Salute

Caltanissetta, studenti del “Rapisardi” premiati dalla Bocconi per un progetto anti-social: “Disconnettersi per ritrovarsi”

Redazione

Caltanissetta, studenti del “Rapisardi” premiati dalla Bocconi per un progetto anti-social: “Disconnettersi per ritrovarsi”

Il team dell’Istituto tecnico vince il Premio Concretezza del concorso nazionale “A scuola di inclusione” con un’idea semplice ma potente: spegnere i social per riconnettersi con se stessi
Ven, 23/05/2025 - 02:23

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Un weekend lontano dalle notifiche, fuori dal mondo dei social, immersi nella natura e nelle relazioni autentiche. È questa l’idea innovativa che ha portato otto studenti dell’Istituto tecnico economico e tecnologico “Rapisardi” di Caltanissetta a conquistare il Premio Concretezza al concorso nazionale “A scuola di inclusione”, promosso dall’Università Bocconi insieme a Intesa Sanpaolo, Dynamo Camp e con la media partnership di Repubblica.

Durante la cerimonia finale, svoltasi ieri mattina a Brescia, gli studenti della classe quarta D — 17 anni di età media, iscritti agli indirizzi informatico e costruzioni, ambiente e territorio — hanno trionfato tra centinaia di concorrenti provenienti da tutta Italia grazie a un progetto dal titolo emblematico: “L’impatto dei social media sulla salute mentale”.

L’idea è nata da una riflessione condivisa: i social ci connettono davvero o ci stanno isolando? Da questa domanda ha preso vita un percorso in due fasi: dapprima un’analisi personale e collettiva, tra questionari, incontri con esperti e piani per una gestione più consapevole del tempo online; poi la realizzazione di un weekend detox nella natura, ispirato da uno dei membri del gruppo, scout per passione.

«Scrolliamo per noia, ma finché non lo scrivi nero su bianco non ti rendi conto di quanto tempo sprechi», ha raccontato Valeria Romano, 18 anni. «A volte mi sento insicura: quei video perfetti ti fanno pensare che la tua vita non sia abbastanza. Ma non è così. Serve più consapevolezza».

Il weekend ha visto i ragazzi spegnere i telefoni e immergersi in falò, passeggiate, giochi e chiacchiere dal vivo. Un’esperienza che li ha segnati profondamente: «Prima usavo i social come rifugio», ha ammesso Paride Passanisi, 17 anni. «Era un periodo buio, litigavo con gli amici. Scrollare mi aiutava a non pensare. Questo progetto mi ha fatto aprire gli occhi: ora uso il telefono molto meno».

Guidati dalla professoressa Marcella Marino, docente di lingue e tutor del team, i ragazzi hanno scoperto che passavano anche 8-10 ore al giorno davanti a uno schermo. Il 64% ha ammesso di trascorrere più tempo online di quanto consideri sano, mentre il 37% ha confessato di aver trascurato attività o relazioni per restare connesso.

«Abbiamo imparato l’importanza del lavoro di squadra, ma anche a comunicare un messaggio in modo chiaro e coinvolgente — hanno spiegato gli studenti — e soprattutto a riflettere su come i social condizionano le emozioni e la percezione di sé».

Il progetto ha coinvolto anche altri comuni del territorio, con attività coordinate tra Caltanissetta, Delia, Serradifalco e Santa Caterina, a dimostrazione dell’impegno e della determinazione degli studenti.

Durante la premiazione, il rettore della Bocconi, Francesco Billari, ha sottolineato il valore del tema trattato: «L’inclusione è un nostro impegno quotidiano, riflesso anche in un campus con 115 nazionalità e parità di genere. Facciamo il possibile per garantire l’accesso a studenti meritevoli, anche in condizioni economiche difficili».

Una lezione importante, quella dei ragazzi del “Rapisardi”: per ritrovarsi, a volte basta perdersi tra gli alberi, lontano dallo schermo.

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