Salute

Minori, al Sud ci sono più bambini ma i servizi ancora carenti: comuni montani del nisseno allo 0% nelle prestazioni

Redazione

Minori, al Sud ci sono più bambini ma i servizi ancora carenti: comuni montani del nisseno allo 0% nelle prestazioni

Ven, 23/02/2018 - 14:04

Condividi su:

ROMA – Le citta’ e i comuni del Sud sono quelli con la presenza maggiore di minori, ma anche con la piu’ alta carenza di servizi per infanzia e studenti. Secondo il Primo rapporto sulla poverta’ educativa minorile in Italia promosso da “Con i Bambini” che utilizza banche dati comunali, la fotografia che esce in tema di servizi per l’infanzia e i ragazzi, mostra una spaccatura fra nord e sud Italia con pregi e difetti: Ragusa e’ sopra la media europea per gli asili; le scuole di Venezia e Milano hanno poche palestre; le scuole piu’ a rischio sismico sono nei comuni lucani; il record negativo per le biblioteche lo hanno Lazio e Campania mentre le prime sono Val D’Aosta e Molise
“Con i bambini” ha deciso di promuovere la pubblicazione di report sulla poverta’ educativa, curati da DEPP Srl – Data, Engagement, Platforms, Politics, con lo scopo di approfondire e qualificare la riflessione, il dibattito e le proposte di intervento su una delle questioni piu’ importanti, ma complessivamente piu’ sottovalutate, che caratterizzano il quadro sociale ed economico del nostro Paese. Nel primo rapporto, relativo a febbraio 2018, emergono due tendenze, ampiamente prevedibili: la spaccatura Nord-Sud in termini di servizi per minori e giovani, e una minore copertura della domanda potenziale nelle aree montane. Il dato saliente e’ quello di una maggiore carenza in alcune aree del Paese, prevalentemente collocate nel Mezzogiorno, e che coinvolge sia le citta’ maggiori sia i comuni piu’ piccoli. Nell’analisi svolta, sono soprattutto i comuni delle province calabresi e campane a ricorrere con maggiore frequenza come “meno coperti” lungo le diverse dimensioni selezionate, dalla presenza dei servizi per la prima infanzia alla dotazione delle scuole. I minori tra 0 e 2 anni in Italia sono circa 1,5 milioni, ovvero il 2,5% dell’intera popolazione. A livello comunale, la piu’ alta presenza di bambini sotto i tre anni si registra nelle 3 grandi citta’ del Sud: Palermo (2,8%), Catania (2,76%), Napoli (2,65%), seguite dalle altre 3 citta’ italiane piu’ popolose: Milano (2,6%), Roma (2,58%) e Torino (2,5%). La prevalenza di minori nei comuni meridionali e’ ancora piu’ marcata se si osservano i comuni di medie dimensioni (tra 20 e 50 mila abitanti). Tra questi la massima percentuale di bambini tra 0 e 2 anni si raggiunge a Orta di Atella (nel casertano, quasi 5%), Fonte Nuova (Roma, 3,66%), Villabate (Palermo, 3,64%), Misterbianco e Belpasso (entrambi in provincia di Catania, 3,5%), Volla e Villaricca (provincia di Napoli, 3,5%). Al contrario sono ultimi 3 comuni sardi, Iglesias (1,79%), Carbonia (1,73%), Oristano (1,66%) e Comacchio (nel ferrarese, 1,81%).

minori tra 6 e 17 anni in Italia sono oltre 6,8 milioni, ovvero oltre l’11% dell’intera popolazione.
Tra le citta’ maggiori (con piu’ di 250 mila abitanti), le prime quattro posizioni per numero di abitanti tra i 6 e i 17 anni sono quattro centri del Sud: Napoli (circa il 13%), Catania e Palermo (12% circa) e Bari (10,8%). Tra i centri di medie dimensioni (tra 20 e 50mila abitanti), la prevalenza delle realta’ campane e’ schiacciante: i primi 11 comuni per quota di popolazione 6-17 anni appartengono esclusivamente alle province di Napoli e Caserta con in testa Melito di Napoli (oltre il 17%), Orta di Atella, Casal di Principe, Caivano, Cardito, Volla (tutte sopra il 16%). La UE con l’Obiettivo di Lisbona ha fissato al 33% la copertura della popolazione europea che dovrebbe essere raggiunta dai servizi alla prima infanzia. L’Italia si attesta in media al 22%, ma i dati aggregati a livello regionale mostrano una minore offerta di servizi da parte delle regioni meridionali. La disaggregazione regionale rischia pero’ di occultare situazioni di carattere locale molto diversificate e anomale (in positivo o in negativo) rispetto al contesto in cui sono collocate. I comuni montani, ad esempio, sono quelli tendenzialmente piu’ svantaggiati, ma il rapporto mette in evidenza delle sostanziali differenze: il territorio di Prato svetta con il 51% di copertura di servizi alla prima infanzia, ma anche i comuni montani di una provincia meridionale come Ragusa (35%) hanno una performance superiore sia al dato medio nazionale sia agli obiettivi europei. Parallelamente si evidenzia come i comuni totalmente montani nelle province di Foggia, Caltanissetta, Siracusa e Reggio Calabria presentano invece una percentuale di copertura pari allo 0%.
Il livello di offerta e’ inferiore nei comuni a basso reddito, cosi’ come nei comuni rurali e in quelli montani, nonche’ in intere aree del Mezzogiorno, a partire dalle citta’ maggiori, proprio nelle aree caratterizzate da maggiore utenza potenziale.
A livello regionale sono le due regioni piu’ piccole, Valle d’Aosta e Molise, a mostrare il rapporto maggiore tra presenza di biblioteche e numero di minori sopra i 6 anni. Tra le regioni sopra i 3 milioni di abitanti, il Piemonte e’ la prima per presenza di biblioteche rispetto alla popolazione nella fascia d’eta’ considerata, dato che trova conferma anche a livello locale. La Puglia si trova invece all’ultimo posto, con Bari e Taranto terzultima e penultima nella classifica a livello comunale.

