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Palermo: “pacchi” dell’ex-postino, vendeva lavoro finto. Centinaia di raggirati: truffati oltre 300mila euro

Redazione

Palermo: “pacchi” dell’ex-postino, vendeva lavoro finto. Centinaia di raggirati: truffati oltre 300mila euro

Lun, 27/03/2017 - 11:12

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PALERMO – E’ stata battezzata ‘Pacco sicuro’ l’operazione dei finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Palermo che hanno arrestato l’ex dipendente delle Poste Antonio Fantaci per truffa, violenza privata ed estorsione. Da falso dirigente della societa’, vendeva finti posti di lavoro. Il provvedimento che dispone i domiciliari e’ stato emesso su richiesta del procuratore Francesco Lo Voi, dell’aggiunto Bernardo Petralia e del sostituto Francesco Gualtieri, a conclusione delle indagini avviate dalle Fiamme gialle nel novembre 2015. Almeno un centinaio i raggirati con un danno stimato in 300.000 euro. Le denunce presentate da alcune vittime avevano segnalato che Fantaci, all’epoca in servizio alla sede di Palermo di Poste Italiane con mansioni di autista e addetto allo smistamento della corrispondenza, aveva simulato di ricoprire un importante incarico e quindi di potere far ottenere loro un impiego a tempo indeterminato, dietro pagamento di 15.000 euro, di cui una quota, tra i 3 e i 5.000 euro, da corrispondere subito e il resto ad assunzione avvenuta. Nel frattempo il truffatore seriale e’ stato licenziato dalla societa’, ma nulla lo fermava: il giorno dopo essere stato sottoposto a una perquisizione, a esempio, aveva continuato la sua messinscena, recandosi da una delle sue vittime per chiedere un’ulteriore somma di denaro. Al fine di convincere le proprie vittime – prevalentemente persone in cerca di occupazione e in condizioni economiche precarie, dunque particolarmente vulnerabili – secondo l’accusa Fantaci aveva predisposto e consegnato loro una serie di documenti, con intestazione e timbri di Poste Italiane, poi rivelatisi falsi. Quando gli aspiranti dipendenti hanno capito di essere stati raggirati e hanno chiesto la restituzione di quanto versato, sono stati pesantemente minacciati, anche di diffondere sui social network loro foto compromettenti e persino di fare intervenire persone vicine ad ambienti criminali

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