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Rapina con pistola giocattolo in centro storico, 2 nisseni arrestati

Redazione

Rapina con pistola giocattolo in centro storico, 2 nisseni arrestati

Sab, 17/09/2011 - 10:39

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CALTANISSETTA – Ieri 16 settembre, personale della Sezione Volanti e della Sezione Cobra della Squadra Mobile ha tratto in arresto, nella flagranza dei reati di rapina aggravata a mano armata e tentata rapina aggravata a mano armata:

Salvatore Di Benedetto

Francesco Abbate

DI BENEDETTO Salvatore, nato a Caltanissetta il 2/09/1971 ed ivi residente in vicolo Manganaro n. 9, incensurato, di professione parcheggiatore

ABBATE Francesco, nato a Palermo il 27.09.1985 e residente a Caltanissetta in via Cimabue sn, con precedenti per spaccio di stupefacenti, disoccupato.

Alle ore 20.30 giungeva in Sala Operativa, sulla linea 113, una richiesta di intervento per una rapina appena consumata in viale Conte Testasecca, nei pressi di una farmacia. Sul posto confluivano immediatamente 2 Volanti ed una pattuglia della Sezione Cobra della Squadra Mobile, che erano impegnate in specifici servizi di controllo del territorio e di prevenzione dei reati, programmati per le sere del fine settimane. Gli agenti apprendevano che due uomini avevano appena consumato una rapina, ai danni di un uomo, dopo aver tentato di portarne a termine un’altra ai danni di una donna, senza riuscirvi. In particolare venivano sentite entrambe le vittime, le quali, sebbene molto scosse per l’accaduto, fornivano indicazioni utili per il rintraccio dei due malviventi.    

I due rapinati, infatti, conoscevano gli autori delle rapine ed hanno immediatamente indicato i loro nomi ai poliziotti, che li hanno subito individuati, giacchè si tratta di persone note alle forze dell’ordine. Si apprendeva che, poco prima, Di Benedetto ed Abbate si erano appostati nei pressi della farmacia sopra menzionata, verosimilmente per  individuare le persone da rapinare. Gli stessi sono stati notati da una delle vittime, una ragazza di 24 anni, che conosceva l’Abbate per aver fatto parte dello stesso gruppo di amici, diversi anni fa. La ragazza era in attesa della sorella, che fa la commessa in un negozio e non ha prestato alcuna attenzione alla presenza dell’Abbate in quel sito. Dopo aver atteso per un po’ sul marciapiedi, la stessa è rientrata nella vettura con la quale era venuta a prendere la sorella, occupando il sedile posteriore sinistro.  In quel frangente l’Abbate le si è avvicinato e le ha puntato una pistola in faccia, attraverso il finestrino, intimandole con violenza di consegnarle del denaro, altrimenti l’avrebbe uccisa. La ragazza, colta di sorpresa ed impaurita si è messa a gridare ed il conducente dell’autovettura ha avuto la prontezza di avviare il motore ed allontanarsi rapidamente, impedendo in tal modo al rapinatore di portare a termine il delitto.

Allontanandosi, la ragazza notava che l’Abbate ed il suo complice, che aveva fatto da “palo”, erano rimasti sul posto. Quindi, prima di chiamare la Polizia, tentava di avvertire telefonicamente la sorella, che non era ancora uscita dal negozio. Mentre effettuava questo tentativo, incrociava una Volante, in via Elena, e, dopo averla fermata, raccontava l’accaduto agli agenti.

Nello stesso frangente, i due malviventi si accostavano alla macchina che era in sosta dietro a quella della ragazza che avevano tentato di rapinare poco prima. In questa vettura si trovava un uomo, che attendeva che la propria fidanzata uscisse dallo stesso negozio sopra menzionato. L’uomo aveva assistito al contatto tra l’Abbate e la precedente vittima, ma non aveva capito che si fosse trattato di un tentativo di rapina. Lo stesso, peraltro, conosceva entrambi i rapinatori: dell’Abbate conosceva anche il nome, mentre il suo complice gli era noto in quanto fa il parcheggiatore in Piazza Mercato (parcheggio Grazia). Dopo l’allontanamento della prima vettura, l’Abbate si avvicinava a quella dell’uomo appena menzionato, mentre il Di benedetto continuava a fare da “palo”. Quindi puntava la pistola al volto dell’uomo, attraverso il finestrino, e gli intimava di consegnargli i soldi, minacciandolo di morte. Dopo essersi fatto consegnare 80 euro,  l’Abbate si allontanava di corsa a piedi, insieme al complice in direzione di via Elena. Il rapinato ha chiamato immediatamente il 113 ed ha raccontato l’accaduto ai poliziotti. Gli agenti intervenuti diramavano una nota di rintraccio dei due rapinatori a tutte le pattuglie presenti sul territorio ed avviavano una intensa attività di indagine per individuare il loro domicilio ovvero il sito ove gli stessi si sarebbero potuti rifugiare. Dopo pochi minuti veniva effettuata una perquisizione presso l’abitazione del Di Benedetto, sita in vicolo Manganaro. Qui i poliziotti trovavano entrambi i rapinatori ed effettuavano una perquisizione domiciliare. Rinvenivano in tal modo, nascosta in un sacchetto di plastica, la pistola utilizzata per la rapina, che è risultata essere una riproduzione non offensiva, difficilmente distinguibile da un arma vera, priva del tappo rosso.Nello stesso sacchetto era presente anche un coltello con manico in legno e la fondina della pistola. Nel portafoglio del Di Benedetto sono state trovate le banconote oggetto della rapina. Entrambe le armi sono state sequestrate ed i due rapinatori sono stati condotti in Carcere.

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