Piemonte, Friuli e Toscana sono le regioni con la piu’ alta percentuale di alunni che frequentano scuole dove e’ presente almeno una palestra. Questo dato si riflette nelle performance dei singoli comuni, a partire dalle citta’ maggiori. Nei comuni di Torino, Firenze e Prato, ad esempio, la quota supera anche largamente l’80%. Nel caso del Piemonte, la presenza e’ significativamente alta non solo nel capoluogo, ma anche nei comuni montani intorno ad esso, dove la percentuale raggiunge il 61%. Oltre a questi casi, emergono singole situazioni con maggiore copertura anche in contesti diversi da quelli citati, in particolare nel Mezzogiorno. Il comune di Bari e’ secondo solo a Torino tra le maggiori citta’ urbanizzate, e lo stesso vale per i comuni montani della provincia di Potenza. A livello nazionale circa il 73% degli istituti-si trova in zone con qualche rischio sismico; si collocano al di sotto di tale media Veneto, Puglia, Lombardia, Piemonte e Sardegna. Sulla base dei dati a disposizione, la situazione della Basilicata appare come quella che presenta il piu’ alto numero di alunni (quasi il 40%) in zone ad elevato grado di sismicita’ rispetto a quelli in scuole antisismiche.
Per quanto riguarda il trasporto con scuolabus, le regioni dove gli istituti presentano la maggiore raggiungibilita’ per gli studenti sono la Basilicata, le Marche e l’Abruzzo, mentre agli ultimi posti troviamo Lazio, Campania e Calabria. Rispetto al trasporto pubblico urbano, le regioni dove le scuole sono maggiormente raggiungibili da parte degli alunni Liguria, Basilicata e Abruzzo; con Sicilia, Campania e Calabria in fondo alla classifica. In fatto di trasporto pubblico interurbano, si trovano ai vertici per raggiungibilita’ le scuole abruzzesi, quelle della Basilicata e quelle del Piemonte, mentre agli ultimi posti troviamo Sicilia, Campania e Calabria. A prescindere dal mezzo di trasporto pubblico scelto, in Basilicata e Abruzzo compaiono sempre ai vertici. In entrambe le regioni, oltre il 70% degli alunni possono raggiungere la propria scuola con il trasporto interurbano, e oltre l’80% con i mezzi pubblici urbani. Dai dati Miur la mobilita’ per gli studenti risulta maggiormente carente in Calabria e Campania. Il quadro che emerge una scarsa raggiungibilita’ delle scuole
attraverso i mezzi pubblici urbani e interurbani, soprattutto per la provincia calabrese di Crotone. I
dati sui capoluoghi confermano tale tendenza.
A partire dalle scuole: quelle di Calabria e Campania sono, insieme a quelle siciliane, le meno raggiungibili con mezzi pubblici quali scuolabus, trasporto pubblico urbano e interurbano. Le scuole calabresi e campane risultano anche quelle meno attrezzate per lo sport, essendo piu’ bassa
la percentuale di alunni che frequentano istituti con palestra. Tale carenza peraltro riguarda anche
realta’ urbanizzate del nord, come le citta’ metropolitane di Milano e Venezia. Dal punto di vista della sismicita’, l’analisi con i da- resi disponibili dal Miur ha fatto emergere situazioni di potenziale rischio in determina- comuni della Basilicata.
Il Fondo per il contrasto della poverta’ educativa minorile nasce da un’intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il Forum Nazionale del Terzo Settore e il Governo. Sostiene interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori. Per attuare i programmi del Fondo, a giugno 2016 e’ nata l’impresa sociale “Con i Bambini”, organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione CON IL SUD.