operato incuranti delle disposizioni normative, conseguendo rendite anche cospicue in danno della spesa pubblica nazionale.

L’attività ispettiva, pertanto, ha permesso di individuare dopo l’analisi, l’approfondimento e l’incrocio di informazioni ricavate dall’azione di intelligence, trentasette persone che hanno frodato l’erario nel corso degli anni per aver conseguito un ingiusto profitto.

Soggetti per i quali è scattato il deferimento all’autorità giudiziaria competente per il reato di truffa, l’istantanea revoca dell’assegno sociale già dalla prossima mensilità e, soprattutto, il recupero dell’indebita percezione maturata e già conseguita, ammontante – cumulativamente – a un milione e mezzo di euro.

L’attività di servizio si inquadra nell’ambito delle attività programmate dal comando provinciale della Guardia di Finanza per il contrasto alle frodi nel settore della spesa pubblica nazionale e comunitaria, in sinergia con gli altri attori nazionali del comparto, l’Inps in questo caso.