E’ proprio il caso di dire che “La Frittata è fatta”. Quando qualcuno usa la violenza e il danno si concretizza — che colpisca un oggetto o una persona — purtroppo l’evento che non doveva verificarsi è già accaduto e abbiamo perso tutti. Questo accade a prescindere dalle denunce e dall’iter investigativo che porterà all’identificazione dei responsabili e dei ladri. Sì, perché l’opera non è stata solo danneggiata, ma è stato sottratto il ramoscello d’ulivo in metallo artistico realizzato da Daniele Iraci.

Purtroppo questi episodi non riguardano solo l’arte o i beni affidati alla pubblica fede, ma colpiscono anche le attività private e gli investimenti degli imprenditori. Non possiamo dimenticare che in questa città viene vandalizzata, in media, un’auto ogni sera. Il caso “Zangarolo” è avvenuto solo poche settimane fa e anche in quel caso i vandali hanno colpito prima dell’inaugurazione, mettendo a rischio l’investimento e, soprattutto, il lavoro di dieci concittadini gelesi.
L’Opera “Identità” riporta nello scudo il simbolo della triscele, un segno esoterico che probabilmente è connesso al ciclo creazione e distruzione. Secondo il pensiero dei dotti, le due forze più importanti dell’universo sono la creazione, simboleggiata dall’amore, e la distruzione, simboleggiata dall’odio. È paradossale che un’opera che parla di pace e dell’equilibrio tra “amore e odio” venga vandalizzata e “stuprata” proprio il giorno della sua inaugurazione. Quale deve essere la risposta della nostra comunità a questi gesti? Sentiamo sempre parlare di repressione e di punizione, ma noi di Gela Brainstorming APS pensiamo invece che la risposta debba essere, nonostante tutto, culturale.
E quale migliore risposta culturale di un’arte che rievoca la storia? Parliamo di un’opera che, oltre a essere una scultura, è una pagina di un libro che richiama il mito e gli aneddoti della storia antica. Un’altra risposta culturale è quella del SAPER FARE. Il fare non è solo un verbo, ma è cultura e metodo per portare a termine un’impresa. Diverse sono state le fasi che hanno portato dall’ideazione all’inaugurazione. Non è stata una cosa facile, non è stata gratuita né leggera, ma è costata fatica e impegno. Perché, se è così faticoso e difficile, abbiamo voluto farlo?
Lo abbiamo fatto perché non vogliamo vergognarci di essere gelesi, anzi vogliamo sconfiggere la “GELESITUDINE”. Molti di voi avranno sicuramente provato il desiderio di nascondere le proprie origini o un senso di vergogna nel rivelare la propria città natale in contesti extra-cittadini, a causa di fatti di cronaca passati o dell’inquinamento. Per questo Gela Brainstorming APS ha strutturato un progetto — totalmente finanziato con risorse dell’associazione — per raccontare una città diversa, esaltarne la storia e i personaggi contemporanei che ne portano alto il nome attraverso il progetto MOSAICO – Museo d’Arte Contemporanea a Cielo Aperto.Cosa vogliamo dire ai vandali che hanno compiuto questo gesto?
La violenza non è la risposta e siamo sicuri che voi valiate molto di più del gesto che avete compiuto. Se verrete individuati vi perdoneremo, poiché siamo convinti che alla violenza si debba rispondere con il dialogo e la comprensione. Probabilmente voi, come l’associazione scrivente e la Città di Gela, siete vittime dei fatti e non protagonisti.
Non è solo la mano che ha divelto e rubato ad aver commesso il vile gesto, ma anche chi lo ha reso ideologicamente possibile. Ci riferiamo a chi ha aperto la “Finestra di Overton” qualche giorno fa, diffondendo foto della statua scattate di nascosto da alcuni impiegati prima dell’inaugurazione e vandalizzando così, ideologicamente, l’opera.Il sorrisino di sostegno, la parola velenosa, i commenti carichi d’odio e la violenza verbale che si è scatenata da parte di alcuni hanno preparato il terreno perfetto per diffondere il germe della violenza.
Abbiamo voluto soprassedere pensando che si trattasse di una tempesta passeggera ma, soffiando sul fuoco, alla fine è scoppiato l’incendio. I fatti sono gravissimi ed è paradossale che non ci si fermi neanche dinanzi al Palazzo del Municipio, vicino a una sede istituzionale.Ad ogni modo pensiamo che anche gli odiatori seriali vadano compresi e aiutati. Non crediamo che questa sia l’unica cosa che possono dare alla città e rimaniamo a disposizione per costruire insieme un percorso che recuperi la loro autostima e si concentri sullo sviluppo di progetti per il territorio.
“Il destino che forgia la spada, la tempra in anticipo” (parafrasando Eschilo). Abbiamo altre cinque opere da esporre nel corso del 2026, di cui due fuori città e tre in città. Vogliamo investire sulla cultura attraverso l’arte perché crediamo che sia lo strumento giusto per creare le precondizioni per lo sviluppo economico e sociale. Un’arte indirizzata alla valorizzazione della storia millenaria della città, al recupero delle nostre radici, dell’identità e dell’appartenenza rappresenta l’asset che manca per lo sviluppo di questo territorio, come già individuato nel Forum del Fare 2021 e 2024.Di cosa abbiamo bisogno? Abbiamo bisogno del vostro sostegno e della vostra fiducia. Siamo stati contestati dagli “odiatori seriali” perché in una delle targhe abbiamo indicato i nomi di chi ci è stato vicino nel progetto “Mosaico”.
Lo abbiamo fatto, perché vogliamo unire le persone di buona volontà di questa comunità (non per piaggeria).Siamo in tanti, ma solo rimanendo uniti e facendo squadra si può cambiare in meglio questa Città. Per questo, da sempre, cerchiamo di unire le persone in un percorso fatto di analisi, sviluppo, progetti e idee.Nel primo commento troverete le indicazioni per contribuire all’associazione e per sostenerci fattivamente.

