CALTANISSETTA – Continuano gli appuntamenti de L’Angolo dell’Avventura di Caltanissetta presso il Centro Culturale di Villa Barile con la seguitissima iniziativa “Racconti di viaggio”. E’ adesso la volta di un viaggio particolare: interiore prima che fisico. Si tratta del Cammino di Santiago di Compostela presentato da Manlio Caliri ed Oscar Lo Iacono. I due autori-viaggiatori, siracusani, presenteranno un emozionante reportage dal titolo “ESSERE SANTIAGO. Videoracconto di due pellegrini a “sensi aperti”, che ha già riscosso molto successo in diverse altre manifestazioni a carattere regionale.
Il Cammino di Santiago di Compostela è un percorso che assume una molteplicità di significati per coloro che scelgono di affrontare 800 Km a piedi; certamente un significato molto diverso da quello dei viaggiatori del medioevo. Manlio ed Oscar i due “moderni” pellegrini che hanno alle spalle l’intero percorso racconteranno la loro esperienza attraverso lo splendido video che ha scandito tutti i momenti e le tappe del loro cammino.
Nell’Anno del Signore 813 l’eremita Palagio raccontò al vescovo Teodomiro d’aver visto strane stelle in cielo presso il monte Liberon, sicché recandosi sul luogo, il vescovo stesso scoprì una tomba con un corpo dalla testa mozzata ed una scritta: «Qui giace Jacobus, figlio di Zebedeo e Salomé». Era il corpo dell’apostolo Giacomo, decapitato nel 44 d.C. e trasportato dai suoi discepoli sin lì, ove da secoli s’erano perse le tracce. Con la scoperta delle spoglie del santo la località prese il nome di Campus Stellae (campo delle stelle), per poi divenire nota a tutti come Santiago di Compostela. Nel 1987 il Consiglio d’Europa ha riconosciuto il Cammino di Santiago come “Itinerario culturale europeo” e due anni dopo Giovanni Paolo II ne percorreva un tratto. Oggi sono più di centomila le persone che affrontano annualmente il percorso.
«La scelta di percorrere il Cammino di Santiago è nata per caso – racconta Oscar – mi hanno parlato del Cammino proprio perché non lo conoscevo. Da lì è scattato un interesse che cresceva giorno dopo giorno. Poi ho conosciuto Manlio, che da tempo riponeva il desiderio di affrontare quel viaggio. Grazie a quell’incontro abbiamo scelto di partire assieme…»
Il cammino da affrontare era ovviamente il Camino Francés, quello tradizionale da Saint-Jean-Pied-de-Port sui Pirenei francesi sino a Santiago. Oscar iniziò proprio da lì l’1 aprile 2007, ritrovando Manlio nella tappa successiva presso Roncisvalle. Da lì proseguirono mantenendo un ritmo quotidiano di circa dodici ore di marcia.
«Sono mille le difficoltà che un pellegrino incontra – racconta Manlio – e non solo per le avversità meteorologiche, come la pioggia, il freddo a quota 1500 mt. nel monte Cebreiro, oppure il caldo afoso delle giornate di sole… E poi c’è la stanchezza che si rinnova ad ogni tappa, specie al termine di una giornata, quando il fisico reclama il necessario riposo e i piedi presentano vesciche e dolori d’ogni genere». Ma il cammino è anche un susseguirsi di incontri, sorrisi ed incoraggiamenti, ogni qual volta ci si ferma per riprendere fiato scambiando due parole con un viaggiatore. In quelle occasioni si scoprono le molteplici provenienze e la forte determinazione di chi, come un austriaco col piede ingessato a causa d’una sopraggiunta tendinite, sceglie comunque di andare avanti, nonostante tutto…
E’ il senso di umanità che colpisce maggiormente il viaggiatore, la grandezza di gesti compiuti verso individui sconosciuti. Eppure se si domanda ad un moderno pellegrino la ragione per cui si sceglie di percorrere quelle strade, si ottengono risposte assai diverse: chi viaggia per ragioni prettamente religiose, chi prova a riscoprire la propria religione nel Cammino, chi laicamente cerca un senso alle cose, oppure chi ricerca se stesso nella comunione con la natura e i paesaggi. Manlio ed Oscar sono giunti il 26 aprile nella cattedrale di Santiago assistendo alla commovente messa conclusiva del pellegrino per poi proseguire verso l’ultima tappa sino al lembo estremo dell’Europa occidentale, Finisterre. Era lì, su quella fredda spiaggia della Galizia riscaldata da un tramonto mozzafiato che si realizzava il senso di un’impresa ormai compiuta, un intero mese di cammino, documentata dalle innumerevoli foto e dallo splendido video. Ma cosa resta di quel viaggio? Un’esperienza forte? Una consapevolezza nuova di se stessi? La riscoperta della propria religiosità? “A chi verrà, convinto di assistere in qualità di spettatore esterno ad un video di viaggio – conclude Oscar – dovrà fare i conti personalmente con un’esperienza che ti interroga, ti indaga, ti spoglia, ti costringe a guardarti allo specchio, ti scuote, ti viene a prendere, ti chiama, e… non ti lascia mai più.”
A seguire come sempre l’happy hour presso il Caffè Letterario di Villa Barile.

