Salute

Sentenza storica della Corte Costituzionale: Il T.S.O. va notificato e discusso con il paziente. La battaglia di una donna nissena apre la strada a nuovi diritti

Redazione

Sentenza storica della Corte Costituzionale: Il T.S.O. va notificato e discusso con il paziente. La battaglia di una donna nissena apre la strada a nuovi diritti

Una vittoria significativa per l’avvocato Italo Attardo, che ha ottenuto una storica pronuncia della Corte Costituzionale in favore di una donna nissena sottoposta a T.S.O., affermando principi fondamentali di garanzia e tutela dei diritti.
Ven, 13/06/2025 - 18:00

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CALTANISSETTA – Una decisione destinata a segnare un punto di svolta nel diritto sanitario e costituzionale italiano. Con la sentenza n. 76 del 30 maggio 2025, la Corte Costituzionale ha stabilito l’illegittimità parziale dell’art. 35 della legge n. 833/78 – istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale – nella parte in cui non garantiva alle persone sottoposte a Trattamento Sanitario Obbligatorio (T.S.O.) adeguate tutele previste dalla Costituzione.

Il caso da cui tutto ha avuto origine è quello di N.E., una donna nissena, che nel 2021 fu sottoposta a un T.S.O. a seguito della segnalazione della figlia, interessata ad appropriarsi dell’immobile in cui la madre abitava. La donna, attirata con un pretesto in un luogo concordato, si ritrovò accerchiata da carabinieri, personale medico e dal proprio medico di base. Fu così condotta al pronto soccorso e, da lì, trasferita all’ospedale psichiatrico di Corleone, dove restò per nove giorni. Fin dall’inizio della vicenda, al suo fianco vi è stato l’Avvocato Italo Attardo, del Foro di Caltanissetta, che ha raccolto il caso, lo ha analizzato sotto il profilo costituzionale e ha deciso di intraprendere una lunga battaglia legale per far valere i diritti fondamentali della propria assistita.

Nonostante le sconfitte nei primi due gradi di giudizio, e la doppia condanna alle spese, N.E. ha deciso di proseguire con determinazione il percorso giudiziario. È stato proprio grazie al ricorso in Cassazione presentato dall’Avv. Italo Attardo che si è giunti al pronunciamento della Corte Costituzionale, che ha riconosciuto come il trattamento subito dalla donna fosse in contrasto con i principi fondamentali sanciti dalla nostra Carta.

La Consulta ha infatti rilevato che la procedura del T.S.O., per come applicata, ha violato il diritto alla libertà personale, il diritto alla difesa e il principio del giusto processo e del contraddittorio, previsti rispettivamente dagli articoli 13, 24 e 111 della Costituzione. La persona sottoposta al trattamento non era messa in condizione di conoscere il contenuto dell’ordinanza sindacale che disponeva la misura, né di esprimere le proprie ragioni davanti al giudice tutelare prima della convalida, né tantomeno di ricevere notifica dell’esito del procedimento stesso.

Questa prassi, di fatto, impediva alla persona coinvolta di partecipare attivamente al procedimento e di esercitare pienamente i propri diritti, anche qualora si trovasse in uno stato di salute mentale compromesso ma non tale da giustificare l’esclusione dalle tutele fondamentali.

Una svolta storica per la tutela dei soggetti fragili

Con questa decisione, la Corte Costituzionale ha richiamato i principi ispiratori della Legge Basaglia, che nel 1978 aveva sancito la chiusura dei manicomi e introdotto un modello di cura centrato sulla dignità della persona, sull’integrazione e sull’assistenza non coercitiva. Tuttavia, negli anni, la procedura di attuazione del T.S.O. è rimasta priva di un passaggio decisivo: la possibilità per il paziente di essere ascoltato e informato in modo effettivo, con il supporto di un tutore o di un difensore legale.

Oggi, quel vuoto normativo è stato colmato anche grazie all’impegno instancabile dell’Avv. Italo Attardo, che ha sollevato davanti alla Suprema Corte una questione di rilevanza costituzionale. La sentenza obbliga a garantire un iter più partecipato, fondato sulla trasparenza e sul coinvolgimento della persona interessata, anche per il tramite di chi possa rappresentarla. Non sarà più possibile limitare la libertà personale senza rispettare tali garanzie.

Verso una giustizia riparativa

Il caso della donna nissena non resterà un episodio isolato. Questa decisione apre infatti la strada a possibili risarcimenti nei confronti di tutti coloro che, in passato, siano stati sottoposti a T.S.O. senza avere potuto esercitare pienamente i propri diritti. La Corte ha chiarito che nessuna condizione fisica o mentale può giustificare la sospensione automatica delle garanzie costituzionali.

La riflessione dell’Avv. Italo Attardo

Alla luce della sentenza, l’Avvocato Italo Attardo ha espresso profonda soddisfazione:
«È una vittoria che va ben oltre il singolo caso. Dopo anni di lavoro e sacrifici, veder riconosciuti i diritti fondamentali di una persona ingiustamente etichettata come malata di mente rappresenta per me non solo una gratificazione professionale, ma anche umana. È la dimostrazione che la Costituzione, se difesa con determinazione, può davvero tutelare i più deboli. Questa sentenza restituirà dignità a molte vite segnate da silenzi e soprusi».

Un risultato storico, frutto di una tenace e qualificata battaglia legale, che porta la firma dell’Avv. Italo Attardo, oggi protagonista di una delle più importanti affermazioni giuridiche in materia di diritti costituzionali degli ultimi anni.