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Caltanissetta, “l’amore ai tempi della mafia” del regista nisseno Salvatore Riggi: “Un coinvolgente insieme di storie”

Redazione

Caltanissetta, “l’amore ai tempi della mafia” del regista nisseno Salvatore Riggi: “Un coinvolgente insieme di storie”

Gio, 08/02/2024 - 13:47

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Torna, come spesso accade, per porgere la sua arte e raccontare le sue storie. Salvatore Riggi, quasi 28 primavere, nisseno doc, attore e regista, smentisce con merito l’antico adagio “nemo propheta in patria” e porta in scena, con Carmen Amoroso, lo spettacolo “l’amore ai tempi della mafia”, al Centro Polivalente “Michele Abbate” di Caltanissetta il 15 e il 16 febbraio alle ore 19.00. I dati, confermano la stima e l’affetto che il capoluogo nisseno, riserva a questo suo ‘figlio’: la replica del 15 è già sold out, dopo appena 12 ore dalla pubblicazione della locandina (l’ingresso è gratuito ma la prenotazione è obbligatoria).

Salvatore, con passione, racconta dell’opera e della sua vita artistica. “Sento di dovere tanto a questa terra e al mio pubblico che non ha mai smesso di credere in me. Per questo scrivo spettacoli di tutti i tipi, dai drammi alle commedie, dagli spettacoli sociali (anche se in fin dei conti ogni spettacolo dovrebbe essere sociale) alle farse. Devo dire però che sto trovando sempre più la mia dimensione in quella che è la Commedia all’Italiana, però quella vera, non quella dove si cerca la battuta, magari anche sguaiata o volgare, soltanto per tentare di strappare una mezza risata al pubblico. Sento che in questo modo riesco ad arrivare bene al pubblico, e soprattutto riesco a parlare di ciò che voglio nella misura che voglio, scatenando domande o riflessioni anche dopo lo spettacolo.

Per me il Teatro inizia sempre dopo lo spettacolo. Se dopo la chiusura del sipario non rimane niente, è solo intrattenimento senza nessuno scopo, che poi, figuriamoci, è sempre legittimo pure quello e ogni tanto serve anche. Dal canto mio preferisco concentrarmi sempre su temi sociali, che possano suscitare belle risate ma che possano anche far riflettere e, perché no, anche piangere. La volontà di lavorare su una comicità efficace ma pulita, il desiderio di parlare direttamente al pubblico di cose importanti scegliendo una chiave umoristica, comica o anche tragica è la pietra d’appoggio di tutti i miei lavori. Questo mio modo di scrivere sta diventando veramente la mia grande fortuna”.

Lavoro, passione, sacrifici, gavetta. Salvatore, mattone dopo mattone, costruisce la sua strada ‘artistica’: “Un mio spettacolo che è stato a Caltanissetta nel 2020, CLOWNDESTINI, messo in scena con la mia compagnia, segue adesso un percorso internazionale tramite gli Istituti Italiani di Cultura all’Estero in rappresentanza del Teatro Italiano. Le soddisfazioni, devo dire, arrivano sempre e sono più belle quando hai sudato per ottenerle. Tra queste c’è la regia di Pietro De Silva che ha diretto una mia commedia, le collaborazioni con Marco Simeoli, storica spalla di Gigi Proietti, con il quale ho anche avuto l’onore di recitare insieme nei Teatri di Pietra con una commedia di Plauto diretta da Cinzia Maccagnano, le tavole di palcoscenici condivise con Stefano Masciarelli, Luca Negroni, Patrizia Loreti, e più recentemente la commedia di Fran Nortes “IL SEQUESTRO” dove recito con attori eccezionali tra cui Roberto Ciufoli e Simone Colombari.

Tutti questi e tanti altri sono i motivi per cui non smetto di tornare a Caltanissetta. Vengo da qui. Essere partito, abitare a Roma, non mi consente certo di “abbandonare” o dimenticare le mie radici. E’ qui che ho iniziato a coltivare le passioni, i pensieri e a volte anche le amarezze (non voglio essere ipocrita). Sono nato qui e qui voglio portare i miei lavori”.

Ci addentriamo ne “L’amore ai tempi di mafia”: E’ un insieme di storie interpretate da un Cuntastorie, come quelli di una volta. E’ lui il Narratore delle varie vicende che lo spettacolo racconta. Un personaggio diviso in due voci, una maschile e una femminile, che si mescolano, si fondono, diventano una cosa sola con il pubblico. L’opera vede il suo concepimento verso la fine del 2019. L’idea era di inaugurare il 2020 con questo spettacolo, ma come purtroppo sappiamo non ci sono state molte occasioni di poterlo portare in giro, almeno fino a quando le misure per la pandemie non si sono allentate. Questo spettacolo fa parte di quei testi che ho scritto, o finito di scrivere, nel periodo del Lockdown. Sapevo che tutto sarebbe ripartito presto o tardi e io volevo farmi trovare pronto. Diciamo che non so stare molto con le mani in mano. Le storie che lo spettacolo presenta sono di vittime illustri, forse tra le più conosciute della storia di questa terra.

Ma quella che a primo impatto sembra una scelta facile e scontata, è invece una strategia drammaturgica utile al mio scopo. Il mio obbiettivo principale è quello di portare alla luce l’umanità di ogni personaggio. Per noi Falcone è un eroe, ma questo rischia di farci cadere nel pensiero errato che ciò che ha fatto lui non potrebbe farlo nessun altro, e che neanche noi siamo in grado di essere il cambiamento. Per questo scelgo personaggi noti e li racconto sotto il punto di vista più umano possibile. E quale tematica “umana” migliore dell’AMORE?

L’amore declinato in tutte le sue sfumature: quello coniugale di Giovanni e Francesca, l’amore per la divisa di Carlo Alberto, l’amore per la tonaca e per Dio di Padre Pino, quello per un figlio come nel caso di Felicia, e quindi l’amore per il proprio compito, come quello di Paolo, amico di Giovanni, rimasto solo e consapevole di dover morire. Sicuramente questo tipo di ricerca è stata la difficoltà principale nello sviluppo di questo testo e successivamente nella regia che ho voluto dargli. Cerco sempre la semplicità perché non voglio scuse. Non mi interessano i fronzoli o le parole di troppo. Non mi interessa la retorica”.

La nostra attenzione è attratta dalla figura del ‘cuntastorie’, per noi siciliani icona di un retaggio culturale popolare ma, affascinante e ricco di tradizione: “Mi piace stare dalla parte del pubblico, pensare “Cosa vorrei vedere se fossi in platea?”. Questo è anche uno dei motivi che mi hanno spinto a scegliere il Cuntastorie come filo conduttore dello spettacolo. Da bambino non ho mai visto un Cuntastorie, ma mi sarebbe piaciuto; ed ecco che divento il Cuntastorie che volevo vedere da bambino”.

I titoli di coda li affida ai ringraziamenti: “Per la realizzazione di questo evento voglio ringraziare dal più profondo del cuore l’Amministrazione Comunale che, sensibile e attenta, ha fortemente voluto questo spettacolo che vedrà anche l’onoratissima presenza di un ospite d’eccezione: Giovanni Impastato, fratello di Peppino. E ringrazio anche “VITANUOVA Previdenza e Prevenzione” nella persona di Giovanni Minacore, che ha creduto in me e nel progetto dimostrando anche lui sensibilità e sostegno”.

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