CALTANISSETTA – Un incontro dal sapore di emozione e gratitudine ha riunito ieri sera, in un noto locale della città, circa sessanta ex allievi del professor Enzo Messana, per rendergli omaggio in un momento di condivisione autentica e sentita. Un appuntamento che è stato molto più di una semplice cena tra ex studenti: è stato un abbraccio corale a un uomo che, attraverso il sapere, ha saputo educare alla vita.

Messana, figura storica dell’insegnamento a Caltanissetta, è stato docente al Liceo “Ruggero Settimo”, ma anche professore universitario all’Università degli Studi di Palermo e Professore Emerito dell’Istituto Teologico “Mons. G. Guttadauro” della città, affiliato alla Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia. La sua attività accademica si è sviluppata lungo un arco di oltre cinquant’anni, dagli anni Settanta fino ai giorni nostri, attraversando generazioni e contribuendo in modo determinante alla formazione culturale e umana di centinaia di studenti.
Latinista e grecista di altissimo livello, con una carriera iniziata all’istituto “Eschilo” di Gela, ha saputo interpretare l’insegnamento non come semplice trasmissione di nozioni, ma come esperienza viva, partecipata, profondamente umana. Le sue lezioni erano totalizzanti: due ore di latino o greco trascorrevano senza peso, anzi con leggerezza, tanto da lasciare negli studenti – anche in quelli meno studiosi – un’impressione duratura, un seme che col tempo sarebbe germogliato.

Tra i suoi tratti distintivi, la mimica espressiva è diventata parte integrante del suo stile: gesti marcati, tratti somatici eloquenti, un’ironia raffinata che sapeva strappare sorrisi senza mai perdere il rigore. Anche nel silenzio, il professor Messana riusciva a comunicare. Bastava uno sguardo, una pausa, un movimento del volto per far arrivare il senso profondo di un verso, di un passo di Orazio o di una tragedia di Sofocle. Una teatralità naturale che rendeva accessibili anche i concetti più ostici, trasformando la complessità in bellezza.

La sua autorevolezza non si imponeva: veniva riconosciuta. Anche gli studenti più svagati, quelli che a casa non studiavano, durante le sue ore si fermavano ad ascoltare. E proprio da quell’ascolto, negli anni, è nata una consapevolezza: gli insegnamenti di Messana non si sono mai limitati alla grammatica o alla metrica. Hanno toccato l’anima. Hanno formato coscienze. Hanno guidato uomini e donne nella costruzione di sé, come professionisti e come genitori.

La sua didattica, per molti versi, anticipava i tempi. In lui si ritrovano le caratteristiche del professore-mentore, capace di rompere gli schemi e trasformare la cultura in esperienza. Viene spontaneo, in questo senso, pensare a Robin Williams ne L’attimo fuggente: quella stessa energia, quella stessa forza narrativa, quel desiderio profondo di lasciare un segno nello spirito dello studente. Anche in quello più distratto, più distante, ma capace di custodire per sempre quelle parole.

Durante la serata, a tutti i presenti è stato donato un libro – simbolo concreto di questo legame mai spezzato – intitolato Aprici flores, una miscellanea di scritti curata da Salvatore Costanza e Giuseppe D’Anna, nata proprio in occasione del cinquantennio di attività del professore. Il volume raccoglie i contributi di studiosi, colleghi e intellettuali, tutti uniti dal desiderio di rendere omaggio a un maestro, non solo per le sue competenze, ma per la sua statura morale e culturale. Una tabula gratulatoria inserita nel libro elenca, uno per uno, i nomi degli ex allievi che hanno voluto esprimere il loro grazie sincero, lasciando una traccia tangibile di affetto e riconoscenza.

A sostenere con entusiasmo la pubblicazione, l’editore Michele Paruzzo di Caltanissetta e la BCC “G. Toniolo e S. Michele” di San Cataldo, il cui supporto ha reso possibile la stampa del volume edito da Paruzzo Editore. I curatori, rivolgendosi direttamente al professor Messana, hanno espresso l’augurio – condiviso da tutti i presenti – che possa continuare, con scientia e sapientia, a dipanare i fili della ben più fitta trama della vita.

E anche ieri sera, tra sorrisi, commozione e abbracci, è tornato “il solito professor Messana”: la voce, i gesti, la mimica. Quella presenza scenica che per decenni ha fatto amare i classici, rendendoli vivi, attuali, comprensibili. Una voce che non ha mai smesso di insegnare, che ancora oggi – attraverso un messaggio vocale, una riflessione, una battuta – riesce a regalare sapere e profondità.
Perché Enzo Messana non è stato solo un professore. È stato – ed è – un grande maestro. Nel senso più pieno, nobile e autentico del termine. Un maestro che ha insegnato non solo a tradurre, ma a comprendere; non solo a leggere, ma a sentire. E che continua a vivere, ogni giorno, nella memoria viva dei suoi allievi.

