Salute

Strade siciliane insanguinate: due morti e otto feriti sulla Gela-Caltagirone. Gravissimo un uomo di Gela

Redazione

Strade siciliane insanguinate: due morti e otto feriti sulla Gela-Caltagirone. Gravissimo un uomo di Gela

Ven, 01/08/2025 - 21:58

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Ogni fine settimana, le strade della Sicilia si trasformano in un incubo ricorrente. Velocità eccessiva, distrazioni al volante, uso del cellulare, stanchezza accumulata e, troppo spesso, l’alcol: sono questi i nemici invisibili che seminano morte sull’asfalto. Eppure, ogni appello alla prudenza sembra svanire nel rumore delle sirene e nella disperazione delle ambulanze. Ancora una volta, a pagare il prezzo più alto è stata una famiglia, in viaggio su una delle arterie più insicure dell’Isola.

Nel tardo pomeriggio di sabato, lungo la strada statale 117 bis che collega Gela a Caltagirone, si è consumata l’ennesima tragedia della strada. Due persone hanno perso la vita e almeno otto sono rimaste ferite in un violentissimo impatto che ha coinvolto tre mezzi: un autocarro e due suv, una Kia Sportage e una Range Rover Evoque. Lo scontro, particolarmente violento, è avvenuto in un tratto già noto per la sua pericolosità.

Tra i feriti, in condizioni disperate, un uomo originario di Gela, trasportato d’urgenza in elisoccorso all’ospedale «Cannizzaro» di Catania. Con lui viaggiavano la moglie e il figlio di 10 anni, anche loro feriti ma, fortunatamente, in condizioni meno gravi. Entrambi sono stati ricoverati presso l’ospedale «Gravina» di Caltagirone.

La famiglia, secondo quanto trapelato, stava facendo ritorno a casa dopo un soggiorno al Nord. Un rientro che avrebbe dovuto segnare la fine di una vacanza si è invece trasformato in un dramma insopportabile.

Ancora ignote le generalità delle due vittime. Intanto, i carabinieri della compagnia di Caltagirone sono al lavoro per ricostruire l’esatta dinamica del sinistro. I feriti sono stati smistati in vari ospedali dell’hinterland, mentre la scena del disastro, disseminata di lamiere contorte, racconta meglio di ogni parola l’urgenza di una riflessione collettiva.

Una riflessione che non può più attendere. Perché non si può continuare a morire così, lungo strade che, ogni weekend, si trasformano in trappole mortali.

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