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Dia, 10 misure cautelari per concorso esterno in associazione mafiosa ed esercizio abusivo di giochi e scommesse

Redazione

Dia, 10 misure cautelari per concorso esterno in associazione mafiosa ed esercizio abusivo di giochi e scommesse

Mer, 08/11/2023 - 12:20

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La Direzione investigativa antimafia ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Palermo, su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, con cui sono state disposte dieci misure cautelari personali, di cui una in carcere, cinque ai domiciliari e quattro divieti di esercizio della professione e dell’attivita’ imprenditoriale. L’operazione, convenzionalmente denominata “Breaking Bet”, le cui indagini sono state sviluppate dalla Sezione operativa della Dia di Agrigento, ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti degli indagati a cui si contestano, a vario titolo, responsabilita’ in ordine alle ipotesi di concorso esterno in associazione mafiosa, esercizio abusivo di attivita’ d’intermediazione nella raccolta di gioco, tramite l’installazione di apparecchiature di gioco in assenza di concessione dell’Agenzia dei Monopoli, nonche’ estorsione aggravata dall’agevolazione mafiosa e trasferimento fraudolento di valori. Le indagini hanno consentito di acquisire un grave quadro indiziario circa la capillare distribuzione e installazione di postazioni per il gioco d’azzardo, resa possibile mediante la costituzione di societa’ intestate a prestanomi schermandone, di fatto, la reale titolarita’: tramite gli apparecchi collegati in rete a siti internet esteri, ai giocatori era consentito di partecipare a scommesse su eventi sportivi, nonche’ di scegliere, oltre ai giochi di abilita’ a distanza. anche opzioni di gioco (tipo videopoker, roulette ecc…) caratterizzate dall’alea e dal fine di lucro. Dalle investigazioni sono emersi gravi indizi sui proventi dell’attivita’ di betting, destinati a contribuire al sostentamento economico delle famiglie mafiose di Licata (AG) e Campobello di Licata (AG) ma anche, in parte, trasferiti a esponenti di vertice della famiglia mafiosa di Campobello di Mazara (TP), consentendo a Cosa Nostra, oltre all’arricchimento economico, di acquisire, o comunque implementare, il controllo diretto e indiretto di lucrative attivita’ economiche sul territorio.

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